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Emilio Oliva

OPERAZIONE TABULA RASA| Dopo gli arresti di due anni fa i carabinieri sono andati a fondo delle indagini
Una villa a 16 euro al mese
Era completa di piscina e scuderia. «Riciclati così i soldi delle truffe ad imprese»

www.notizie-online.it
3 Aprile 2008

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Foto: La Gazzetta del MezzogiornoMatera - Una villetta completa di piscina, maneggio e scuderia, barbecue e gazebo per una serata di balli o ricevimenti a 16,34 euro al mese. Questo il canone che Anna Maria Manzara, 42 anni, di Miglionico, corrispondeva all’Ater, in quanto assegnataria di una casa popolare nel borgo Picciano A, dichiarandosi nullatenente. In realtà la modesta abitazione sarebbe stata trasformata in una reggia con opere realizzate abusivamente, secondo i carabinieri, e con l’occupazione di terreni demaniali. «Così erano stati riciclati i soldi delle truffe alle imprese scoperte con l’operazione Tabula Rasa e nelle successive indagini», ha spiegato ieri il cap. Donato D’Amato in un incontro con i giornalisti convocato nella nuova sala stampa inaugurata dal comandante provinciale, ten.col. Domenico Punzi, alla presenza del prefetto, Carlo Fanara, nella caserma di via Dante. Sono stati D’Amato e il magg. Vito Di Girolamo a illustrare gli sviluppi del lavoro investigativo.
Nel 2006 l’operazione aveva portato all’arresto di sette persone e alla denuncia di altre tre accusate di truffe a decine di aziende italiane e straniere, produttrici di generi alimentari, materiale per l’edilizia, articoli da giardinaggio e di altri settori. Da allora si sono aggiunte nuove segnalazioni che hanno fatto salire a 64 il numero di imprese truffate per un ammontare complessivo di un milione e 200 mila euro. Il meccanismo era semplice. Secondo le accuse, gli indagati sarebbero entrati come soci in aziende in crisi effettuando ordinativi all’ingrosso con assegni post datati, emessi a vuoto, procurando così guai a non finire ai titolari delle aziende committenti, costretti a pagare o a subire procedimenti penali o civili, e lasciando i fornitori con un pugno di mosche in mano.
Nel prosieguo delle indagini ai dieci indagati si è aggiunta la Manzara, convivente di Domenico Di Mita, 56 anni, originario di Santeramo, considerato uno degli attori principali della vicenda, per i quali il pubblico ministero, il sostituto procuratore Elisa Sabusco, ha chiesto undici rinvii a giudizio contestando una serie di reati associativi finalizzati alla truffa.
Da due anni la villetta, per un valore di un milione di euro, è stata sequestrata e affidata alla stessa Manzara mentre il Comune ha emesso una ordinanza di demolizione e intimato anche il ripristino dei luoghi.
Azioni che sono tutte impugnate a seguito di un ricorso dell’interessata. Ma il prevedibile contenzioso era stato calcolato dagli stessi carabinieri del Nor, il Nucleo operativo radiomobile, che in questo modo hanno voluto colpire i presunti autori delle truffe mirando al loro patrimonio. La sola scuderia, del valore di 40-50 mila euro, avrebbe ospitato fino a 12 cavalli dei quali non è stata ancora accertata la provenienza.
Alla donna viene anche contestato di aver ottenuto, «indebitamente», stando alle accuse degli investigatori, l’ammissione al reddito minimo d’inserimento. Beneficio per il quale avrebbe percepito la somma complessiva di 16 mila euro. Dovrà rispondere di truffa, riciclaggio, ricettazione e falso in atto pubblico.

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375