MIGLIONICO.
Caro Giacomo, non insistere sul “politologo”; non
vorrei che i veri
politologi mi denunziassero per
appropriazione indebita di titoli. Parliamo di cose
più serie. Mi poni altre tre domande di
notevolissimo spessore e di urgente attualità. Provo
a risponderti con l’umiltà e la sincerità che mi
sono proprie.
Dopo le aperture di Franceschini e di Renzi ad
allacciare un dialogo con il PDL, mi chiedi se sta
crollando il secondo muro di Berlino; prima di
commentare la lettera di Bersani alla Repubblica di
stamane, non mi sembra che quelle aperture mirassero
a stringere una vera alleanza con Berlusconi. Da una
parte gli si riconosce il peso dei suoi consensi,
non di serie B, dall’altra gli si nega il diritto di
far parte a pieno titolo di un governo PD-PDL. Per
celia si può dire che il ritmo è “allegretto ma non
troppo”.
Bersani comunque con la sua missiva di stamane ha
chiarito definitivamente il suo pensiero: no a
governissimi, ma accordi limitati su problemi
istituzionali e di emergenza economica. Ma con quale
governo? E qui casca l'asino. E’ disposto anche a
fare un passo indietro se le circostanze lo
richiedessero. Quelle circostanze erano già presenti
quaranta giorni addietro, per cui è ormai
improcrastinabile il suo passo indietro. Se lo
stesso facesse Berlusconi, sarebbe più facile dar
vita ad un governo di alto profilo tecnico-politico
(chiedo scusa ai lettori, se mi ripeto) composto
da esperti super partes e da esponenti non di primo
piano dei partiti interessati.
L’ipotesi iniziale con Barca presidente e Gianni
Letta Vice, mi sembra ancora la più attuale. Il
tempo di uno/due anni per fare le riforme e poi
tornare al voto. I partiti avrebbero tutto il tempo
per riorganizzarsi e il Paese ne guadagnerebbe.
Questa idea comincia a farsi strada tra i più
accreditati commentatori politici con la speranza
che possa realizzarsi dopo l’elezione del nuovo Capo
dello Stato.
E veniamo alla seconda domanda: Gianni Letta
Presidente? E’ da escluderlo nella maniera più
assoluta. Non per motivi personali, s’intende, ma
perché non è al di sopra delle parti, è sempre stato
dietro le quinte a influenzare una politica
fallimentare e poi perché non ha il physic du role.
Il Capo dello Stato va cercato tra personalità non
espressione dei partiti, ma tra persone di alto
valore morale, competenti e capaci di mediare fra le
diverse anime del Paese. Non sarà facile, basta
cercarle.
Che dire poi di Grillo e dei grillini? Sono la vera
novità del panorama politico italiano. Molte loro
istanze sono condivisibili; giusta la loro richiesta
di costituire subito le commissioni parlamentari;
incomprensibile il diniego di partecipare a
qualsiasi forma di governo del Paese. Il disprezzo
di Grillo verso i partiti, i giornali e gli
intellettuali nasconde un parossismo ideologico che
vuole azzerare ogni forma di democrazia. La follia
di una democrazia estemporanea, via web, è
anacronistica e irrealizzabile.
La partecipazione ha bisogno di uomini in carne ed
ossa che si confrontano reciprocamente e danno vita
a progetti condivisi. Mi chiedo, per concludere,
fino a quando 163 giovani parlamentari rinunceranno
alla propria autonomia di pensiero e alla dignità di
uomini liberi e non eterodiretti da un capo solo al
comando? Domenico Lascaro |