MIGLIONICO.
Inizio col fareun primo commento, a caldo,
sui risultati delle elezioni regionali
svoltesi ieri domenica 23 novembre. Il
primo dato che balza immediatamente agli
occhi è il calo vertiginoso della
partecipazione al voto: appena il 37% in
Emilia, poco più del 40% in Calabria; dati
mai registrati inItalia. Sono eletti
Presidenti i due candidati del Centro
altri_1205.htmSinistra:
Bonaccini e Oliverio, rispettivamente col
49% e col 61,4%.
In sintesi i risultati degli altri
partiti. Grillo si “sgonfia” vistosamente;
Salvini si “gonfia”, non solo numericamente;
il Ncd ottiene un risultato apprezzabile; la
sinistra antagonista si ritiene soddisfatta;
FI ne esce con le ossa rotte. Se questi sono
i giudizi sommari, diverso è il commento
politico. Tutti si dicono preoccupati per la
straordinaria astensione, ma nessuno osa
fare autocritica. E’ sempre colpa degli
altri. Renzi si ritiene parzialmente
appagato per la tenuta del PD. Di parere
totalmente opposto sono le sinistre interne
ed esterne al partito, le quali, con Landini,
Civati, Fassina e, non per ultimo Corradino
Mineo, addebitano alla politica fallimentare
del governo Renzi il rifiuto massiccio delle
urne.
Il dato delle astensioni è davvero
preoccupante. E’ un’ esplicita protesta nei
confronti di tutti i partiti, per
l’incapacità di risolvere i drammatici
problemi del Paese. Le riforme non
decollano, l’economia langue, il lavoro è
sempre più una chimera, il divario tra le
fasce sociali si allarga ogni giorno di più;
la gestione interna dei partiti è del tutto
carente di regole democratiche. E la
risposta dei cittadini non può che essere
quella di disertare le urne.
Forza Italia, solo adesso per
ammissione di Fitto, si rende conto che
occorre dare più spazio alla democrazia
interna e farla finita con le nomine calate
dall’alto. Grillo si lecca i baffi e
riconosce il fallimento della sua sterile
opposizione; l’unico che canta vittoria è
Salvini che specula sulla disperazione dei
cittadini e sullo smembramento del centro
destra. Nel PD si accentua ulteriormente lo
scaricabarile e si rinfacciano a vicenda le
responsabilità. Nessuno sembra accorgersi
che la vera causaè dovuta allo scontro
inaudito tra le fazioni. Non per ultima,alla
gestione fallimentare e spregiudicata della
maggior parte delle regioni.
Siamo così giunti alla motivazione
di fondo che ha ispirato la riflessione
attuale.Essa ha un duplice significato. E’
un invito a tutti i dirigenti del PD, sia
della maggioranza che della minoranza
interna, a finirla con le ripicche personali
e a ricercare soluzioni condivise sui tanti
problemi da risolvere. Le vere cause
dell’astensionismo e della perdita in
assoluto dei voti del PD, sono in massima
parte da attribuire alla lotta intestina che
pone nello sconcerto i suoi sostenitori. La
cosiddetta minoranza ha mille ragioni per
criticare le scelte governative. Lo faccia
senza timidezze e anche con estremo vigore,
ma all’interno delle strutture ufficiali.
Ogni dichiarazione a titolo personale non fa
che minare l’affidabilità e la serietà del
partito.
Il secondo invito è rivolto a tutti
i democratici, iscritti e non al PD, perché
prendano coscienza della situazione
precaria nella quale si trova il Paese, e
sollecitino il partito a darsi nuovi
strumenti di elaborazione politica. E’ un
appello caloroso perché si ritorni a far
funzionare le vecchie sezioni, affinché
diventino centri di vita democratica,
finalizzati alla formazione di giovani
liberi, non asserviti ad alcuna ideologia.
Sono certo che dall’impegno
costante di una base così motivata potranno
emergere indicazioni e suggerimenti validi
per indurre alla ragione quei dirigenti
invasati solo da follia disgregatrice. E’ un
momento davvero drammatico e oltremodo
pericoloso per le sorti della democrazia
nel nostro Paese. Occorre che tutti prendano
coscienza delle sfide che si profilano
davanti. Perciò invito ancora una volta
giovani e meno giovani ad avvicinarsi in
massa alle strutture del partito, cui mi
pregio di appartenere, per far sentire le
proprie ragioni, ma soprattutto per offrire
un contributo di nuove idee per farci uscire
dal pantano in cui siamo caduti. Miglionico
24.11.2014
Domenico
Lascaro
(d.lascaro@libero.it) |