MIGLIONICO
Il nuovo corso del PD
 

MIGLIONICO. Ho iniziato a scrivere questo articolo con un titolo, per cosi dire, spiritoso, ma ho dovuto subito cambiarlo non appena è giunta la notizia della prematura scomparsa del segretario regionale del Pd, Antonio Luongo. Una morte improvvisa che ha gettato nello sconforto tutto il Partito Democratico e l’intero mondo politico di Basilicata. Personalmente sono rimasto sconvolto e addolorato per la perdita di una persona mite, umile nell’animo e nei modi. Lavoratore instancabile e responsabile, onesto e incorruttibile uomo politico, dedito solo al bene comune. Ha lasciato un grande vuoto nel partito in un momento in cui c’e bisogno di una guida competente e mediatrice, com’egli sapeva essere. Mi associo al cordoglio di tutti i Democratici e dei suoi familiari.

Chi, per caso, ha letto gli articoli che ho scritto nel corso dell’ultimo anno, ha notato il modo con cui ho duramente criticato il partito cui mi onoro di far parte. Al Presidente Renzi ho rimproverato l’arroganza, il modo sprezzante di trattare i sindacati e la componente minoritaria del partito, nonché la frettolosità con cui ha affrontato i gravi problemi del Paese. Alla minoranza non ho risparmiato l’accusa di contrastare, spesso pretestuosamente, l’operato del Premier e del suo Governo. Spesso le critiche sono fondate, ma l’ossessiva intransigenza ha rischiato più volte di far cadere il Governo, nel momento meno opportuno per il Paese.

A livello locale non sono mancati i rilievi di natura politica e di gestione interna. In particolare ho lamentato la paralisi totale dell’attività politica negli ultimi anni, soprattutto dopo l’ultimo congresso, fino a osare di chiedere le dimissioni di tutto il direttivo.Qualcosa, però, è successo in questi ultimi giorni che mi ha fatto gridare al “miracolo”. Sabato e domenica appena trascorsi, migliaia di Democratici hanno invaso le piazze d’Italia per distribuire fasci di volantini a sostegno delle nuove proposte che il partito intende fare al Paese. Il fatto politicamente più rilevante, però, è stata la partecipazione totale di tutte le sue componenti, comprese quelle che hanno avuto il buon senso di non seguire l’esempio dei vari Fassina e Civati.

Ho visto con piacere scendere in campo Bersani, Cuperlo, Gotor, Speranza e quanti si sono resi conto che, mai come in questo momento, c’è bisogno di maggiore unità. Ma non è questo il vero motivo del mio intervento. E’ a livello locale che è avvenuto un fatto di grande rilevanza politica. Finalmente è stata convocata l’assemblea degli iscritti che non si riuniva da tempo immemorabile. All’ordine del giorno le cause della crisi interna e il rilancio del partito. Si è svolta nella serata di domenica 5 dicembre con la partecipazione di un nutrito gruppo di iscritti.

Si è sviluppato un interessante dibattito, sia per la qualità degli interventi, sia per il peso politico che hanno assunto. Senza far torto ad alcuno, quattro sono state le comunicazioni di maggior rilievo. Quella di Mimì Musillo, che ha esordito con una puntuale ed esauriente analisi della situazione politica, e con la richiesta di un’assemblea straordinaria degli iscritti per discutere modalità e contenuti di un rilancio politico; sono seguiti gli interventi di Enzo e Domenico Guidotti. Il primo ha esposto le ragioni di un immediato coinvolgimento dei giovani nell’azione politica e, da esperto imprenditore, ha suggerito di porsiobiettivi concreti da perseguire volta per volta, se non si vuole rimanere impantanatinelle buone intenzioni e nei vuoti propositi.

Di altra natura l’intervento di Domenico: ha denunciato senza tentennamenti l’anomala e dannosa prassi della divisione in correnti, legate ai cosiddetti “capi bastone” che gestiscono il partito a vari livelli. Per usare un’espressione ormai ricorrente, ha fatto intendere che in politica “uno deve valere uno”, a cominciare proprio dalla nostra piccola realtà. In altre parole, ha auspicato una maggiore libertà di pensiero e di critica, condizione indispensabile per farlo crescere politicamente. Ha solo accennato ai motivi che hanno determinato la spaccatura nel suo interno, senza però scagliarsi contro alcuno; opportunamente, ha invocato l’unità di tutti,senza forzature e inopportuni incoraggiamenti.

L’intervento disvelatore delle cause che hanno generato la crisi attuale è stato quello di Camillo Salerno, il quale, senza giri di parole, ha fatto chiarezza sul vero motivo dello scontro in atto: taluni personaggi, non certo per motivi politici, hanno tentato, invano, di far cadere l’amministrazione, accusando il sindaco di incapacità amministrativa, e incolpare alcuni consiglieri di fare solo gli interessi personali.

Certamente, per me che non mi sono mai interessato di questioni amministrative, una denuncia di una tale gravità mi ha lasciato alquanto sconcertato e, sinceramente, incredulo. Non oso dare alcun giudizio immediatoma, considerato che, diverse persone hanno disertato ingiustificatamente l’assemblea, l’occasione più opportuna per fare chiarezza su quanto accaduto, non è difficile capire chi è dalla parte del torto.

Non è un male, anzi è senz’altro auspicabile che il partito si depuri da coloro che intendono remare contro. In verità si poteva cogliere con mano l’intima soddisfazione e la malcelata contentezza che traluceva dai volti dei presenti, nella convinzione che i guastafeste cerchino altri lidi cui approdare. Non è peregrina la notizia che abbiano trovato accoglienza presso la nuova casa di “Follino”. Fare chiarezza è un bene per tutti.

Mi piace a questo puntoriferire alcune impressioni che mi hanno colpito in qualità di semplice osservatore. In primo luogo, il modo pacato con cui tutti hanno espresso i propri pensieri, senza acredine o livore nei confronti di nessuno; l’altra impressione è che tutti credano ormai in una reale unità d’azione, condizione indispensabile perché il partito possa rinnovarsi e affrontare le sfide dell’immediato futuro.

Non sarei veritiero se ignorassi i veri protagonisti della serata: la segretaria Maria Pia Finamore e il sindaco Angelo Buono. La prima ha aperto i lavori con una breve, ma pregnante introduzione riguardante i gravosi compiti che attendono il partito nei prossimi mesi. Spetta ad esso, ha esordito, prendere coscienza dei problemi, analizzarne la portata e proporre le soluzioni. Anche lei non ha infierito contro alcuno ma, con discrezionalità e serenità d’animo, ha solo accennato alle pressioni subite per usarla come strumento per colpire altrove.

Con intelligenza e acume politico, ha subodorato il tranello nel quale la si voleva precipitare e, con una vera mossa a sorpresa, ha ritirato le minacciate dimissioni e convocata l’assemblea degli iscritti. Nel trarre le conclusioni, ha dichiarato di voler attenersi scrupolosamente alle direttive che tutto il partito vorrà affidarle. In definitiva è lei la vera vincitrice dello scontro che ha visto contrapporsi le due componenti del partito. Ha saputo infondere serenità e fiducia, elementi essenziali per andare avanti uniti.

Per certi aspetti, diverso ma altrettanto importante l’intervento di Angelo Buono. Come è suo costume ha fatto una disamina profonda e realistica della situazione politica attuale. Senza mai scendere in questioni personali, ha difeso senza esitazioni l’operato di tutta l’amministrazione. Per essere il maggiore bersaglio del “complotto” ordito a suo danno, non ha mai fatto trasparire la sua sofferenza e il suo risentimento per le angherie subite. Anch’egli, con grande serenità d’animo, ha richiamato il partito all’unità e a darsi da fare per affrontare i gravosi compiti che lo attendono.

E ora una breve conclusione. Esprimo tutto il mio compiacimento per il nuovo corso che il Pd ha mostrato di intraprendere, sia a livello nazionale, sia a livello locale. Sono convinto che, quel che rimane del vecchio direttivo, depurato dai guerrafondai, sarà capace di rilanciare al meglio l’attività politica e culturale del partito. E’ solo l’inizio, ma la via da seguire è tracciata. La segretaria ha solennemente promesso che presto saranno definite nuove regole interne, affidando ad ognuno compiti e responsabilità precisi. Se son rose fioriranno. Domenico Lascaro (d.lascaro@libero.it)

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