MIGLIONICO
Cogito ergo sum
 

MIGLIONICO. Prendo spunto dal famoso aforisma di Cartesio che il prof. Amati evoca nel pormi i suoi puntuali quesiti: perché la passione politica nel nostro paese, una volta in pieno fulgore, sembra essersi del tutto estinta? Quale ruolo può svolgere il neonato centro di aggregazione culturale “La Fucina”, per ribaltare la tendenza alla rassegnazione e alla “desertificazione del pensiero creativo”?
Un bel rompicapo cui cercherò di rispondere senza troppo dilungarmi, vista la complessità delle domande. E’ vero, quel fervore d’idee che ha caratterizzato il periodo post-bellico nel nostro comune, fino al primo decennio del 21° secolo, è quasi del tutto esaurito. Non è, purtroppo, un fenomeno che riguarda solo la nostra piccola realtà, ma è esteso a tutto il territorio nazionale e anche oltre.
Le cause, com’è noto, sono molteplici. Sono venute meno la fede nelle ideologie e la speranza che la lotta politica avrebbe generato un progresso infinito. Ma con la coscienza dell’esaurirsi delle risorse, il fallimento delle politiche mondiali relative ai problemi irrisolti della fame nel mondo, la minaccia del terrorismo, del divario ancora più accentuato tra il Nord e il Sud del mondo; il disastro economico e, ancor più, il disastro etico-morale, ha stretto i giovani nell’incertezza del presente, più ancora che nel futuro.
Non è una via senza uscita, ma un sentimento che crea sfiducia e paralizza la creatività umana. Se questa è la condizione che riguarda il mondo intero, altre sono le cause che generano sfiducia nella politica nazionale ed europea. Ho più volte analizzato in questo stesso sito i motivi che causano l’allontanamento dei giovani dalla politica e li spingono a cercare la salvezza nei populisti di turno. Basti citare l’esempio della Francia, dell’Inghilterra e di Salvini in Italia.
Nel contesto italiano, la causa principale del malessere è la disonestà di chi ricopre cariche pubbliche che si materializza in una pratica di corruzione, diffusa in quasi tutti i partiti politici. Ne consegue un “malmostoso sentimento d’inconcludenza” che fa dell’Italia un paese bloccato dalle sue caste, da privilegi insostenibili, da consorterie potenti quanto inaffidabili: cause remote, ma non per questo meno reali, che alimentano sentimenti di antipolitica.
Altri motivi riguardano le crisi interne dei partiti e l’inattualità del sistema elettorale che non ha consentito finora di formare governi stabili e caratterizzati politicamente. Si aggiunga la stretta economica che i partiti hanno subito con il taglio del finanziamento pubblico che ha causato la chiusura di migliaia di sedi a livello locale; la mancanza, inoltre, di una vera gestione democratica in seno a ciascuno di essi: ecco spiegati i motivi che distolgono gran parte dei giovani dalla politica. Non va inoltre sottaciuto il fatto che moltissimi ragazzi, per necessità di studio e di lavoro, sono costretti ad allontanarsi dal paese.
E’ pur vero però che, nonostante gli innumerevoli impedimenti, molti giovani si danno da fare nelle più svariate attività: penso ai tanti che hanno fatto rinascere la Proloco, costituito associazioni di volontariato, ai donatori di sangue e ad alcuni gruppi politici, i 5 Stelle e la sinistra radicale, pur non disponendo di locali adeguati. L’unica forza politica organizzata, si fa per dire, è il Pd, solo da poco uscito da una crisi interna che ne ha paralizzata l’attività per parecchi mesi.
Tutto bene dunque? Nient’affatto. E’ senz’altro vero che quella passione civile che ha caratterizzato il periodo della nostra formazione culturale e politica è di gran lunga venuta meno; sono quasi del tutto scomparse le occasioni di dibattito e anche di scontro politico. A quale scopo dunque a far nascere una nuova “creatura” come la “Fucina”? E’ facile immaginare i motivi che hanno spinto sia il sottoscritto, sia l’amico Giovanni Finamore, a dar vita a un sodalizio di attività culturali e sociali.
Siamo partiti dalla necessità di creare vere occasioni di scambi culturali tra amici, anche di diverso orientamento ideale e politico. Lo scopo è proprio quello di “ribaltare la tendenza alla rassegnazione”e dare nuovo vigore al dibattito democratico. Tu stesso, caro Giacomo hai partecipato alla serata inaugurale e hai potuto costatare con quanta passione abbiamo iniziato questa nuova avventura. L’obiettivo prioritario è proprio quello di creare le condizioni per forgiare idee e progetti con l’apporto paritario e indispensabile di tutti e, nello stesso tempo, “risvegliare nell’era tecnologica, dove l’essere umano si allontana da se stesso, uno sfondo in cui specchiarsi e confrontarsi con l’uso della parola”.
Riusciremo solo co le nostre energie e la nostra determinazione a colmare il vuoto d’idee e di iniziative che tu stesso hai denunciato? Noi cerchiamo di fare la nostra parte; se qualche altro volenteroso avrà il piacere di dare il proprio contributo, sarà ben accolto in mezzo a noi. Dispiace che ci sia sempre qualcuno che, ingenuamente o pretestuosamente, vuole scorgere nelle nostre intenzioni chissà quale disegno occulto. Stia tranquillo. Non abbiamo alcuna velleità, né politica né d’altra natura. Gli obiettivi sono quelli che abbiamo già espresso nei modi e nelle sedi più opportune. Hai ragione, caro Giacomo, l’esercizio del pensiero ci fa esistere come persone reali, dotate di creatività intellettuale e giusto discernimento.
Come vedi rispondo puntualmente a tutte le tue domande; sei molto bravo come giornalista, ma non sarebbe male che anche tu dia qualche risposta ogni tanto. Domenico Lascaro (d.lascaro@libero.it)

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