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DOMENICO LASCARO
Miglionicoweb
06.12. 2011
Alba si confronta con le emergenze regionali
MATERA. Sabato tre Dicembre u.s. l’Assoc. ALBA ha fatto il suo esordio nella città di Matera organizzando un convegno, nella mediateca provinciale, su un tema di straordinario interesse sociale: IL FUTURO DEL LAVORO IN BASILICATA.
L’associazione costituita appena un anno fa su iniziativa del Dott. Mimmo Mostacci, con questa meritevole iniziativa ha inteso dare il via ad una serie di eventi che la vedrà protagonista nel prossimo futuro. Tra i relatori del convegno sono stati scelti, e non a caso, tre speciali esperti che rappresentassero rispettivamente il mondo dell’economia, il Dott. Nino D’Agostino, un imprenditore degnamente rappresentativo della categoria, Antonio Braia, un social manager , il Dott. Raffaele Ricciuti.
L’introduzione e le conclusioni sonno state affidate al presidente dell’associazione Dott. Mostacci. Presente un foltissimo pubblico, con la pregevole presenza del Presidente della Provincia Dott. Franco Stella, Mostacci svolge il suo intervento con parole semplici ma che vanno direttamente al cuore e alla mente degli astanti. Esordisce col precisare che l’associazione non ha fini di lucro ma persegue solo obiettivi culturali, sociali e politici nel senso più ampio del termine. Ha lo scopo precipuo di consolidare l’amicizia tra i soci e di dare un aiuto sotto qualsiasi forma a chi ne avesse bisogno.
Mostacci però non si è limitato a indicare solo le finalità generali che l’associazione intende perseguire, ma è andato più a fondo dei problemi e ha caratterizzato meglio gli obbiettivi che si intende raggiungere: risvegliare le coscienze sopite, deluse, avvilite; infondere fiducia nei giovani e dargli la speranza di poter costruire un futuro migliore per sé e per le generazioni avvenire. Occorre,egli ha detto, recuperare l’orgoglio e la capacità di inventarsi un lavoro, soprattutto la volontà di superare gli ostacoli e andare avanti anche con i sacrifici; ma con la certezza che con l’impegno e la fiducia in se stessi la si potrà fare.
“ Forse ora preferiamo fare la fila davanti alle segreterie dei partiti per elemosinare un posto di lavoro o peggio una pensione di invalidità”, egli ha aggiunto quasi sconsolato e rammaricato, ma con realismo e preoccupazione. Non ha esitato a denunciare l’ingerenza dei partiti nell’economia del paese e la persistenza di logiche clientelari che oggi forse più di ieri rappresentano un vero cancro che mina dal di dentro la nostra economia. Si è perso ogni senso di etica e di amor proprio.
Non è stata la sua una sommaria e scontata critica nei confronti dei partiti ma solo il rifiuto di sottacere responsabilità e inadempienze purtroppo evidenti.
Termina il suo intervento dicendosi convinto che un contributo fondamentale alla rinascita della nostra regione potrà venire anche dalle tante associazioni senza fini di lucro che numerose operano nel nostro territorio, tra cui la neonata ALBA, il cui scopo preminente è quello di “coscientizzare” i cittadini e renderli più partecipativi e responsabili.
Subito dopo ha preso la parola il Dott. D’Agostino, esperto economista conosciuto oltre i confini regionali. Ha esordito senza enfasi oratoria o atteggiamenti da saccente, ma con l’umiltà e il buon senso del padre di famiglia. Non per questo però ha esitato a fare chiarezza sui fattori, le responsabilità, le contraddizioni, gli errori e gli intereressi dei tanti che hanno portato a far retrocedere una terra fertile e generosa come la nostra. Egli ha premesso che il suo non sarebbe stato un mero discorso tecnico, perché di tecnico ci sono solo i numeri; ogni azione umana ha in sé una valenza politica. Né, ha precisato, avrebbe inteso a scoprire eventuali colpe di partiti o di singoli. La sua in effetti è stata un’analisi impietosa e puntuale, articolata e coraggiosa, finalizzata a evidenziare oggettivamente carenze ed elementi critici e di rottura, ma anche a far risaltare potenzialità inespresse.
La responsabilità di un tale insuccesso, ha precisato, non è solo della politica, bensì di tutta la classe dirigente: partiti, sindacati, imprenditori, associazioni, corporazioni, intellettuali o pseudo tali (senza escludere responsabilità dei vari governi nazionali che si sono alternati negli ultimi decenni). Spesso abbiamo tutti preferito delegare agli altri le nostre responsabilità e rifugiarci in un pietismo corrosivo. Tra le tante denunce, ha rilevato come non abbiamo saputo valorizzare le nostre risorse: il petrolio, l’acqua, il territorio, le opere d’arte, la storia, le tradizioni, etc; non solo per incapacità, spesso per colpevole interesse di parte. Sono mancati un disegno e un progetto comune, un sogno collettivo che ponesse al di sopra di ogni cosa l’interesse di tutti.
La frammentazione partitica ha fatto il resto. Ciascuno ha coltivato, e tutt’ora continua, il suo piccolo orticello clientelare. Con estremo coraggio e con la consapevolezza di dire cose spiacevoli, non ha esitato a denunciare come in una piccola regione come la nostra possano funzionare 17 ospedali, numerosi tribunali e altri inutili enti disseminati sul territorio. Anche da noi occorre tagliare i rami secchi e potenziare quelli efficienti. Occorre soprattutto, come accennato, che l’Ente Regionale si dia un vero programma di interventi, elabori un realistico piano di misure economiche e sociali, ambizioso e generoso che ci faccia uscire dal pantano in cui siamo caduti.
Nella parte per così dire “costruens” del suo discorso, egli ha indicato alcuni possibili interventi. Prima di tutto ascoltare e leggere le vocazioni del territorio, valorizzare le sue peculiarità e le sue molteplici risorse, collegarle in un unico progetto economico e sociale: agricoltura, turismo, energie rinnovabili, artigianato, piccole industrie, scuola, non per ultima la vocazione artistica ( cinema, musica, letteratura, etc.). Ma per concludere al meglio il suo pregevole intervento ha sottolineato come la risorsa fondamentale da fare emergere in tutta la sua portata è quella della cultura e della creatività della nostra regione, la fiducia nei giovani, nel fargli ritrovare la stima e l’amore per se stessi.
Una particolare attenzione ha voluto rivolgere in chiusura all’annoso problema delle donne e dei giovani precari. Essi sono i pilastri portanti della società. Nella crisi demografica che mina alle radici la stessa esistenza della regione, negando o rendendo sempre più precario il lavoro delle donne e dei giovani si perpetra un vero crimine sociale. Senza lavoro i giovani non formeranno mai una famiglia; alle donne non solo si nega una decorosa occupazione, ma pure quando la si trova spesso non vengono garantiti i diritti di lavoratrici e di mamme. L’oratore ha chiuso richiamando tutti alle proprie responsabilità e ai giovani ha rivolto un accorato appello a darsi da fare per divenire i veri protagonisti del loro destino e dell’indilazionabile riscatto sociale.
Non da meno è stato l’intervento di Antonio Braia, il quale non ha inteso fare per così dire una relazione accademica, ma ha semplicemente narrato e illustrato la sua esperienza di imprenditore, soffermandosi non tanto sugli aspetti tecnici della sua impresa, ma soprattutto sul percorso, a tratti critici, che ha portato il capostipite della famiglia e poi i figli al successo attuale.
La sua è stata una testimonianza davvero esemplare allorquando, con animo riconoscente e commosso, ha rievocato come il padre, con la sola licenza elementare e portatore di una autentica pedagogia popolare, ha saputo educare i figli alla serietà del lavoro e al dovere morale. Non solo, ma quel genitore gli ha oltremodo trasmesso il rispetto che occorre nutrire per la persona umana, indispensabile dote per intraprendere qualsivoglia attività professionale. Gli ha insegnato inoltre ad appropriarsi della capacità di sapersi porre degli obiettivi, di perseguire un sogno; crederci fortemente e impegnarsi fino in fondo per poterlo realizzare.
Ebbene, ricchi di tale insegnamento, i figli e soprattutto lui, Antonio, sono riusciti ad affermarsi come imprenditori “illuminati”. Egli ha saputo coniugare in un connubio inscindibile tecnica ed esperienza, la preparazione scientifica con il fattore umano, qualità insostituibili per gestire una sana ed efficiente impresa. Non a caso è sorta così la BRECAV srl, vero orgoglio dell’imprenditoria materana e lucana che estende la sua azione oltre i confini nazionali.
Particolare e per certi versi originale è stata la testimonianza del Dott. Ricciuti. Oltre alle pregevoli indicazioni di carattere professionale, il suo intervento è risultato alquanto significativo per le sofferte esperienze personali e per il valore esemplare della sua vita vissuta. Giovanissimo, lascia un lavoro sicuro e ben retribuito per cimentarsi con una nuova attività tutta da inventare. Spirito libero e battagliero si crea un lavoro apparentemente senza alcuna speranza di riuscita. Affronta sacrifici e momenti di crisi indescrivibili. Ma è sorretto dalla passione, dalla volontà estrema di riuscire, da un lotta interiore con se stesso che alla fine gli danno il successo agognato.
“L’Elogio della stupidità”, opera di una nota scrittrice italiana e “l’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, gli hanno dato una tale carica creatrice, necessaria per affermare la sua prorompente personalità a dispetto dei suoi detrattori. Che bell’esempio per i giovani!
Il valore della sua testimonianza e di tutti gli altri interventi, compreso quello di Isaia Giannetti e dell’assessore comunale Rocco Rivelli, si configurano come una ventata di ottimismo che, in un momento di crisi profonda, rappresenta uno sprone per i giovani a darsi da fare, ad avere fiducia nella proprie forze, nel perseguire un sogno e adoperarsi per realizzarlo; abbandonare la via del sostegno esterno per far leva solo sulle proprie capacità, sia individuali che collettive.
L’auspicio e la certezza è che la nostra regione ha tutte le capacità per risorgere e proporsi come una nuova Silicon Valley, senza più elemosinare gli aiuti da nessuno. Oltre trecento persone presenti sono andate via con la fiducia e la speranza che ce la possiamo fare. Domenico Lascaro d.lascaro@libero.it

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