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GIACOMO AMATI
La Gazzetta
del Mezzogiorno
10.10.2010
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Cavallucci di creta. Danza di
ricordi sul colle di Miglionico, tra case bianche e
castelli
di Maria Augusta
Galletti in Occhiogrosso |
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Miglionico.
Come un “museo”. Ma anche come una piccola
enciclopedia. Ha queste prerogative il nuovo libro,
“Cavallucci di creta. Danza di ricordi sul colle
di Miglionico, tra case bianche e castelli”, di
Maria Augusta Galletti in Occhiogrosso,
scrittrice piemontese, nata nel 1943 a Ordrovago di
Cravagliana (VC). E’ ricco di aneddoti, racconti,
vicende, ritratti, ma soprattutto di alcuni temi di
fondo sia dell’economia lucana (la riforma agraria,
l’industrializzazione) sia degli aspetti sociali
salienti della vita miglionichese (la famiglia, la
vita contadina, ed artigianale) sia, infine, dei
fenomeni storici più significativi del secolo scorso
( il brigantaggio, l’emigrazione, lo sfruttamento
del lavoro minorile). “Si tratta di un volume-
osserva il consigliere regionale Giuseppe
Dalessandro (Pd)- che richiama alla mente il
celebre libro, “Cristo si è fermato a Eboli” di
Carlo Levi. Attratta dal fascino della natura e
dalla magia che si sprigiona da ogni vicolo del
paese- puntualizza Dalessandro- l’autrice si è mossa
con malcelata timidezza tra le strade e tra la
gente. Ne ha
colto tanti spunti,
varie storie che ha saputo collegare tra loro in un
filo logico, consegnandoci un lavoro esaustivo nelle
sue molteplici argomentazioni. La scrittrice è
riuscita a leggere dentro le persone cogliendone
ricordi, segreti e giovanili speranze”. Il libro è
strutturato in brevi capitoli, 175 pagine di
emozioni ed un’appendice suggestiva di foto che
portano gli occhi del lettore indietro nel tempo del
dopo guerra. E’ un’opera imperdibile per chi vuole
conoscere la storia miglionichese nei suoi aspetti
economici, culturali ed antropologici del passato.
“Un gesto d’amore- rimarca Dalessandro- prima di
tutto verso il consorte nativo di Miglionico, ma
anche verso una comunità in cui la scrittrice non si
è mai sentita ospite”. Il volume, tuttavia, pur
rappresentando i luoghi del passato, non è
semplicemente il simbolo delle radici miglionichesi:
è qualcosa di più, va oltre il tempo, lascia anche
un “imprinting” alle giovani generazioni, indica una
bussola da seguire: uno stile di vita all’insegna
dell’impegno civile e di una quotidianità da vivere
con senso di responsabilità. Un capolavoro di libro,
di grande impatto emotivo, che conduce il lettore a
riscoprire i valori della famiglia, dell’amicizia,
dell’autenticità della vita. Un’opera che ti fa
battere il cuore e sollecita la mente ad inebriarsi
nella speranza di poter vivere un futuro migliore,
partendo dalle fondamenta del passato: un tesoro da
non dimenticare, mai. Giacomo Amati |
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Antonio
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