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GIACOMO AMATI

27 Febbraio 2015
Miglionico
I due miglionichesi sono specialisti del fondo
Finamore e Magistro in luce alla maratonina di Verona
di Giacomo Amati

MIGLIONICO. Due atleti amatoriali miglionichesi, con la passione dell’atletica leggera, specialità “Mezza Maratona”, Michele Finamore (54 anni, di professione autista, dipendente della Sita) e Michele Magistro (36 anni, di professione operatore meccanico) sono stati brillanti protagonisti della corsa su strada, sulla distanza di 21 chilometri, la “Maratonina” che s’è svolta nei giorni scorsi a Verona. Alla gara, denominata “Giulietta e Romeo” (ottava edizione), cui hanno partecipato circa 10 mila atleti, provenienti da varie città italiane ed europee, ha preso parte anche il sodalizio sportivo di Matera, “Athlos”, diretto dal presidente Rosario Tortorelli, con tredici dei suoi fondisti. Particolarmente entusiasmante è stata la prestazione fornita dall’atleta miglionichese Finamore che ha percorso la distanza dei 21 chilometri impiegando un tempo di tutto rispetto: 1 ora 33 minuti e 52 secondi. “La gara di Finamore va considerata un vero e proprio exploit – dichiara un ex maratoneta miglionichese, Giovanni Guida – è stata una prestazione in linea col suo potenziale tecnico”. Soddisfacenti sono state anche le prestazioni di Michele Magistro e dell’atleta pomaricano Francesco Vitella. Alla corsa hanno partecipato, tra gli altri, il famoso cantante Gianni Morandi e l’ex maratoneta professionista Gelindo Bordin. “Abbiamo vissuto una bella giornata di sport e di festa” , osserva Guida, che da spettatore non ha fatto mancare il suo sostegno agli atleti materani, suoi amici, in gara. Qual è il tratto distintivo che rende attraente questa disciplina sportiva, così poco praticata, per la verità, dai giovani? “Il fascino di questo sport – spiega Guida – va ricercato nella sfida che rappresenta per l’atleta che è in gara: è una sfida non con gli avversari, ma con se stesso, con la sua capacità di resistenza. Nei momenti della corsa, l’atleta scopre di essere solo con se stesso: è allora che si verifica la cosa più suggestiva: è l’interazione, il “dialogo” che l’atleta stabilisce con se medesimo”. Giacomo Amati

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