MIGLIONICO - Secondo posto nel concorso letterario “Vincenzo Asselta” (“Vivaldi Festival”)
Sempre più consensi per Nunzia Dimarsico

MIGLIONICO. Sempre più Nunzia Dimarsico. Sempre più consensi per questa straordinaria poetessa cinquantunenne miglionichese che, nei giorni scorsi, s’è classificata al secondo posto nell’ambito del concorso letterario del premio “Vincenzo Asselta”, nell’ottava edizione della manifestazione pomaricana “Vivaldi Festival”. Ad essere premiata con l’assegnazione di una targa nella sezione “Poesie adulti” è stata la sua lirica “Rapita dal sole di un’estate” che è strutturata in sei strofe, per complessivi 24 versi. Al centro di questo formidabile componimento poetico ci sono due temi: sono quelli rappresentati dall’estate e dal sole che sono un tutt’uno. Un’unica cosa. Sono il simbolo della “pace interiore” che la poetessa trova in sé come armonia con se stessa. “Rapita dal richiamo del sole e da un trepido vento leggero”, scrive nei primi due versi, Dimarsico vive una sensazione di benessere che implica qualcosa di più del semplice liberarsi dai sentimenti negativi (preoccupazioni, paure e stress): il suo nuovo stato d’animo comporta la consapevolezza della meraviglia della natura e degli aspetti positivi della vita che la circonda. Poi, scrive: “Contemplo il suono dell’estate e rubo la gioia a un momento fiorito”. Ovvero, la poetessa smette di lottare contro ciò che le causa ansia e non si fa dominare dai pensieri negativi. Esplora il suo spazio interiore e lo “ripulisce” da quelle tensioni che spesso le procurano disagi e sofferenze. Adesso, il suo animo è forte. E non avverte la sensazione di essere una semplice “foglia al vento”, in balia di ciò che le accade intorno. “Rapita dal sole aspetto una voce”, scrive nel verso iniziale della quinta strofa. Quale voce? E’ quella che proviene dalla sua ritrovata armonia che le consente di essere libera da atteggiamenti e pensieri negativi. Si accorge delle cose belle e conclude: “Resto rapita dalla carezza del sole fedele”.Il sole, quel sole è la sua stessa poesia. Un canto dolce. Ricco di tenerezza. Giacomo Amati
 

Rapita dal sole di un’estate

Rapita dal richiamo del sole
e da un trepido vento leggero
mi nutro dell’istante…
mentre la carne s’arroventa.

Giaccio nel groviglio dei pensieri
e scaccio l’ombra dalle spire di una quiete,
e ascolto stridi di rondini amorose
nello squarcio di una luce mortale.

Sembra un angolo d’Eden
l’altezza in cui dimoro,
e scruto l’ora…
ferma nella morsa di un colore.

Contemplo il suono di un’estate
per tradire il tempo che si dispera
nel riflesso identico delle stagioni avvinghiate,
e rubo la gioia ad un momento fiorito.

Rapita dal sole aspetto una voce
nella profezia di un silenzio
e muto il pensiero…
prima di morire in un respiro.

Mi arrovento al sole estivo
e scrivo un carme
nel grembo di una solitudine concubina
e resto rapita dalla carezza del sole fedele.

Nunzia Dimarsico
16 aprile 2016

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