Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

12.05.2017

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MIGLIONICO
Nives e Romano i primi in cima tutti gli Ottomila

MIGLIONICO. “Nives e Romano, coppia record. I primi in cima a tutti gli Ottomila”. L’Annapurna è la 14esima vetta. Nel 2009 lei smise per assistere lui malato”. Sono 14 le montagne oltre gli ottomila metri conquistate da Nives Meroi e dal marito Romano Benet, scalatori italiani del Friuli. Fanno coppia nella vita e nelle ascensioni sulle cime più impegnative del mondo. “Ci sono tanti modi per realizzare un sogno d’amore – scrive Franco Brevini sul Corriere della Sera del 12 maggio 2017 – quello scelto da Nives Meroi e Romano Benet non è tra i più agevoli: raggiungere la vetta di tutti i 14 ottomila del pianeta. Ma ieri (11 maggio 2017) alle nove del mattino ce l’hanno fatta, calcando gli 8.091 metri dell’Annapurna (Cina). La coppia friulana è la prima al mando ad avere conquistato tutti i 14 giganti della terra. I due scalatori di Tarvisio iniziarono nel 1994. Nel 2008, durante la salita al Kanghchenjunga, la terza cima più alta del pianeta, Benet si sente male. Sono le avvisaglie del male che scoprirà al ritorno in Italia. “Propone alla moglie di raggiungere la cima da sola, ma lei è inflessibile: in quel momento marito e compagno di cordata si fondono in un unico impegno di solidarietà e condivisione. Nives gli resterà accanto nella lotta contro l’aplasia midollare, che richiederà due trapianti di midollo osseo, e per due anni la montagna cede il passo alla Clinica ematologica del Policlinico universitario di Udine. Il ritorno alla montagna dopo la malattia di Romano è premiato nel 2014 dalla conquista del dodicesimo ottomila, il Kanghchenjunga, con Romano che era anche reduce da un intervento chirurgico per l’applicazione di una protesi all’anca”. La vetta del Makalu sarebbe caduta nel 2016. Ne restava solo una, l’Annapurna, su cui la coppia dell’aria rarefatta ha piantato la piccozza ieri mattina. La vittoria che consegna Nives e Romano alla storia dell’alpinismo. “Le loro ascensioni sono state condotte senza portatori in quota, senza ricorso all’ossigeno, senza supporto di campi fissi. La coppia ha dimostrato che tutti gli ostacoli si possono superare, nella buona e nella cattiva sorte, stringendo quel nodo di cui la cordata è l’emblema”. Giacomo Amati

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