GIACOMO AMATI

14 Agosto 2017

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Uova a rischio anche in Italia

MIGLIONICO. L’Unione europea: “Uova a rischio anche in Italia”. Il ministero rassicura: mai in vendita. I prodotti già bloccati in uno stabilimento dell’Emilia-Romagna. Allerta in 15 Paesi. Erano 250 quintali di prodotti lavorati, albumi e rossi d’uovo da destinare alla produzione di pasta ed alla pasticceria, quelli arrivati in Italia e poi distrutti perché provenienti dalla filiera contaminata da fipronil. Le uova avevano fatto il giro di mezza Europa, portate nel magazzino di un’azienda distributrice in Emilia-Romagna, da una ditta francese che a sua volta aveva acquistato la materia prima da uno degli allevamenti olandesi sotto indagine. “Non sono state distribuite in Italia uova contaminate con il fipronil”, si è affrettato a chiarire il ministero della Salute. L’Unione europea ha fatto sapere che da inizio agosto sono state fermate 195 aziende in Olanda, 86 in Belgio, 5 in Francia e 4 in Germania. Il fipronil è un comune insetticida, usato anche su cani e gatti, vietato negli allevamenti a scopo alimentare. E’ finito probabilmente in un disinfettante per gli allevamenti. Può essere pericoloso per l’uomo ma solo se assunto in grandi quantità. I bambini sono quelli più a rischio. A oggi non è stato segnalato alcun caso. In Italia la produzione di uova soddisfa per il 90% il fabbisogno del Paese, ma sono i lavorati importati dall’estero quelli che potrebbero portare problemi. La Coldiretti avverte che gli italiani consumano in media 215 uova a testa all’anno. Come è avvenuta la contaminazione? Probabilmente gli allevatori non hanno somministrato mangimi con l’insetticida, ma hanno fatto una disinfestazione ambientale: il fipronil è finito nella lettiera delle galline dove amano razzolare e mangiare quello che trovano e in questo modo possono aver ingerito l’insetticida. Il fipronil è una sostanza chimica, un insetticida utilizzato contro pulci, acari, pidocchi e zecche di animali domestici, ma è vietato in animali destinati alla catena alimentare. (Fonte Corriere della Sera del 12 agosto 2017). Giacomo Amati
 

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