GIACOMO AMATI

4 Ottobre 2017

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I lucani iperinquinati

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MIGLIONICO. “I lucani iper inquinati. Troppi i siti da bonificare”. La Basilicata detiene il record nazionale del numero di siti potenzialmente contaminati per ogni mille abitanti. Lo rivela un rapporto dell’Arpab (Agenzia regionale protezione dell’ambiente di Basilicata) di fine 2016, ma pubblicato quest’anno, secondo il quale “la nostra è la regione – scrive Piero Miolla su La Gazzetta Del Mezzogiorno del 2 ottobre 2017 – di gran lunga più contaminata d’Italia, in proporzione al numero di abitanti tanto che, nella speciale classifica, precede nettamente la Calabria e la Sardegna, mentre la regione che è conosciuta come quella che ospita la “terra dei fuochi”, cioè la Campania, è appena al decimo posto. Un dato questo, che la dice lunga sullo stato preoccupante in cui versa la nostra terra”. Nei siti di Tito e della Valbasento sono presenti dei “cocktail della morte”. Le due aree, infatti, “contengono metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, idrocarburi leggeri e pesanti ed altre sostanze tossiche e nocive: amianto, piombo, rame, cromo totale, arsenico e altri agenti cancerogeni. La bonifica è assolutamente necessaria, ma è ancora di là da venire. Tito è il luogo in regione con il maggior numero di siti contaminati, ben 97, seguito da Ferrandina (75) e da Pisticci (59). A Matera ce ne sono 21, a Salandra 19, a Potenza 18. A Montescaglioso e Tricarico se ne contano 6; a Bernalda, Tursi e Scanzano ce ne sono 5; a Pomarico e a Policoro ne stanno 4; a Irsina 3”.

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