GIUSEPPE PACE
(Già Sindaco di Miglionico e Vicepresidente del Consiglio Regionale)

INCONTRO DEGLI UFFICI DI PRESIDENZA DELLE REGIONI ITALIANE (TORINO 4 DICEMBRE 1973)

REGIONI RESISTENZA COSTITUZIONE - SECONDO INCONTRO DELLE REGIONI ITALIANE (TORINO 23 MARZO 1974)

CONFERENZA REGIONALE DELL’EMIGRAZIONE E DELLE LEGGI REGIONALI N. 2° DEL 17 LUGLIO 1973, N. 29 E 29 DEL 1. APRILE 1975

Gli 80 anni di Giuseppe Pace militante appassionato e convinto di Giovanni Caserta

   
Giuseppe PaceGiuseppe Pace nacque a Miglionico il 28 Ottobre 1928 da Michele (calzolaio) e  Anna MariaMichele Pace Taddonio (casalinga).
Suo padre, dopo la crisi della produzione manuale delle calzature con la produzione a livello industriale e dopo alterne vicende personali, divenne Procaccia postale, mentre sua madre fu assunta quale bidella nelle Scuole Elementari del paese. Di famiglia, quindi, economicamente abbastanza modesta con tre figli dei quali è ultimogenito, frequentò il ciclo della scuola dell'obbligo e, per qualche mese, la scuola media del Convitto-Scuola "Rinascita" di Genova.  Di formazione essenzialmente autodidatta, ha frequentato corsi interregionali e nazionali presso l'Istituto Superiore di studi comunisti in Roma.
Dopo l'assolvimento dell'obbligo  scolastico, per qualche anno, aiutò i suoi genitori nei loro lavori quotidiani i quali speravano che si avviasse a svolgere un lavoro artigianale. Infatti frequentò una falegnameria e la piccola officina di meccanico armaiuolo di Pasquale Porpora. In verità ilOn. Michele Bianco giovane "Peppino" si sentiva attratto dalle discussioni politiche. In quel periodo, infatti, subito dopo la caduta del Fascismo, cominciarono a Miglionico i primi fermenti di attività politica dovuti, soprattutto, alla presenza dell'Avv. Michele Bianco, autorevole figura dell'antifascismo militante che, tra la fine del 1943 e l'inizio del 1944, costituì la Federazione Provinciale del PCI e di molte sezioni comunali, fra cui quella di Miglionico. On. Giorgo Amendola
Michele Bianco ebbe su di lui una forte influenza contribuendo in modo determinante alla sua formazione e alla sua attività politica. Divenne un togliattano convinto e fu sempre legato alle posizioni espresse da Giorgio Amendola al quale si sentiva legato anche sul piano personale.
Già nelle prime elezioni amministrative, dopo il Fascismo, partecipò alla campagna elettorale, anche se non ancora elettore, a sostegno della lista dei socialcomunisti e come attivista nella successiva campagna per l'elezione della Costituente e per il referendum istituzionale del 2 Giugno 1946.
Subito dopo costituì il Circolo Giovanile Comunista e partecipò al Congresso Nazionale del Fronte della Gioventù Comunista che ebbe luogo a Bologna.
Con il compimento del 18° anno di età, così come previsto dallo statuto, entrò come tesserato nel PCI rinnovando la tessera fino alla trasformazione dello stesso in Partito Democratico della Sinistra (PDS) al quale rimase iscritto per un solo anno.
Nel PCI divenne quasi subito Segretario di sezione e, nel Congresso Provinciale, che ebbe luogo dopo il grande movimento dell'occupazione delle terre, fu eletto nel Comitato Federale. Nel 1950 fu chiamato a lavorare in Federazione Provinciale; in seguito entrò nella Segreteria Provinciale; nel '59 divenne vice segretario della Federazione e le '64 succedette, quale segretario provinciale, ad Antonio Ventura, incarico che mantenne per oltre quattro anni; in seguito ebbe incarichi nella segreteria regionale.
In quegli anni, con la scoperta del metano nella Valle del Basento, si sviluppò la grande lotta per l'industrializzazione della quale Giuseppe Pace fu uno dei protagonisti. Al Congresso Nazionale del PCI del 1966 fu eletto nella Commissione Centrale di Controllo che, insieme al Comitato Centrale, costituivano i massimi organismi nazionali del Partito Comunista Italiano (prima di lui, tra i lucani,  solo Michele Bianco aveva fatto parte di tale organismo).
Nel corso degli anni ha partecipato ai lavori del Partito Comunista Italiano in vari settori di attività, fra cui commissioneAngelo Buono di organizzazione, enti locali, sanità e sicurezza sociale, emigrazione, anche con formazione all'estero.
Domenico MucciNel 1952, eletto consigliere comunale nella lista della sinistra, capeggiò il gruppo di opposizione. Nel 1956 la sua lista conquistò la maggioranza relativa e divenne sindaco, carica che occupò per l'intero mandato. Nelle amministrative successive (1960) la lista della sinistra conquistò la maggioranza assoluta e Giuseppe Pace divenne nuovamente sindaco. Questo secondo mandato lo esercitò solo in parte, sia per i suoi impegni politici  a livello provinciale e regionale che per l'azione persecutoria della Prefettura di Matera. Fu sostituito dall'assessore anziano Angelo Buono e poi dal nuovo sindaco Domenico Mucci.
Nei periodi in cui occupò la carica di sindaco partecipò a congressi nazionali di organizzazioni dei comuni, quali l'ANCI, la Lega per le Autonomie Locali della quale, nel 1969, al Congresso di Bologna, fu eletto Consigliere Nazionale. In qualità di Sindaco di Miglionico fu tra i promotori della costituzione del Consorzio Industriale di Matera e fece parte della sua  assemblea, il Consiglio Generale.
Durante le prime elezioni regionali del 1970 fu eletto consigliere, dedicando il massimo impegno in modo particolare ai problemi della sanità e sicurezza sociale, dell'emigrazione, dell'agricoltura, istituzionali e amministrativi. Durante gli ultimi tre anni del suo mandato fu eletto Presidente del Consiglio Regionale.
Con la crisi dei partiti, in seguito ai fatti di tangentopoli, insieme ad un gruppo di amici di varie estrazioni politiche di sinistra, costituì il Centro di Iniziative e di Analisi Culturale e Politico (CIACP), sostenendo che si può e, anzi, si deve continuare a fare politica con rinnovata passione anche senza una diretta presenza nei partiti.

Giuseppe Pace mori a Matera il 12 Dicembre 2016
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MIGLIONICO. Lutto nel mondo della politica e della cultura del Materano. All’età di 88 anni è scomparso Giuseppe Pace ex sindaco di Miglionico ed ex consigliere regionale. Protagonista di spicco dell’attività politica, quale militante del PCI (Partito Comunista Italiano), Pace è morto a Matera, ieri mattina (lunedì 12 dicembre), verso le 6,30, nella sua abitazione, in via Nazionale. Era malato da alcuni mesi. Il suo nome è indissolubilmente legato all’impegno politico. Di famiglia economicamente povera, “Peppino” (come amorevolmente era chiamato in paese) è stato un’autodidatta della politica: negli anni Cinquanta diventa segretario cittadino del PCI ed entra a far parte della Federazione provinciale del partito. Nel 1952 viene eletto per la prima volta consigliere comunale di Miglionico nella lista di sinistra: è capo gruppo di opposizione. Poi, nel 1956 la sua lista conquista la maggioranza relativa e diventa sindaco del paese, carica che occupa per l’intero mandato. Nelle elezioni amministrative successive (1960), Giuseppe Pace si conferma nuovamente sindaco. Resta in carica per due anni: nel 1962, per i suoi impegni politici a livello provinciale, si dimette dalla sua carica di sindaco e lascia l’Amministrazione comunale: nel 1959 era diventato vice segretario provinciale della Federazione. Negli anni Sessanta, con la scoperta del metano nella Val Basento, vi svolge un ruolo di primo piano nel processo di industrializzazione. Al congresso nazionale del PCI del 1966 viene letto componente della Commissione centrale di controllo che, unitamente al Comitato centrale, costituivano i massimi organismi nazionali del PCI: prima di lui, tra i lucani, solo il deputato Michele Bianco aveva fatto parte di tale organismo. Nel 1970, alle prime elezioni regionali, viene eletto consigliere per il PCI. E durante gli ultimi tre anni del suo mandato ricopre la carica di presidente del Consiglio regionale. Negli anni Novanta, insieme a un gruppo di amici di varie estrazioni politiche di sinistra, costituisce a Matera il “Centro di iniziative e di analisi culturale e politico (CIACP), affermando che “si può e, anzi, si deve continuare a fare politica con rinnovata passione anche senza una diretta presenza nei partiti”. Commosso il ricordo che ne traccia il prof. Domenico Lascaro, dirigente scolastico miglionichese in pensione: “Con la scomparsa di Giuseppe Pace – dice -  se ne va un pezzo di storia politica regionale. Lascia in eredità la sua capacità di elaborazione e proposta politica, unitamente alla sua libertà di pensiero, quella di un leader che, spesso, ha saputo essere anche una voce critica all’interno del suo partito”. Lascia la moglie Angela Abatangelo, due figli, Michele e Pasquale e quattro nipoti: Alessandra, Paride, Angela e Bianca. I funerali si svolgeranno oggi, a Matera, alle 15, nella chiesa di San Rocco. Giacomo Amati (13.12.2016 da La Gazzetta del Mezzogiorno)

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