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Il Quotidiano della Basilicata
21.06.2012
Si conclude il corso per un’informazione corretta sulle tematiche ambientali
Eco-minacce per superesperti
Ieri a Miglionico l’ultimo confronto, oggi a Ferrandina si tirano le somme
Foto: Il Quotidiano della BasilicataMIGLIONICO - Il rischio desertificazione in Italia, le piene dei fiumi e le risorse idriche. Questi i temi su cui è proseguito anche ieri il confronto tra docenti e partecipanti al Corso di formazione ambientale che si è svolto al Castello di Miglionico e oggi si concluderà a Ferrandina, organizzato da Rai Basilicata e Università degli Studi della Basilicata con i patrocini di Ministero Ambiente, Regione Basilicata, Confindustria, Ordine dei Giornalisti, Ferpi e il sostegno di Enel. Secondo Agostino Ferrara dell’Unibas «il degrado e la desertificazione del territorio e degli ecosistemi (Ledd) ostacolano il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile e accrescono la vulnerabilità delle regioni colpite». Le risposte positive alle Ledd sono quelle che mirano a prevenire il deterioramento delle risorse e a proteggere e a preservare l’ambiente. Ferrara ha sottolineato l’importanza di non confondere - quando i media parlano di incendi - il termine «piromane» con quello di «incendiario» che distingue una situazione patologica da un gesto malsano. Il dissesto idrogeologico rappresenta una criticità per il nostro paese. «Non c’è la dovuta attenzione sulla pianificazione e sull’aggiornamento dei piani di assetto idrogeologico (Pai)» ha osservato Vito Iacobellis del Politecnico di Bari. «La direttiva 2007/60 CE pone l’obbligo dell’aggiornamento dei Pai al 2013 e ad oggi l’Italia non ha ancora definito la configurazione dei distretti idrografici previsti dal d.lgs 152/06. L’esperienza di Genova - ha aggiunto Iacobellis - insegna che il ruolo pianificatorio dei Pai non può essere sostituito anche dai più moderni sistemi di previsione in tempo reale (Real Time Forecasting)». Attualmente 500 milioni di persone vivono in Paesi in cui la limitazione idrica è permanente. Entro il 2050 circa metà della popolazione mondiale ( oltre 4 miliardi di persone) vivrà in Paesi in cui si avranno problemi cronici di reperimento di risorse idriche. A lanciare l’allarme è Salvatore Manfreda dell’Unibas secondo il quale «l’aumento della popolazione e gli effetti dei cambiamenti climatici determinano una elevata criticità per la gestione delle risorse idriche». Entro il 2090 si prevede un aumento delle temperature medie di circa 2-3 gradi centigradi con una possibile riduzione delle precipitazioni soprattutto nel sud Italia. «Il territorio nazionale fa registrare un consumo idrico per persona tra i più alti al mondo. I consumi diretti sono pari a 350 litri per abitante al giorno e quelli complessivi –tra diretti e indiretti- raggiungono addirittura i 2500 lt/ab/gg». «L’Italia è un Paese geologicamente giovane e pertanto soggetto alle frane. Sei mila comuni su otto mila sono a rischio» ha sottolineato il geologo Francesco Sdao dell’Unibas che ha illustrato vari tipi di monitoraggio e tecniche di consolidamento. «I danni causati dalle frane rappresentano 1,5 per mille del Pil e il nostro Paese è secondo solo al Giappone per costi sostenuti. Dal 1400 ad oggi in Italia si contano 10.555 vittime, 2.019 solo nel Vajont di cui il prossimo anno ricorre il 50esimo anniversario dalla tragedia» ha detto Sdao. In conclusione sono state anche riportate, come prassi del corso, le buone notizie sull’ambiente. E’ emerso che dopo carta, plastica e vetro sono i mozziconi di sigaretta l’ultima frontiera del riciclaggio. Negli Stati Uniti c’è la doppia tendenza a prevedere un rimborso di 1 centesimo per ogni cicca recuperata, come a New York, ma pure le maniere forti decidendo, come in altre città americane, di multare con 100 dollari chi getta in strada mozziconi di sigaretta. Infine è stato ricordato il riconoscimento assegnato al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini che ha ricevuto, nell’ambito delle iniziative collaterali di Rio+20, il premio Eawards per il suo impegno ventennale a difesa dell’ambiente.

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