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DOMENICO LASCARO
8 Aprile 2013
IL CAOS NELLO STALLO
di Domenico Lascaro

MIGLIONICO. Caro Giacomo, non insistere sul “politologo”; non vorrei che i veri politologi mi denunziassero per appropriazione indebita di titoli. Parliamo di cose più serie. Mi poni altre tre domande di notevolissimo spessore e di urgente attualità. Provo a risponderti con l’umiltà e la sincerità che mi sono proprie.
Dopo le aperture di Franceschini e di Renzi ad allacciare un dialogo con il PDL, mi chiedi se sta crollando il secondo muro di Berlino; prima di commentare la lettera di Bersani alla Repubblica di stamane, non mi sembra che quelle aperture mirassero a stringere una vera alleanza con Berlusconi. Da una parte gli si riconosce il peso dei suoi consensi, non di serie B, dall’altra gli si nega il diritto di far parte a pieno titolo di un governo PD-PDL. Per celia si può dire che il ritmo è “allegretto ma non troppo”.
Bersani comunque con la sua missiva di stamane ha chiarito definitivamente il suo pensiero: no a governissimi, ma accordi limitati su problemi istituzionali e di emergenza economica. Ma con quale governo? E qui casca l'asino. E’ disposto anche a fare un passo indietro se le circostanze lo richiedessero. Quelle circostanze erano già presenti quaranta giorni addietro, per cui è ormai improcrastinabile il suo passo indietro. Se lo stesso facesse Berlusconi, sarebbe più facile dar vita ad un governo di alto profilo tecnico-politico (chiedo scusa ai lettori, se mi ripeto) composto da esperti super partes e da esponenti non di primo piano dei partiti interessati.
L’ipotesi iniziale con Barca presidente e Gianni Letta Vice, mi sembra ancora la più attuale. Il tempo di uno/due anni per fare le riforme e poi tornare al voto. I partiti avrebbero tutto il tempo per riorganizzarsi e il Paese ne guadagnerebbe. Questa idea comincia a farsi strada tra i più accreditati commentatori politici con la speranza che possa realizzarsi dopo l’elezione del nuovo Capo dello Stato.
E veniamo alla seconda domanda: Gianni Letta Presidente? E’ da escluderlo nella maniera più assoluta. Non per motivi personali, s’intende, ma perché non è al di sopra delle parti, è sempre stato dietro le quinte a influenzare una politica fallimentare e poi perché non ha il physic du role. Il Capo dello Stato va cercato tra personalità non espressione dei partiti, ma tra persone di alto valore morale, competenti e capaci di mediare fra le diverse anime del Paese. Non sarà facile, basta cercarle.
Che dire poi di Grillo e dei grillini? Sono la vera novità del panorama politico italiano. Molte loro istanze sono condivisibili; giusta la loro richiesta di costituire subito le commissioni parlamentari; incomprensibile il diniego di partecipare a qualsiasi forma di governo del Paese. Il disprezzo di Grillo verso i partiti, i giornali e gli intellettuali nasconde un parossismo ideologico che vuole azzerare ogni forma di democrazia. La follia di una democrazia estemporanea, via web, è anacronistica e irrealizzabile.
La partecipazione ha bisogno di uomini in carne ed ossa che si confrontano reciprocamente e danno vita a progetti condivisi. Mi chiedo, per concludere, fino a quando 163 giovani parlamentari rinunceranno alla propria autonomia di pensiero e alla dignità di uomini liberi e non eterodiretti da un capo solo al comando? Domenico Lascaro

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