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MARIANGELA LISANTI
Il Quotidiano della Basilicata
8 Febbraio 2011

Nella nuova silloge 39 liriche di intenso intimismo
Con i versi di Amalia attraverso “Fili di memoria”
Amalia MarmoMatera. «La poesia leopardianamente intesa come rimembranza, incantata tessitura di fili di memoria, come suona il trasparente sottotitolo. Anche qui, come in Vento del Sud e in Le rose di Pieria, affiora alla superficie dei versi l'acuta sensibilità di un animo romantico, avvezzo allo scavo interiore, studioso di dar voce ad una profonda inquietudine esistenziale, tramata di domande metafisiche, di indugi nostalgici su percorsi, vicende, volti amati, di primavere di speranze come di amare ombre di disinganni ». Così Franco Trifuogi, saggista e critico letterario della poesia di Albino Pierro e di autori di testi teatrali, definisce “Mnemo - syne,- Fili di memoria”, la nuova silloge della poetessa Amalia Marmo. «Anche in questa raccolta - prosegue Trifuogi, nella prefazione - la Marmo conferma la nobiltà di una personalità letteraria fervida di fermenti psicologici e ricca di feconda sensibilità estetica: doti, queste, che le hanno consentito di imporsi all'attenzione dei lettori e della critica per l'autenticità dell'ispirazione e l'immaginosa malìa del dettato lirico». “Anche le pietre”, “Ballata”, “Con le suole del vento”, “Memoria infante”, “Ri - chiamo”, “Rifugio”, “Felicità sospesa”, “Il grande amico” (dedica - ta al fratello Franco Bruno), “Quando fa sera”, “Del male degli uomini”, “L'unica realtà” sono solo alcune delle 39 poesie contenute nel testo.
Amalia Marmo è nata a Miglionico e vive a Marconia di Pisticci. Laureata in Lettere classiche, ha conseguito molti riconoscimenti letterari sia in ambito regionale che nazionale. Oltre ad essere presente in varie antologie di poesia e critica letteraria, ha pubblicato “Vento del sud” (Associazione In Loco-Archivia, 2004), “Le rose di Pieria (Imd Lucana, Pisticci 2007) e curato la prefazione alle opere di altri autori. «La memoria - spiega Teresa Gentile, nella postfazione al testo - è un voler ricordare episodi che appartengono alle piccole storie e alla Storia ed è lo strumento musicale dei ricordi, poiché permette di riascoltare l'armonia del proprio passato che diviene sempre più presente e struggente con il passare inesorabile degli anni e poi,con delicatezza, ci aiuta grazie al ricorso della pacata nostalgia, a passare alla vita divina. Manipolando i magici fili della memoria, la nostra poetessa, con singolare sensibilità, ne ricava dolcissime armonie, capaci di rivelarci e comunicare emozioni, valori e circostanze che, pur essendo personali, in fondo appartengono ad ogni uomo, senza alcuna barriera spazio-temporale».
Mariangela Lisanti

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