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ANNA TERLIMBACCO 
Il Quotidiano della Basilicata
Controsenso
9 Febbraio 2011

A scuola per socializzare
L'esperienza didattica di Miglionico
Giacomo AmatiMIGLIONICO. Fare e andare a scuola a Miglionico oggi, in un momento in cui la "riforma "non ha prodotto ancora nessuna forma di dinamismo, sembra avere un problema in più:l'assenza di stimoli a fare di più che fa venir meno la possibilità di tentare nuove strade dìdattiche. Insegnare e imparare, due verbi antagonisti, ma, super protagonisti quando si parla di scuola. Verbi che ben evidenziano due status, due posizioni sociali, due ruoli e quindì una serie dì comportamenti regolati da norme in virtù delle quali gli individui interagiscono tra dì loro in una esperienza di vita, la scuola, appunto, che è una tappa fondamentale nel percorso che sviluppa la socialità dì un individuo. Ma qual è oggi la condizione dì vita dell'istituzione scolastica dì cui si parla sempre e tanto?" Certamente è un luogo privilegiato per fare aggregazione, socializzazione, mettere insieme persone diverse e capire punti dì vista ed esigenze degli altri" sottolinea Giacomo Amati, Dirigente dell'Istituto Comprensivo Don Donato Gallucci di Miglionico. Dire che la scuola è palestra di vita non è un luogo comune -.E' lì che si impara a leggere, a scrivere, a contare, ma, si impara anche a conoscere se stessi e gli altri. Si impara a stare con gli altri, a confrontarsi con la vita stessa, ci si forma, anche se , come dice Amati, "oggi la scuola non è più un punto di riferimento ...e la famiglia neanche e diventa difficile immaginare un'altra agenzia dì socializzazione. La difficoltà maggiore sta nel non riuscire ad essere al passo con i tempi. È come se la scuola non riesce a fare innovazione, e, invece dì fare da traino va a rimorchio della società civile. Inoltre, in passato lo studio e quindi "la scuola era vista come una possibilità di riscatto, ci si impegnava molto. Oggi, nella maggior parte dei casi, la sensazione che si ha è che la scuola non è più una priorità". Eppure in una realtà piccola come Miglionico andare a scuola potrebbe essere considerata una possibilità in più, ma invece la tendenza è la stessa, nella maggior parte dei casi i ragazzi fanno l'indispensabile". Potrebbe essere questo un riflesso di qualcosa che sta accadendo nella società? E, se è cosi, cercare di correggere questo atteggiamento a scuola potrebbe offrire la possibilità di guarire un po' anche la società dai pensieri che oggi la attanagliano e fanno abbandonare anche la voglia di cercare una possibilità per stare meglio tutti? "Beh" dìce Amati, che prima di essere Dirigente è stato maestro, allievo, io ho sempre avuto delle aspettative alte, dall'alfabetizzazione culturale alla possibilità di conoscere i diritti e creare le condizioni per poterli esercitare,imparare a vivere nel senso della responsabilità, della libertà". Oggi "bisognerebbe far leva sugli insegnanti per cercare di interagire con i ragazzi e far sì che vedano nella scuola un valore, e far in modo che le famiglie vedano nella scuola una alleata"preziosa e non una istituzione antagonista. Formare, educare,allora, i verbi da affiancare ad imparare ed insegnare, ma, pare proprio che non vada messo da parte un verbo molto importante, stimolare. Sì, stimolare la voglia di conoscere veramente se stessi, il mondo, gli altri e regalarsi delle possibilità in più senza mai appiattirsi, questo potrebbe restituire alla scuola il ruolo di "lievito della società". come dice Amati, in modo che la scuola "non perda la propria ragione dì essere". ANNA TERLIMBACCO

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