.

Home Page

 

Index Stampa locale e nazionale

Stampa pagina

CHIARA LOSTAGLIO 
Il Quotidiano della Basilicata
15 Marzo 2011
Presentato a Rionero il volume dello storico Cinnella
Sulle orme di Crocco il “Napoleone dei briganti”
Carmine Crocco. "Un brigante nella grande storia" di Ettore CinnellaRIONERO - “La vita del brigante è brutta? - E' una vita indipendente. -Ma ammazzare gli altri?- Il brigante è come la serpe, se non la stuzzichi non ti morde. Trovate giusto che l'esercito freni il brigantaggio? - Sì, il brigante che ammazza un soldato piange, pensando che è un uomo che lascia la madre, i figli… Ma solo colla clemenza si potrebbe frenare il brigantaggio...”. Con tale confessione di Carmine Crocco resa a Salvatore Ottolenghi nel carcere di Portoferraio, nel 1903, si introduce l'ultimo lavoro di Ettore CinnellaCarmine Crocco, un brigante nella grande storia”, edito da Della Porta (pag. 177, 2010). Ettore Cinnella, originario di Miglionico, è stato docente di Storia contemporanea e di storia dell'Europa orientale all'università di Pisa. Con i suoi scritti e ricerche ha attraversato le vicende meridionali, e pubblicato negli anni scorsi “Il grande brigantaggio (1861-1865): una ferita nella storia d'Italia”. Ancora Crocco dunque incrocia il suo percorso di storico e di intellettuale, in una narrazione vagamente romanzata sulla vita del brigante lucano (originario di Rionero in Vulture, dove era nato il 5 giugno 1930) di cui, proprio durante le celebrazioni unitarie, si auspica che la cultura nazionale, lungi da futili retoriche, ritagli spazi necessari per una volontà di rianalizzare il fenomeno, per quanto rimanga scomodo. Pertanto, sarà il caso di confermare le radici sociali del brigantaggio, alimentato certo dalla spaventosa miseria dei contadini e dall'abisso che divideva galantuomini e cafoni, gente di fatica la cui unica aspettativa di vita era avere una famiglia e lavorare, dall'alba al tramonto, soltanto per sopravvivere. Ignoranza e miseria, invecchiamento precoce e migrazioni: su questo fronte, l'autore traccia un percorso storiografico circa la cosiddetta prima grande tragedia nazionale. Se ne è discusso di recente nel Palazzo Fortunato, per iniziativa del Comune di Rionero e su proposta del Cine- Club Vittorio De Sica. Presenti all'incontro con l'autore, il sindaco Antonio Placido, il ricercatore Gianni Maragno ed Armando Lostaglio del cineclub De Sica. Una ricostruzione, quella di Cinnella - è stato ribadito - che affronta i documenti di chi Crocco conobbe in maniera diretta. Si va dalla biografia del capitano Massa fino a toccare gli studi dei lombrosiani circa la criminalità antropologica. Ma a Cinnella, probabilmente, interessa anche rileggere con passione civile una personalità, quale quella del “Napoleone dei briganti” (come venne definito dal lombrosiano Ottolenghi), che sapeva leggere e scrivere, rara eccezione per quegli anni, e che ottenne sorprendenti vittorie militari, seppur a capo di bande di irregolari, cui, tuttavia, diede a suo modo una certa dignità e disciplina. In bilico fra leggenda e cronaca, Carmine Crocco è riletto in controfigura soltanto al mito di Garibaldi. Solo che la storia ha preso pieghe diverse, soprattutto nella sua divulgazione: briganti gli sconfitti ed eroi nazionali i vincitori. Centocinquant'anni che vengono celebrati e festeggiati, dunque, ma che rischiano proprio in quanto celebrazioni, di lasciare in ombra qualche pagina certo meno esaltante, ma che ha comunque assunto un ruolo nella costruzione della nascente nazione. Con la biografia di Crocco, Cinnella opera il tentativo di far nuova luce, appena realizzata l'Unità d'Italia, sulla tragedia nazionale, a causa della quale «lo Stato unitario nasceva con una ferita che non si sarebbe rimarginata facilmente». CHIARA LOSTAGLIO

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375