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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI
La Gazzetta del Mezzogiorno
17 Febbraio 2011
Tragedia sfiorata per cinque sportivi miglionichesi

Salvatore Moro in ospedale ha ricevuto la visita del capitano e di un dirigente del Pozenza (Foto: La Gazzetta del Mezzogiorno)MIGLIONICO. Tragedia sfiorata per cinque sportivi miglionichesi, selvaggiamente picchiati da un gruppo di pseudo tifosi del Potenza: una giornata di sport s’è trasformata in un pomeriggio da incubo. Dopo ciò che è accaduto nel piazzale dello stadio Viviani, per loro, sarà certamente difficile recarsi, in futuro, in uno stadio per assistere ad un’altra partita di calcio. “Non ci sono parole per spiegare ciò che ci è capitato- dichiara B. M., uno dei cinque tifosi aggrediti. Eravamo appena arrivati in prossimità dello stadio, quando, all’improvviso, siamo stati assaliti, come, immagino, può accadere soltanto a dei poveri agnellini quando entrano nel mirino di un branco di lupi famelici. Mi ero recato a Potenza- continua- con lo spirito di chi va a fare una gita e con la curiosità di vedere dal vivo il famoso stadio Viviani, teatro di tante belle partite disputate dal Potenza negli anni Settanta, quando militava in serie B. Non faccio parte di alcuna tifoseria organizzata. Ho vissuto un’esperienza allucinante: prendevo botte senza sapere perché. Facevo fatica a credere ai miei occhi. Non immaginavo che potesse accadere una cosa del genere. Sono salvo per miracolo”. In paese, intanto, non si parla di altro che di questo episodio di violenza. Ci si chiede: ma come è potuto accadere una cosa del genere? Cosa sarebbe stato possibile fare per prevenirla? “E’ difficile prevenire una cosa così incomprensibile- osserva Franco Centonze, appassionato di sport. Per sperare di poter impedire episodi del genere, non c’è che una strada da seguire: è quella di far crescere la cultura dello sport, che si nutre dei valori del rispetto reciproco, facendola radicare soprattutto tra i giovani. La violenza è  come un nemico invisibile e subdolo: va combattuta con azioni preventive, fondate sul senso di responsabilità”. Sulla stessa lunghezza d’onda si pone Francesco Micciantuono che sottolinea come, spesso, nelle manifestazioni a carattere sportivo, certi tifosi “vogliono trasformarsi da spettatori in protagonisti negativi, frustrati da tante angosce quotidiane”. Giacomo Amati

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