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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI
La Gazzetta del Mezzogiorno
16 Luglio 2011
Psichiatria

Foto: dalla reteMIGLIONICO. Da una psichiatria basata sull’esclusione e l’internamento ad una pratica di cura della salute mentale fondata sull’inclusione e il rispetto dei diritti delle persone affette da disturbo mentale. Sul tema si sono confrontati psichiatri quali Raffaele Barone, Marco D’Alema, Fedele Maurano ed esperti del settore come Giuseppe Salluce e Angelo Bianchi nel corso del convegno, “Psichiatria di comunità: un modello di intervento socio sanitario”, che s’è svolto nell’Auditorium del castello del Malconsiglio. Presente, tra gli altri, il sindaco Angelo Buono, che ha fatto gli onori di casa. Il seminario, che è stato patrocinato dal Comune di Miglionico e dalla Lega Coop di Basilicata, in collaborazione col Distretto sanitario mentale dell’azienda sanitaria di Matera, ha avuto il merito di evidenziare come la sofferenza mentale debba essere riconosciuta e non rimossa in un istituto. Prima che entrasse in vigore la riforma Bisaglia (legge 180 del 1978), la precedente legge psichiatrica, in vigore dal 1904, affermava il principio secondo cui il malato di mente “era pericoloso per sé e per gli altri” e, di conseguenza, andava curato in un apposito istituto, cioè nel manicomio, vale a dire in una sorta di carcere per malato di mente o presunto tale. In realtà, in un luogo del genere, i malati più che essere curati e guariti, spesso, venivano torturati, legati a letto e costretti a subire l’elettroshock. “L’attuale legge, invece, osserva Giovanni Centonze, presidente della “Vita Alternativa”, che gestisce la locale comunità, la “Casa famiglia”, ove trovano ospitalità una decina di persone, precisa che il malato è una persona sofferente che va curata in un luogo accogliente e terapeutico per essere reinserita nella società”. In conclusione, due sono state le note più significative emerse nel corso del convegno. La prima: è stata senz’ altro efficace il processo di riforma che ha portato alla chiusura dell’ospedale psichiatrico, perché risultava essere un luogo disumano, ove il malato era privato di libertà, relazioni e ruolo sociale per essere soltanto oggetto di custodia e, purtroppo, molto spesso, anche di violenza fisica. La seconda: la riforma afferma, inoltre, l’importanza di costruire, nelle comunità, una rete di servizi per farsi carico della domanda di salute mentale proveniente dal territorio, al fine di promuovere percorsi individuali e collettivi di salute e d’emancipazione sociale. Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375