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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI
La Gazzetta del Mezzogiorno
12 Agosto 2011
Omaggio alla storia di Miglionico: La congiura dei Baroni

Nunzia DecollanzMIGLIONICO. Omaggio alla storia di Miglionico. Un episodio saliente, tra i più significativi, senz’altro il più conosciuto dall’opinione pubblica, non solo miglionichese, sarà ricordato domani sera (domenica, 14 agosto), in piazza Castello (alle 22), nell’ambito della rassegna, “SeRestate a Miglionico 2011”, promossa dalla locale Amministrazione comunale: è la famosa “Congiura dei Baroni” (1485) contro il re di Napoli, Ferdinando I d’Aragona. Alla cerimonia di rievocazione parteciperanno, tra gli altri, oltre al sindaco Angelo Buono, che farà gli onori di casa, Vincenzo Folino, presidente del Consiglio regionale di Basilicata, unitamente al consigliere regionale miglionichese, Giuseppe Dalessandro, all’assessore regionale alle Attività Produttive, Erminio Restaino e Giuseppe Perri, direttore APT di Basilicata. Un film di emozioni che avrà inizio sin dal pomeriggio (alle 16,30) con la sfilata in costume dell’epoca per le vie del centro storico, spettacolo di falconeria, animazione con musiche e scenografia curate dall’artista miglionichese Nunzia Decollanz; la consulenza storica dell’evento, invece, è stata affidata al prof. Giampaolo D’Andrea e all’arch. Luigi Bubbico. In pratica, sarà riproposto la rievocazione storica della “Congiura dei Baroni”: sarà proprio da questo episodio che il maniero prenderà la denominazione di “Malconsiglio”. In sintesi, eccone il racconto. La congiura fu ordita dai baroni contro il re di Napoli Ferdinando I d’Aragona, ritenuto colpevole di aver aumentato la pressione fiscale sui feudatari. Per contrastare l’avanzata dei Turchi, che volevano invadere e assoggettare le regioni del Sud d’Italia, il re Ferdinando fu costretto a racimolare ingenti risorse economiche, aumentando le tasse, che i baroni non erano disposti a sopportare. A ciò si aggiungeva l’odio da parte della baronia nei confronti del crudele Alfonso duca di Calabria, figlio del re Ferdinando. Fu così che i feudatari ordirono una congiura per togliere di mezzo la dinastia aragonese. La stessa, organizzata dai baroni delle regioni meridionali, inizialmente fu appoggiata anche dal papa Innocenzo VIII, in discordia col re Ferdinando. Tra i congiurati figuravano, tra gli altri, Girolamo Sanseverino, feudatario delle terre di Miglionico, Pirro del Balzo, principe di Altamura, il marchese di Bitonto, i duchi di Melfi, di Nardò e di Salerno e persino Antonello Petrucci, segretario particolare del re Ferdinando. La riunione dei congiurati si svolse proprio nel salone più grande del castello miglionichese, da allora, indicato “Malconsiglio”. Grazie ad un’informazione segreta, frutto di spionaggio del servizio di “intelligense” del re, il sovrano di Napoli seppe la notizia, minacciò di invadere lo Stato pontificio e costrinse papa Innocenzo VIII a ritirarsi dalla lotta. I baroni, rimasti soli, si sottomisero al sovrano che fece finta di perdonarli. Ma, poco dopo, violando i patti, nel corso di una riunione conviviale, li fece imprigionare e decapitare, tutti. Giacomo Amati

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