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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

27 Maggio 2013
Che fine ha fatto il canile comunale?
di Giacomo Amati

MIGLIONICO. Che fine ha fatto il canile comunale costruito da pochi anni e mai utilizzato? La domanda è al centro di un’interrogazione rivolta al sindaco Angelo Buono (Pd) dal consigliere comunale di minoranza Nicola Aspriello (Pdl). “La struttura, fatta costruire (una decina di anni fa) dall’Amministrazione comunale di centrosinistra, guidata dall’ex sindaco Giuseppe Dalessandro (Pd), in contrada Pozzo Calapreci, conosciuta anche come contrada Acquare - si legge nell’interrogazione – risulta completata ad eccezione di alcune parti accessorie (mancano le porte e la recinzione di alcuni box). Perché non viene usata?” A parere di Aspriello, il mancato utilizzo del canile è riconducibile a tre ragioni essenziali: la prima fa riferimento alla presenza, nella stessa zona, dell’impianto di depurazione delle acque reflue che causa emissione di rumori ed odori nauseabondi; il secondo motivo va ricercato nel fatto che la struttura è stata realizzata sulla soglia di un torrente che in occasione di straripamento deposita fanghiglia all’interno dei box e dell’ambulatorio presenti all’interno del canile; infine, la terza ragione consiste nella precaria condizione della strada sterrata di accesso all’edificio che presenta dei cedimenti dovuti all’erosione da parte dell’acqua del torrente che scorre nelle vicinanze. Da qui la domanda: perché, dinanzi a tali ostacoli naturali si decise, comunque, di costruire il canile proprio in quella zona? Da parte sua, il sindaco Buono spiega che il costo complessivo dell’opera è di 120 mila euro (70 mila a carico della Regione; 50 mila finanziati dalle casse comunali). La struttura, che conta 25 box, con un piccolo locale da adibire ad ambulatorio veterinario, può ospitare un numero massimo di 75 cani: fu costruita in quel sito perché era l’unico disponibile, tra quelli di proprietà del Comune.  “Attualmente, le dimensioni del canile – afferma il sindaco – non consentono di avere una gestione economicamente conveniente. I costi di gestione sarebbero superiori alla spesa annuale (80 mila euro) che il Comune sopporta per assicurare il ricovero dei cani randagi miglionichesi presso una struttura attrezzata di Matera”. Ma, allora, come può essere usato, in modo utile, l’edificio? “L’utilizzo economicamente più sostenibile e funzionale della struttura – dichiara il sindaco – può essere quello di trasformarla in canile sanitario per ospitare temporaneamente cani soggetti ad operazioni di sterilizzazione o di altro genere per la loro degenza”. Giacomo Amati

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