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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

3 Novembre 2013
Regole più severe per i cittadini proprietari di cani
di Giacomo Amati

MIGLIONICO. Servono nuove e più severe regole per i cittadini proprietari di cani. E non guasterebbe neppure un maggiore rigore nel far rispettare quelle già esistenti. Passeggiare per alcune strade cittadine, per lo più, quelle di periferia, per i cittadini miglionichesi, spesso, comporta un certo disagio: alcuni tratti di strada, soprattutto i marciapiedi, sono cosparsi di escrementi dei cani. Uno scenario decisamente sgradevole. Non si tratta semplicemente di un problema estetico, nel senso che non è bello vedere alcune strade così malridotte. Esiste anche un problema di igiene: per i bambini, ma anche per gli adulti può sorgere il rischio di essere contagiati da malattie infettive. La normativa vigente ha abolito il divieto di accesso ai luoghi pubblici per gli animali domestici (cani e gatti): adesso, non c’è più il divieto di farli entrare nei bar, eccetera. Tutto ciò, però, non deve esimere i proprietari degli animali da compagnia dal dovere di custodirli. Sarebbe auspicabile, allora, che i proprietari dei cani, quando li portano a passeggio negli spazi urbani, utilizzassero i sacchetti e le palette per raccogliere, eventualmente, le loro feci, anziché lasciarle per strada. In sostanza, va fatto rispettare il principio che il proprietario del cane dovrà essere responsabile dei danni eventuali provocati dall’animale. Al Comune spetta il compito di dotarsi di un regolamento e di farlo rispettare. Si tratta di elencare doveri e responsabilità del detentore di cani e gatti, prevedendo, a carico degli inadempienti, delle precise sanzioni che potrebbero essere costituite sia dalle multe sia dal provvedimento di confisca dell’animale stesso. In definitiva, il regolamento comunale dovrebbe salvaguardare un principio di base: l’animale domestico potrà accompagnare il padrone ovunque, purchè non leda i diritti di nessuno. La libertà di una persona non può configurarsi come libero arbitrio: finisce dove comincia quella degli altri. Giacomo Amati

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