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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

6 MArzo 2014
L’agricoltura biologica cresce ma la cooperazione non decolla
di Giacomo Amati

MIGLIONICO. Agricoltura biologica a basso impatto ambientale nell’agro miglionichese. Gli alimenti prodotti non contengono organismi geneticamente modificati (Ogm) e non denotano neppure la presenza di fitofarmaci, ovvero tracce di sostanze chimiche. In pratica, l’ecosistema agricolo locale sfrutta, per lo più, quella che è la naturale fertilità del suolo. Gli agricoltori, in particolar modo quelli più anziani, praticano la biodiversità dell’ambiente, attuando un’agricoltura assolutamente ecologica, i cui aspetti distintivi sono costituiti dall’uso prevalente di sostanze organiche. La coltivazione dei terreni avviene con l’ausilio di vari mezzi meccanici: la tecnologia utilizzata è all’avanguardia sia nel settore dell’olivicoltura che in quello della semina e della raccolta del grano. Non decolla, invece, la cultura della cooperazione: neppure il ricambio generazionale ha favorito la diffusione del modello cooperativo che, purtroppo, nell’immaginario dei contadini locali continua a rappresentare un’idea scarsamente funzionale sia per quanto riguarda l’aspetto produttivo che per quel che concerne il ricavo in termini di guadagno. Praticamente, in paese non esistono cooperative agricole: le varie attività agricole, da quella cerealicola all’ortofrutta, vengono gestite individualmente, dai singoli contadini che, nei lavori agricoli, sanno fare di tutto. Quali sono i prodotti agricoli che fanno da traino all’economia agricola miglionichese? “Senza dubbio, l’elemento che viene prodotto di più – dichiara il giovane agricoltore, Francesco Matera (37 anni), tra i più qualificati ed apprezzati operatori del settore – è l’olio d’oliva, tanto che, da alcuni anni, se ne registra un incremento sotto il profilo dell’esportazione. Buona è anche la produzione dell’uva e del grano. Invece, la coltivazione e la produzione degli ortaggi viene prevalentemente curata da pochi appassionati contadini”. Quali sono i tempi di lavoro dei campi? “Di norma, in una masseria – spiega Matera – l’attività lavorativa settimanale non conosce soste: si comincia sin dalle prime luci dell’alba e si smette a sera inoltrata”. Un lavoro duro, senza pause, svolto con l’anima e con la passione di chi non s’arrende mai, neppure di fronte alle molteplici difficoltà causate dal clima negativo e da un ritorno economico modesto che certamente, in proporzione, non rispecchia l’impressionante lavoro che quotidianamente viene svolto con competenza e maestria. Ed è quest’ultimo aspetto che, presumibilmente, scoraggia i giovani a dedicarsi a questa faticosa, ma senz’altro nobile professione. Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375