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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

26 Maggio 2014
Cinque volatili di nuovo in volo
di Giacomo Amati

MIGLIONICO. Di nuovo in volo. In alto nel cielo, per godersi l’ebbrezza della libertà, nell’aria, tra le nuvole e il vento. Cinque volatili appartenenti alla famiglia dei rapaci, 4 falchi “grillai” e 1 “pecchiaiolo” , nei giorni scorsi, sono tornati nel loro habitat naturale. Hanno riconquistato la loro libertà, dopo che, per alcune settimane, sono stati curati e nutriti nell’oasi protetta di San Giuliano, nella sede del Cras (Centro recupero animali selvatici), sapientemente diretto da Matteo Visceglia. I 5 rapaci sono stati liberati a conclusione di una suggestiva iniziativa che s’è svolta a “Torre di Fino”, nel rione “Torchiano”, con panorama mozzafiato sulla valle del fiume Bradano che fa da confine tra il territorio dell’agro miglionichese e quello della città dei Sassi. Dopo l’assistenza veterinaria e le cure riabilitative al volo, i falchi hanno riacquistato la forza necessaria per andare a caccia di cibo (per lo più, insetti e piccolo rettili). “Si tratta di uccelli – spiega Visceglia – che, quando sono in volo, hanno un’apertura alare di oltre 1 metro; si distinguono per il loro piumaggio bello e variegato; sono predatori che amano vivere nelle zone ricche di acqua. Per questa fondamentale ragione nidificano soprattutto nell’ambiente naturale della gravina di Matera e nelle grotte che ci sono nell’oasi di San Giuliano”. Certamente, non sono abituati a vivere in uno spazio ristretto, meno che mai, dietro le sbarre di una gabbia. “La liberazione degli animali selvatici – osserva Visceglia – rappresenta un’azione emozionate: simboleggia due valori: uno è quello della libertà che va garantita a tutti i viventi; l’altro è costituito dal rispetto della natura, in una prospettiva di tutela e valorizzazione del principio della biodiversità”. Purtroppo, questi esemplari di rapaci sono a rischio di estinzione anche a causa della sconsiderata azione di alcuni bracconieri che, per fortuna, viene efficacemente contrastata dalla preziosa attività di prevenzione degli agenti del Corpo Forestale dello Stato del reparto speciale, denominato “Noa” (Nucleo operativo anti-bracconaggio). Giacomo Amati

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