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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

3 Agosto 2014
MIGLIONICO
“Premiata pasticceria Bellavista”
di Giacomo Amati

MIGLIONICO. Per la felicità di chi ama il teatro, questa sera, alle 22, nella corte del castello del “Malconsiglio”, nell’ambito della rassegna estiva, “SeRestate a Miglionico 2014”, promossa dalla locale Amministrazione comunale, sarà proposta la commedia, “Premiata pasticceria Bellavista”, di Vincenzo Salemme, a cura della compagnia teatrale ferrandinese, “Sipario Aragonese”, con la regia di Rosanna Tremamunno. I protagonisti principali dell’opera sono i fratelli Ermanno e Giuditta Bellavista, proprietari di una pasticceria annessa alla loro casa. Con loro vive la madre, malata di diabete e di pressione alta. In breve, la trama della commedia: Ermanno ha una relazione segreta con Romina, che, però, è stanca di dover parlare con lui sempre di nascosto e vorrebbe essere presentata agli altri componenti della famiglia. Da parte sua, anche Giuditta ha una relazione occulta con Aldo, pasticciere alle dipendenze dei Bellavista che, però, non nutre alcun sentimento d’amore nei confronti di Giuditta, ma guarda soltanto alla sua ricchezza economica. Da questi intrecci amorosi si dipana tutto il lavoro teatrale, che è caratterizzato anche da una certa carica di “suspense”. Gli altri protagonisti dell’opera sono Carmine, al quale, dopo un incidente automobilistico, vengono prelevati gli occhi, e due amici vagabondi, Memoria e Gelsomina. Di rilievo è anche il ruolo del prof. Rubelli, implicato nel gioco d’azzardo e nel traffico illecito di organi, In pratica, al centro dell’opera ci sono argomenti tratti dalla vita quotidiana, caratterizzati, almeno in parte, da quelli che sono i vizi e i difetti dell’uomo d’oggi: l’avarizia, l’arrivismo, l’ipocrisia, l’indifferenza verso il prossimo. E’ l’uomo egoista che sembra essere animato da un unico obiettivo: quello di ricercare l’avere, ovvero, il possesso dei beni materiali. In scena, quindi, non c’è la ricerca dell’essere, ma un ambiente caratterizzato da uno stile di vita al quanto discutibile. La conclusione dell’opera, poi, si sviluppa all’insegna del  “film giallo”, con Aldo che convince Ermanno e Giuditta ad uccidere la loro madre. Ma  come sarà il reale epilogo della commedia? L’opera, che per certi aspetti, ha un connotato satirico e didascalico, sarà caratterizzata dal lieto fine o segnata da un elemento drammatico? Saranno gli spettatori a scoprirlo e potranno meditare sulla battuta finale di Salemme che dice: “Ciechi, siete poveri ciechi”. Giacomo Amati

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