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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI
La Gazzetta del Mezzogiorno
15 Agosto 2012
Riaperta al culto la chiesa del SS. Crocifisso

MIGLIONICO. Con la benedizione di mons. Salvatore Ligorio, arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina, è stata riaperta al culto la chiesa del SS. Crocifisso adiacente al convento di San Francesco. Sono trascorsi ben 32 anni da quando la chiesa fu chiusa al culto a seguito dei danni causati dal terremoto del 23 novembre 1980. I lavori di ristrutturazione e di consolidamento, finanziati dalla regione Basilicata (Dipartimento infrastrutture e mobilità), cominciarono nel 1999 e sono costati complessivamente 305 mila euro. La chiesa ha una superficie complessiva di 420 metri quadrati, con un’altezza di 9 metri; l’altezza del campanile, invece, è di 23 metri; è lunga 24 metri ed è larga 17 metri. “Con i lavori di restauro – spiega il sindaco Angelo Buono (Pd) – sono stati ultimati gli impianti idrico, termico, elettrico, audio e di anti furto. Anche le campane sono state ricollocate nella loro sede originaria”. Da parte sua, don Giuseppe Tarasco osserva come, sotto la direzione dell’architetto Vito Lascaro, sia stato realizzato un intervento di consolidamento delle murature portanti, mediante l’utilizzo della fibra di carbonio”.  Giova ricordare  che la chiesa fu edificata nel lontano 1439, a seguito dell’assenso pontificio emesso da papa Eugenio IV (Bolla Merita Vestrae Religionis). Nel 1683, grazie all’opera del religioso padre Eufemio da Miglionico, la chiesa fu restaurata ed ampliata con la creazione di una navatella, a fianco di quella centrale. “Dalla rimozione del vecchio altare, restaurato nel 1954 – spiega l’architetto Vito Lascaro, direttore dei lavori di restauro – sono emersi numerosi ritrovamenti archeologici e di pregio artistico, come ad esempio una scultura in pietra di una Madonna acefala cinquecentesca, attribuita allo scultore Paolo Catalano da Cassano, oltre a vari fregi, un antico altare e due teste leonine reggi mensola in pietra. L’impianto presbiteriale, continua Lascaro, è stato completamente reimpostato e riprogettato sulla base delle indicazioni dettate della Curia arcivescovile di Matera”. Resta da precisare, infine, che è stato riprogettato un nuovo altare, realizzato in pietra leccese e decorato con sculture lignee, a cura dello scultore valdostano, Matteo Crestani. Gli elementi di arredo sono state create nel pieno rispetto delle caratteristiche dell’architettura francescana, ispirata ad un’estrema semplicità ed austerità. “Particolare attenzione – conclude Lascaro – è stata rivolta alla collocazione, all’interno della chiesa, dei corpi illuminanti, che coerentemente alle premesse, risultano essere il più possibile neutri e funzionali”. Giacomo Amati

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