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ANTONIO CENTONZE 
Il Quotidiano della Basilicata
14 Maggio 2010
Dura replica alla famiglia proprietaria del Palazzo Corleto
Guidotti: «Il Comune non è zio d’America»
Domenico GuidottiMiglionico - Sulla questione sollevata da uno degli eredi, e comproprietario, dello storico Palazzo Corleto di Miglionico, che lamenta disattenzioni da parte dell'ente, ha voluto rispondere l'assessore al Bilancio, Domenico Guidotti. «Più che un appello lanciato per salvare l'arte, mi sembra una disperata richiesta di quattrini. -esordisce l’amministratore senza mezzi termini- Dopo aver ricevuto in eredità un palazzo, nel loro immaginario forse hanno pensato essere il classico regalo di uno zio d'America, quello che ti cambia la vita. Purtroppo così non è, in quanto il complesso del Castello dei Corleto necessita di ristrutturazioni. Lo stesso, è oggetto, da oltre 40 anni, di ordinanze da parte di svariati sindaci di tutte le estrazioni politiche, che hanno intimato agli eredi di intervenire per la messa in sicurezza della struttura. Una ristrutturazione avrebbe costi elevati, questo è vero, ma un sacchetto di calce in 40 anni, questi signori non l'hanno mai sprecato per salvaguardare il loro patrimonio e la pubblica incolumità. Dicono di amare Miglionico, ma Miglionico non ha ancora avuto l'onore di misurarne il loro gesto d'affetto!». Ed aggiunge: «Non è che a questi signori farebbe piacere che il Comune, a spese della collettività, operasse per una ristrutturazione del loro bene? Puntualizzo, loro bene, in quanto il palazzo è una proprietà privata. A rigor di logica, poi, il Comune per poter avanzare richieste al governo centrale di un'eventuale valorizzazione, come suggeriscono, dovrebbe esserne il proprietario. Cosi non è, in quanto gli eredi da decenni per tale palazzo, manifestano pretese economiche che si aggirano attorno ai 2 miliardi delle vecchie lire. Saranno questi 2 miliardi il motivo di tanto amore verso Miglionico? Il Comune non ha responsabilità sulla vicenda. Non ne ha oggi, come non ne ha mai avute in passato. Il patrimonio privato va curato dal privato. Un bene non può diventare d'interesse collettivo quando c'è da assumersi rischi e costi degli interventi e poi diventare di esclusivo interesse privato nel momento in cui c'è da incassare i soldi dell'eredità. La struttura è pericolante e fatiscente e vanno programmati interventi urgenti prima che qualcuno si faccia male. Nei decenni scorsi le ordinanze non si sono tradotte in fatti concreti. Oggi, almeno per salvaguardare l'incolumità dei nostri concittadini, interverremo per una messa in sicurezza delle situazioni più pericolose e poi faremo pagare i costi agli effettivi proprietari. Noi amiamo il nostro paese, più di altri, che vedono solo affari ». Antonio Centonze

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