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ANTONIO CENTONZE 
Il Quotidiano della Basilicata
27 Agosto 2010
Miglionico - Fu il primo paese a insorgere nel Sud e a dichiarare decaduta la dinastia dei Borbone
«Cittadina capofila nell'Insurrezione»
Per lo storico Gabriele Scarcia è indispensabile un’opera di sensibilizzazione
Miglionico - Fra le cittadine capofila lucane, nei festeggiamenti dei 150 anni dell'Unità d'Italia, potrebbe con diritto esserci Miglionico. Da una chiacchierata con lo storico e scrittore, Gabriele Scarcia, viene fuori una veste insurrezionalista della gente di Miglionico.
«Nell'agosto di 150 anni fa, la sollevazione popolare lucana e la proclamazione del nuovo Governo Provvisorio potentino vide dei miglionichesi contribuire con notevole rilevanza a dar vita al nuovo Stato Unitario». A specificarlo con l'aggiunta di altri particolari è il dottor Scarcia che, in qualità di vice-presidente della Pro Loco, dopo alcuni volumi editi e numerosi articoli pubblicati sulle maggiori testate locali e nazionali, principalmente rivolti alla cultura del territorio lucano, dedica all'argomento un capitolo nell'ultimo suo libro intitolato “Di Roma - digressioni su arte, luoghi e personaggi di una Capitale insolita” con presentazione dell'ex Direttore Generale nonché fondatore del Ministero dei BB. CC, Francesco Sisinni. Il volume che sarà da settembre nelle librerie italiane, edito dalla Casa Editrice Palombi di Roma, racconterà le gesta della gente di Miglionico in quell'anno che ha segnato la storia.
Lo stesso tema ampliato, sarà pubblicato dallo stesso autore nei mesi successivi, con una presentazione, nell'ambito di una ricerca che tratterà appunto del risorgimento in Basilicata e di un protagonista d'eccezione, Giambattista Matera da Miglionico. «Miglionico fu il primo paese a insorgere nell'intero meridione - spiega Scarcia - e il primo a dichiarare decaduta la dinastia dei Borbone. Nella notte del 14 agosto, una sessantina di miglionichesi malamente armati si mosse alla volta di Ferrandina per poi raggiungere Corleto Perticara e finalmente Potenza per il notorio 18 agosto potentino. Alla testa di quell'esercito irregolare vi fu Giambattista Matera, un protagonista di prim'ordine dell'ottocento meridionale. Nato a Miglionico nel 1819, fu avvocato e visse un'esistenza rocambolesca patendo il carcere, la sopraffazione e infine divenendo Segretario dello stesso Governo Prodittatoriale Lucano, Giudice della Gran Corte Criminale, Assessore del suo comune, Deputato e Consigliere provinciale, Agente demaniale, Luogotenente della Guardia Nazionale. Rifiutò l'incarico d'Intendente per darsi alla lotta contro il brigantaggio. Duole constatarlo - aggiunge Scarcia - ma la disattenzione di questa comunità per gli avvenimenti che la videro protagonista storica di primo piano, è disarmante. Negli ultimi anni, a volerne tracciare un elenco sommario, si sono taciute ricorrenze che avrebbero avuto risonanza regionale se non proprio nazionale, a tutto vantaggio della promozione e della valorizzazione del territorio. Come dimenticare il duecentesimo della nascita di Francesco Stabile, compositore e musicista oriundo al quale è dedicato il maggior teatro potentino e che attualmente a Miglionico non è ricordato nemmeno con l'intitolazione di una strada? E di Francesco Marinaro, deputato alla Costituente e dei suoi apporti decisivi nella stesura della famosa “Carta”? Per tacere sul cinquecentesimo della nomina del Fieramosca a Conte di Miglionico o del centenario della nascita di Marino Leogrande, egregio romanziere.
Stesso discorso, sempre gravitante nell'ambito delle disattenzioni, sembra legato alle violazioni dell'integrità del centro storico perpetuate in forma di danni al patrimonio architettonico, argomento che di certo meriterebbe una lunga e articolata trattazione a parte». Ed è lo stesso Scarcia a far brillare qualche idea su come improntare un'opera radicale di sensibilizzazione. «Attraverso i canali della ProLoco, dell'amministrazione comunale e della parrocchia con organizzazione di incontri e dibattiti di un certo spessore. Gemellaggi con realtà civiche e storiche differenti dalla nostra e quindi con scambi interculturali; programmazione di mostre a tema, con incisive opere di catalogazione che suppliscano a quelle molto spesso deficitarie delle sovrintendenze. I valori, le tradizioni, la cultura sono imprescindibili dalla qualità della vita di questo borgo». Antonio Centonze

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