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ANTONIO CENTONZE 
Il Quotidiano della Basilicata
22 Febbraio 2011
Miglionico. Scavano buche facendo morire le piante da frutto e mangiano le sementi nella terra
Seminativi in mano ai cinghiali
La denuncia degli agricoltori per l’aumento spropositato degli esemplari
Cinghiali (Foto: Il Quotidiano della Basilicata)MIGLIONICO - Nelle campagne spopola il cinghiale. Con la semina e dopo la chiusura della caccia, avvenuta il 31 dicembre, ritorna per gli agricoltori di Miglionico l'incubo dell'onnivoro animale appartenente alla famiglia dei suidi. Animale che vive in branchi e dalla vita prevalentemente notturna, durante il giorno il cinghiale preferisce riposare in grosse buche nel terreno, che scava grazie alle zanne e gli zoccoli. E dove le scava queste buche? «Vicino ad alberi da frutto o vigneti, compromettendone la crescita e segando le radici», denuncia Emilio Vesia, titolare di un'azienda agricola situata a cavallo fra i territori collinari di Miglionico e Grottole. E il suo è un grido di dolore a difesa di un'agricoltura bistrattata da più fronti. «Anche dai cinghiali. - precisa il 35enne Emilio, che produce cereali e legumi, ceci e cicerchia su tutti- Questi animali, immessi in natura con il ripopolamento, si stanno riproducendo in fretta crescendo in maniera spropositata, mancando il suo nemico naturale, il lupo. I cacciatori nei 3 mesi aperti non riescono a effettuare alcuna selezione e il loro sovrannumero sta causando seri problemi alle nostre già precarie attività. La mia principale preoccupazione è che il lavoro che dovrò fare a fine mese, la semina dei legumi, sia vanificato da questi animali, di cui nel territorio si vedono inequivocabili tracce. I cinghiali sono diventati così esperti che non permettono neanche al seme di affamiliarsi con il terreno. Un seme, che mi preme sottolineare, deve essere certificato e cartellinato con un costo che supera anche le 100 euro a quintale. Nottetempo, dopo la semina e dopo una dura giornata di lavoro con costi e dispendio di energia, arrivano loro in branco attratti dall'odore, per rieseguire il solco della seminatrice al contrario, rubandosi di fatto quel costoso seme. Seme che non germoglierà mai. E, semmai qualche seme dovesse sfuggire al loro scavare, fino alla raccolta, di visite al seminato ne faranno ancora, compromettendo il già ridotto raccolto. Una situazione davvero insostenibile. La Provincia, nel suo piccolo e con le risorse a disposizione cerca di indennizzarci in qualche maniera, ma con gli indennizzi si riescono a volte a malapena a coprire i costi sostenuti. Così l'agricoltura è messa in ginocchio. E chi,come me, confida nella terra per vivere, si vede costretto a barcamenarsi oltre che con la burocrazia che impone regole anche con i cinghiali, che di regole non ne hanno e sono pure tutelati. A me agricoltore chi mi tutela? ». Antonio Centonze

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