MIGLIONICO.
Una location davvero suggestiva per Elisir
d’Amore di Gaetano Donizetti. L’opera,
melodramma giocoso in due atti, scritta da Donizetti
andò in scena per la prima volta il 12 maggio del
1832 al Teatro della Cannobiana di Milano. E
nello scenario della corte del Castello del
Malconsiglio, gli attori protagonisti che si
sono cimentati nell’opera che, rientra a pieno
titolo nella tradizione dell’opera comica, hanno
contribuito a farla apprezzare. Una serata
organizzata dal
Conservatorio Duni di Matera, in cui all’opera sono
stati allievi e docenti del Conservatorio diretti
dal celebre tenore Francesco Zingariello docente di
canto presso lo stesso Conservatorio.
La vicenda, ambientata
in un villaggio basco verso la fine del settecento
ha come protagonisti personaggi dell’ambiente
contadino e ruota attorno all’amore. Quello giocoso
dei filtri d’amore, sul quale Adina, ricca
fittavola che oltre a saper leggere e scrivere è
anche erudita,
impersonata
da
Ryoko Oka,
racconta ai contadini la storia di Tristano ed
Isotta. E qui il timido contadino Nemorino
che si strugge d’amore non corrisposto per la sua
Adina, interpretato dal 22enne tenore altamurano
Roberto Lenoci intravede la possibilità di
conquistarla attraverso il filtro ed inizia a
sognare. Abilmente interpretati, i due personaggi,
fra sorrisi e risate raccolgono applausi. Sulla
scena anche il
dottor Dulcamara,
interpretato da Carlo
Rotunno. Un
ciarlatano che si fa passare per un guaritore di
qualsiasi tipologia di malanno. Belcore,
interpretato da Michele Giordano, è invece un
sergente che arriva nel borgo con il suo drappello
di uomini. Attratto dalle donne ed intraprendente,
esatto opposto di Nemorino cerca anch’egli la
conquista dell’Adina. E questo porta Nemorino alla
ricerca di quell’elisir d’amore per conquistarla.
Una bottiglia di bordeaux vendutagli dal
ciarlatano per tutto il suo capitale, uno zecchino!
Bevendone a sorsi gli effetti dell’elisir
immaginario
non tardano a farsi sentire e l’interpretazione di
Lenoci regala sorrisi e risate innescando applausi.
Adina sceglie Belcore per convolare a nozze ma
qualche giorno prima del
matrimonio il sergente
e il suo drappello
vengono richiamati al fronte. L’elisir sembra
funzionare ma il suo effetto necessita di 24h non
ancora trascorse. E qui la scena porta anche la
contadina Giannetta interpretata da
Ilaria
Cuscianna
che insieme alle altre donne del paese iniziano a
corteggiare Nemorino, cui un ricco zio appena morto
sembra aver lasciato una cospicua eredità. Insomma
una miriade di eventi accompagnati dalla tipica
melodia donizettiana che hanno messo in risalto,
con una bella interpretazione, la vena buffa del
compositore bergamasco, capace di trasformare con
agile inventiva la risata in sorriso, sia pure
talvolta velato di malinconia. Particolarmente
apprezzata da scroscianti applausi l’aria della
“furtiva lagrima”
spuntata negli occhi di
Adina che vede corteggiare, dalle altre, il
pretendente Nemorino diventato ricco. Alla fine il
ciarlatano è portato in trionfo grazie al suo elisir
che ha fatto allontanare Belcore e reso ricco
Nemorino. Accompagnati da
Valter Sivilotti al
pianoforte, dal
coro lirico della
classe di canto del
M.
Francesco Zingariello, dal quartetto
d’archi della classe del M.
Carmine Fortunato e dall’Ensemble di fiati del
Conservatorio di Musica “E.R Duni” di Matera è stata
una serata davvero speciale e da ripetere.
Antonio Centonze |