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ANTONIO CENTONZE


4 Agosto 2013

Commedia in vernacolo
Viest' c'ppon' ca par' baron'
di Antonio Centonze

 

MIGLIONICO. Viest cippòn cà pàr baròn. Vesti un pezzo di legno insignificante e questi ti apparirà come un barone (un qualcosa di fine).  Questo il titolo dell’ esilarante commedia in vernacolo che sarà messa in scena domani sera 5 Agosto, nella Corte del Castello, dal neonato Gruppo teatrale miglionichese, “Lu Ciurniucchij”.  Il gruppo teatrale nasce per volontà di un gruppo di amici che, uniti dalla stessa passione, hanno scelto di sorridere alla vita con l’auspicio di avvicinare più persone possibili a riappropriarsi di un “pathos” sopito. “Cerchiamo di svegliare quel pathos, attraverso una cruda rievocazione del passato, di quello che un tempo eravamo, prima che il travolgente avvento della tecnologia moderna, ci imbavagliasse, riducendoci ad automi aridi, ibridi e inespressivi” – precisa Domenico Perrone, uno degli artefici della nascita della compagnia nonché scenografo insieme a Mariolina Rondinone.  “Lu Ciurnuicchj è il “figlio voluto” di questa presa di coscienza – aggiunge Perrone. La comunicazione faccia a faccia, del guardarsi negli occhi, è stata impietosamente sostituita dalla schermata inanimata dei computer e  si è miseramente dissolta la magia di quando, seduti in cerchio ci si raccontava e si notavano i segnali autentici del corpo cogliendone  le mutevoli espressioni del viso e commuovendosi per la spontaneità di un gesto”.  Il nome dato alla compagnia è alquanto significativo. “Lu Ciurnuicchij”, in dialetto miglionichese è il setaccio; quell’attrezzo utilizzato in passato che, meticolosamente agitato, serviva a separare le impurità, eliminare lo sporco, dai prodotti derivanti dell’agricoltura come il grano.  E la commedia minuziosamente elaborata da Angela Centonze, porterà lo spettatore con le argute riflessioni in essa contenute e gli innumerevoli  equivoci esilaranti, a focalizzare la sua attenzione  su quella che, ancora oggi, rappresenta una delle figlie più indesiderate dell’ignoranza: il pregiudizio. “Un pregiudizio che annebbia le menti, condiziona le vite, inquina le coscienze” - aggiunge Antonella Rondinone che interpreta uno dei due protagonisti principali, Nenetta Zumbafuoss, moglie di Vitnicol Tartaglia interpretato da Antonio Cinnella. Gli altri personaggi della serata, presentata da Anna Maria Manzara con voce narrante di Anna Maria Piccinni, saranno: Minguccj ring tang “papanonn” -Antonio Centonze, Mammà Pasquaros ring tang -Franco Piccinni, Pasquaros -Giada Di Vincenzo, Minguccj -Mario Ettorre, Michelin –Mattia Alessandrino, Melina -Fabiana Ventura,  Nuziatin -Nadia Ventura, Narduccj -Antonio Munno, Don Donato candamess -  Donato Santorsola, Cumua Titina petaleggj -Carmela Masi, P’ppnuccj -Alfonso Dambrosio, Rusuarij a mestr’ -Martina Tubito, Natale lu scuarpar –Vincenzo Guida, Chechell -Ilenia Alessandrino, Felicett –Enza Cinnella, Pasqual lu muluattier -Carlo Centonze, Cicciell -Michele Magistro, Lu Cuap’llar -Rocco Asprella, Caitan Lu Putruliar –Domenico Pellegrino. Una speranzosa rivendicazione di un passato saldo nei suoi nobili valori, nelle sue inamovibili gerarchie, quella che sarà messa in scena dalla compagnia, dove il perno inossidabile era rappresentato dalla famiglia specifica Perrone.  Quella in cui padre, madre e figli, rappresentavano entità distinte, ma estremamente funzionali nei propri ruoli. Quella in cui, la madre non entrava in competizione con le figlie ed il padre non attendeva con ansia l’adolescenza dei figli per poterla rivivere, ma la gestivano con autorità. Ed i figli? A loro non restava che ubbidire, senza pretesa alcuna, pietrificati dinanzi ad innumerevoli “no” che comunque li facevano crescere e diventare uomini veri, forti e sicuri.”  Antonio Centonze

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