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ANTONIO CENTONZE


23 Maggio 2014

Curati al Cras per alcune ferite, sono stati liberati nel cielo lucano
Cinque rapaci riprendono il volo
di Antonio Centonze

MIGLIONICO. Grazie al CRAS, cinque uccelli hanno ripreso il volo. E’ stata una domenica mattina soleggiata, quella in cui 5 rapaci, curati e riabilitati dal Cras (Centro Recupero Animali Selvatici) di Matera sono ritornati a spiccare il volo nella cittadina del Malconsiglio. A svolazzare nel cielo miglionichese, quattro falchi grillai e un falco pecchiaiolo hanno riconquistato il cielo, dalla Torre di Fino che guarda a Matera e al Lago di San Giuliano in un panorama che include in lontananza anche il mare. “I cinque rapaci – ha spiegato Matteo Visceglia, responsabile del Cras materano, erano arrivati al centro in condizioni non certo ottimali. Alcuni avevano evidenti ferite mentre altri erano stati allevati in cattività per cui non avevano cognizione del vivere liberi. Dopo le nostre cure sia veterinarie che riabilitative al volo, oggi tornano nella natura con immissione nel territorio di Miglionico. Un territorio, quello miglionichese, che avrebbe tutte le caratteristiche per la nidificazione dei falchi grillai ma che a differenza del circondario, Matera, Montescaglioso, Pomarico, non vede alcuna colonia della predetta specie. Un caso da studiare e da analizzare visto che per un falco, la distanza che separa questi centri è davvero irrisoria”. I falchi hanno ripreso a volare attaccati da diverse taccole, i grossi corvi neri abitanti del Castello, che forse non hanno gradito particolarmente nel loro habitat i nuovi ospiti. La liberazione del falco pecchiaolo ha movimentato la piazzetta di Torre di Fino, con il volteggiare dello stesso più volte sopra uno stuolo di fotografi del Fotoclub materano presieduto da Pietro l’Annunziata, giunti a Miglionico per una stage di fotografia nella natura e paesaggio del centro miglionichese. “Un falco pecchiaiolo, detto dialettalmente adorno - ha spiegato sempre Visceglia ai presenti alla liberazione, che si ciba di insetti e piccoli rettili e a cui piacciono particolarmente le api ed il miele e da cui deriva il nome, appunto pecchiaiolo. Raggiunge un’apertura alare di 130 cm ed è un uccello soggetto a lunghe migrazioni. Infatti trascorre l'inverno a sud del Sahara e giunge in Italia ed in diverse parti d’Europa a primavera per nidificare passando dalla Sicilia e dallo Stretto di Messina, dove molti bracconieri attentano alla sua sopravvivenza. Laborioso il lavoro del Corpo Forestale dello Stato che ogni primavera predispone un apposito servizio antibracconaggio, denominato "Operazione Adorno", che vede impegnato il reparto speciale NOA (nucleo operativo anti-bracconaggio) per evitare questa barbarie.” Antonio Centonze

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