Intitolazione del plesso scolastico a Dinardo

 

IRSINA. La giornata del 26 febbraio a Irsina è iniziata con la 'Marcia della Cultura 2019: Irsina Capitale della Grazia ' e si é conclusa con la commemorazione di Angelo Raffaele Dinardo e l'intitolazione del plesso scolastico di Via dei Martiri della Resistenza.
A seguire, presso la sede dell'associazione Arenacea, in Piazza San Francesco, si è svolto il seminario di studio su Angelo Raffalele Dinardo(Irsina 1932-2015), maestro elementare, direttore didattico, ispettore, sindacalista, politico.
Moderatore dell'incontro, il dirigente scolastico Gerardo Desiante, ha espresso le motivazioni della scelta di intitolare una scuola ad Angelo Raffaele Dinardo , tra cui , la più importante, quella di proporre la forza di un esempio e di un modello morale e sociale .
Hanno portato i saluti e hanno ricordato Dinardo come una persona dalla straordinaria statura morale, una p
agina limpida di storia lucana che la scomparsa ha consegnato alla memoria collettiva, il sindaco di Irsina, avv.Nicola Massimo Morea, la dirigente scolastica, professoressa Antonia Salerno, l'assessore alla cultura, avvocato Anna Maria Amenta, Rosaria Cancelliere, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Matera e, infine, Vito Santarsiero, presidente del Consiglio Regionale di Basilicata .
Tra gli interventi lo storico, professore Giovanni Caserta, ha raccontato la storia di un uomo che sapeva ascoltare e lo sapeva fare perché era stato maestro elementare, di quelli che, nel secondo dopoguerra, 'si chinavano sui bambini sporchi e scalzi, per ascoltarne il dialetto e tradurlo in italiano. Dinardo era uno di quei maestri che avevano gestito i centri di lettura e avevano insegnato nelle scuole serali e sussidiate.Generalmemte di umile estrazione sociale, essi cominciarono, come nel caso di Dinardo, come ragazzi di bottega e , poi, frequentarono l'istituto Magistrale, il Liceo dei Poveri. Arrivarono al diploma, si laurearono , insegnaroro e, spesso, furono direttori didattici e ispettori e sentirono il bisogno di operare nel sociale.
Dinardo arrivò all'insegnamento dopo anni di lavoro nella bottega dello zio falegname carpentiere, ed essere stato studente lavoratore facendo l'isitutore al convitto Nazionale Principe di Piemonte di Potenza mentre frequentava il magistrale. Come direttore e ispettore sposò la causa della scuola del tempo pieno che significava migliorare e garantire una formazione e un'assistenza ai più deboli. Dunque,
fu un educatore, un magister, una figura nobile che si faceva carico degli altri e la sua passione non poteva non portare all'impegno sociale; era logico diventare politico, uomo della polis.
Raffaele, come lo ricordano le testimonianze raccolte nel libro intitolato ' Angelo Raffaele Dinardo, maestro sempre e ovunque ' edito da Villani Editore, era un cattolico,senza enfasi, un cattolico di antica tradizione, ed era un uomo di cultura per il quale l'esperienza politica significava mettersi al servizio della comunità.
Fu Presidente della Regione Basilicata dal 1995 al 2000 e instancabile artefice della 'pacificazione' politica della nostra regione nel difficile periodo degli anni novanta.
Anche nel suo lavoro di ispettore scolastico seppe sorprendere per la sua innata capacità di essere, allo stesso tempo, rigoroso e gentile. Il Dinardo politico e sindacalista,uomo della Cisl, vice presidente della Formez, dovette molto al suo impegno nel mondo della scuola, che fu per lui una palestra pedagogica e ne forgio' l'indole educatrice.
Per chi lo ha conosciuto da vicino, egli è stato un riferimento costante di perseveranza e rigore, come lo ricorda Filippo Bubbico, vicepresidente giunta regionale Dinardo, battagliero e sempre in trincea, impegnato a rendere la cultura dell'educazione forza propulsiva del cambiamento e dello sviluppo. É noto il suo amore profondo per la scuola fondata su due 'momenti viventi': il maestro e lo scolaro. Fece parte del Movimento Maestri di A.C. e dell'Associazione Italiana Maestri Cattolici e fu accompagnatore dei ragazzi per aiutarli a costruire un progetto di vita.
L'Associazione Italiana Maestri Cattolici , con la responsabile nazionale Anna Maria Bianchi, lo vuole ricordare come educatore , persona che ha sempre conservato lo stile del maestro , fatto di competenza culturale e didattica, autorevolezza riconosciuta, amore autentico per ogni alunno, impegno per il bene comune.
In ultimo, ma non meno intenso, l'intervento di una delle figlie di Angelo Raffaele Dinardo, che ha ringraziato i ragazzi e i docenti per aver commemorato il padre e ha voluto ricordare il legame profondo che aveva con le sue origini, con la sua Irsina e la sua devozione per Santa Eufemia.
E ha concluso citando una delle frasi piu belle di Angelo Raffaele Dinardo,fedele e leale servitore della Repubblica, una vita spesa al servizio della comunità: "...per essere rispettati bisogna rispettare la democrazia, bisogna alimentarla continuamente. La libertà vive dell'uomo che si pone accanto all'altro non sopra".

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