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Gabriele Scarcia

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GABRIELE SCARCIA 
 Il Quotidiano della Basilicata
Controsenso Basilicata

18 Dicembre 2010
Miglionico, "Al di qua del faro"
Esce il primo romanzo di Michele De Ruggieri con una storia di "famiglia lucana"

Miglionico. Michele De Ruggieri si premura di scrivere nelle personali note biografiche, in quarta di copertina del suo primo romanzo, “di famiglia lucana”. Infatti, pur essendo nato a Palagianello (TA), classe 1938, è orgoglioso delle sue origini paterne localizzabili in Miglionico e benché laureato in farmacia, si è lasciato cullare dall’idea, negli ultimi anni, di tramandare alle future generazioni una storia da lasciare impressa nelle pagine di un libro, tutta orgogliosamente familiare. Così il pensiero si è tramutato in azione e oggi, tale azione ha pure un titolo e un codice ISBN.  “Al di qua del faro”, delle edizioni Alfredo Guida di Napoli, è un volume fresco di stampa di poco più di duecento pagine, dove il protagonista è naturalmente l’illustre bisnonno dell’autore di nome Pietro (1837-1891). Ovviamente esistito, costui consumò il suo breve arco vitale nella seconda metà dell’ottocento, sposando nel 1862 Adelaide Rogges di Pisticci dalla quale ebbe ben sedici figli, tra i quali Michele, Sindaco di Miglionico e nonno dell’autore del testo.
Adelaide Rogges (Archivio storico-fotografico di Gabriele Scarcia)Pietro Antonio De RuggieriPietro Antonio, all’anagrafe, compì i primi studi nel seminario di Matera completandoli in Napoli, dove conseguì la Licenza Legale. Con Regio decreto del 4 aprile 1867 fu eletto Sindaco di Miglionico, rinunciando a tale carica il 2 aprile del 1887. Nel 1870 fu nominato Consigliere Provinciale, fu insignito di Croce di Cavaliere della Corona d’Italia (1874), dei SS. Maurizio e Lazzaro (croce appuntatagli dal Re in persona nella sua visita a Potenza!) e di quella di Ufficiale della Corona d’Italia (1876). Il Consiglio Comunale, con seduta pubblica del maggio 1881, gli offrì in dono una medaglia di oro per riconoscenza alla sua opera amministrativa. Alle 8 p.m. del 17 marzo 1891, Pietro, protagonista principale del romanzo, morì nel generale compianto del popolo, dei familiari e degli amici. L’amministrazione comunale si fece carico delle spese del funerale. Egli rappresentò, per l’epoca e per la società del tempo, una persona nobile, oltre che di rango anche d’indole, che godette dell’ammirazione sincera e della stima dei suoi concittadini e degli abitanti della Terra Lucana. Per la sua Miglionico, per inciso storico, costituì una nuova residenza comunale, la stazione dei carabinieri, l’ufficio telegrafico, la piazza civica, le scuole primarie, il ponte sul Basento, la strada che congiungeva il suo paese alla strada nazionale Appulo-Lucana e si impegnò moltissimo nei suoi progetti, anche in condizioni finanziarie deficitarie, giusti i difficili tempi post unitari.  Si comprende subito, dunque, come tale figura sia stata per l’autore ampiamente incombente, largamente presente nei racconti dei familiari e dunque ricordata con racconti tramandati. Nel libro, diviso in due parti, la prima ambientata tra le alture lucane e la seconda nella Napoli capitale del Regno, Lui, come è chiamato spesso tale protagonista nelle pagine del volume, quasi a volergli conferire quell’autorevolezza che del resto ebbe anche nell’aspetto, come si puntualizza nel ritratto fotografico stampato sulla copertina del testo, si muove attraverso realtà quotidiane da vicoletto lucano e luccichii di una città all’avanguardia, sia per i fermenti rivoluzionari e sia per la paradigmatica società evoluta che vi viveva. Non manca di incrociare il proprio cammino con quello di altri interpreti realmente vissuti e per giunta nella propria epoca, come il familiare compositore di musica Francesco Stabile (nato da una De Ruggieri!), notoriamente miglionichese, e quel Titta Matera, suo compaesano, che fu uno dei capi della cospirazione mazziniana in terra lucana e che tanto contributo diede alla proclamazione del Governo provvisorio potentino del 18 agosto del 1860. E da questi dialoghi, dalle giornate vissute, dalle sensazioni avute, la storia segue d’un fiato lo spaccato di un’epoca che ci appare lontanissima, benché attuale per le celebrazioni nazionali che sempre più la definiscono, facendo di questo testo un corretto affresco storico, un veritiero spaccato societario, un affascinante mondo rivisitato dalla penna di un autore che certamente si guadagnerà il suo pubblico di affezionati lettori.
Il volume sarà presentato, a cura della Pro Loco di Miglionico, nell’auditorium del castello del Malconsiglio il 18 dicembre prossimo, alle ore 18,30.
Gabriele Scarcia

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