Gabriele Scarcia

GABRIELE SCARCIA

 8 Dicembre 2001

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Cav. PIETRO DE RUGGIERI   (1837-1891)
MIGLIONICO, DE  RUGGIERI  PADRE  DI  UN  POPOLO  INTERO
Vedi storia della famiglia De Ruggieri

Stranamente appresi solo alcuni anni fa del Cav. Pietro De Ruggieri, Sindaco, Consigliere e Deputato provinciale morto il 17 marzo 1891, dall’omonimo Cav. Pietro De Ruggieri (Archivio Storico - Fotografico Gabriele Scarcia)nipote, figlio dell’On.le Nicola, in Villa Moreschi-De Ruggieri a Cermenate (CO) piuttosto che in Miglionico, suo paese d’origine, per l’insabbiato ricordo dovuto in massima parte alla chiusura del Palazzo Municipale che lui stesso si prodigò di far costruire.
All’indomani del tragico evento della dipartita, in una Chiesa Madre gremita di gente di ogni estrazione sociale, il Sacerdote Tommasantonio Grilli, dinanzi al feretro, profferiva tali parole: “Non avrei giammai creduto che ieri sera l’inesorabile fato ci avesse tolto dal mondo una Persona, che certamente i Cittadini di Miglionico tramanderanno per memoria ai più tardi nepoti”.
E obbedendo a quel monito vorrei far rivivere in poche righe l’Uomo e il Sindaco a 110 anni dalla scomparsa… Quasi per legge di natura i migliori hanno vita breve, era infatti nato 54 anni prima e precisamente il 18 gennaio 1837 Pietro, nello stesso caseggiato che aveva sentito i primi vagiti del musicista e compositore Francesco Stabile, secondogenito dei sei figli di Domenico e Concetta Salluce. Costoro, seguendo le naturali inclinazioni del tempo, lo vestirono dell’abito del prete iscrivendolo al Seminario di Matera, dove, rimasto poco, fu subito instradato alla professione dal colto Pietrantonio Ridola che lo indirizzò nel 1857 in Napoli per conseguire la licenza legale. Dieci anni dopo, il Regio Decreto del 4 aprile 1867 lo premiava, per il valore che dimostrò fin da subito a capo di una schiera di giovani volenterosi facendosi propugnatore del nuovo verbo di libertà ed indipendenza, eleggendolo, col plauso unanime dei concittadini, alla guida dell’Amministrazione Comunale, carica che mantenne instancabilmente per 20 anni (rinunziò ad essa il 2 aprile 1887).
Dal ’69 si schierò con la Sinistra parlamentare propugnando la candidatura di Salvatore Correale e intanto prese per moglie nel 1862 Donna Adelaide Rogges di Pisticci dalla quale ebbe ben 16 figli; tra di loro Nicola, Presidente del Consiglio Provinciale di Basilicata e Deputato al Parlamento, Michele, Sindaco di Miglionico, Domenico, Magistrato e Consigliere di Corte d’Appello, Edoardo, Avvocato e Direttore Autoservizi di Basilicata e Giuseppina, Clarissa francescana.
Nominato nel 1870 Consigliere Provinciale, tenne l’onorifica carica per numerosi anni e la sua parola fu sempre tenuta in gran considerazione da tutte le nobiltà politiche della nostra Provincia; nel 1874, dal Governo di quella stessa destra che coraggiosamente e lealmente combatté, ebbe la Croce di “Cavaliere della Corona d’Italia”, nel ’76 fu nominato “Ufficiale della Corona d’Italia” e nella venuta del Re a Potenza gli fu appuntata quella di “Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro”; anche il Comune, in segno di gratitudine lo omaggiò nell’81 di una medaglia di oro che riluce tutt’oggi nell’espressivo ritratto esposto in Municipio.
La sua energica perizia amministrativa servì a dare un aspetto urbano ad un centro come Miglionico che da poco aveva finito di restaurare le sue mura medievali per resistere alle guerre pre-unitarie, ancora immerso com’era nella rozzezza e nell’oscurità dei tempi borbonici.
Benché le sostanze non si prestassero a grossi ammodernamenti, con la sua influenza e le sue maniere seppe sotto il suo regime far impiantare il primo Ufficio Telegrafico, la prima Caserma dei Regi Carabinieri, la costruzione della fontana Pila a spese del Governo, la nuova Casa Municipale, la piazza, a seguito dell’abbattimento del vecchio caseggiato del Capitolo. La cultura fu una delle prime sue preoccupazioni e con orgoglio mostrava le scuole a quanti visitavano il paese: “Noi sosteniamo grandi sacrifici per l’istruzione e non ce le dogliamo; mi dolgo soltanto che l’angusta finanza del comune non mi permette di fare quanto bramerei si facesse”. Nei duri giorni del colera del 1867,  quando la morte falciò un settimo della popolazione e l’amata sua sorella, provvide ai bisogni della gente chiamando dalla vicina Matera medici e farmacisti ed ottenne dal Governo un sussidio per le famiglie danneggiate. Sotto la sua carica ci fu lo svincolo demaniale dei due boschi di Monteacuto e Monte S. Vito, fece inoltre completare la strada per il congiungimento dell’abitato alla rotabile provinciale e scrivendo incessantemente ai deputati di sua conoscenza, si premurò di far approvare la costruzione del ponte sul Basento.
La Giunta Municipale, il giorno della sua scomparsa, riunita in consiglio straordinario deliberò che gli ultimi solenni onori fossero a carico dell’Amministrazione; che nel paese fossero affissi manifesti di lutto; che in segno di perenne memoria la sala del Consiglio fosse adornata di un suo ritratto e che si  stabilisse un giorno per una civile commemorazione del benemerito defunto.  Mercoledì 18 marzo 1891 imponenti funerali videro stringersi intorno al feretro la Giunta, il Consiglio, le scuole, la Società Operaia, il Prefetto Comm. Celano, il Presidente della Deputazione Provinciale Cav. Addone ed una nutrita folla di cittadini. Telegrafarono condoglianze alla moglie, ai figli e al fratello Arciprete Michele, il Sottoprefetto di Matera, gli On. Torraca, Gianturco, Materi, La Cava, Buano e Imperatice, il Conte Gattini, il Barone Ferrara, la Famiglia Stabile, i Massarotti e molti altri, per aver il Cav. Pietro dimostrato le rare virtù del padre di un
popolo intero...                                                                  

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