Uomini e fatti di Miglionico

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Don DONATO GALLUCCI (Arciprete)

Trascrizione dell'articolo pubblicato il 29 marzo 1964 sul settimanale "EPOCA" in ricordo del nostro bravo e indimeneticato Don Donato Gallucci, nato a Pietragalla () Potenza . Clicca qui

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Articolo di Donato Armento Lettera di Michele De Novellis A Donato Armento Lettera di Donato Armento a Michele De Novellis
Articolo de "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 5 Gennaio 2014
Vedi "La domenica" del 6 Gennaio 2014
Storie del Sud di Vito Statuto "Riflessioni" (Ottobre 2009) di Vito Statuto
Don Donato Gallucci pagina 1 di Miglionicoweb
Don Donato Gallucci pagina 2 di Miglionicoweb
Don Donato Gallucci - Ricerca dell'Istituto Comprensivo di Miglionico
Don Donato Gallucci - Blog di Paolo Tritto

Pagina Facebook di Don Donato Gallucci

Trascrizione di un articolo pubblicato il 10-11 marzo 1965 sul quotidiano "IL SECOLO D'ITALIA" in ricordo del nostro bravo e indimenticato Don Donato Gallucci, nato a Pietragalla (Potenza)
DA QUARANT'ANNI, A MIGLIONICO, NEL MATERANO
VECCHIO PARROCO CONTINUA A FAR LAUREARE I MANOVALI

SENZA RICEVERE ALCUN CONTRIBUTO IL SACERDOTE-FILOLOGO SI DEDICO' ALL'ISTRUZIONE DEI GIOVANI IN UNA DELLE ZONE PIU' DEPRESSE D'ITALIA, IN UN AMBIENTE TUTTORA DOMINATO DA ASSURDE SUPERSTIZIONI.

DAL NOSTRO INVIATO (Orazio Carratelli).
MATERA, marzo 1965 . Chiediamo di Don Donato Gallucci alla prima donna che ci passa accanto, nei pressi della Chiesa Madre di Miglionico, un antico paesino del Materano che appartenne ad Ettore Fieramosca:" Il professore è nella canonica, coi ragazzi" ci risponde la giovane, senza fermarsi.
Nel cielo livido sfarfallano grossi fiocchi di neve. La tramontana fischia dalle gole di Montescaglioso, lungo l'ampia valle del Bradano. E' veramente una giornata da lupi... "La settimana scorsa - ci è stato riferito - alcuni esemplari grossi e terribili del voracissimo animale, pungolati via dal freddo e dalla fame, sono apparsi sin fino alle prime case del paese. I contadini han dovuto ricacciarli a colpi di fucile. Battendo la ritirata, una delle bestie ha lasciato sulla neve, tra le querce e i castagni, larghe chiazze di sangue. Il giorno dopo, alcuni pastori hanno trovato la carogna del lupo ucciso nei pressi di una radura, in parte sbranata dai superstiti del branco.
Nella canonica di Don Donato il fuoco arde in un grosso braciere, spandendo intorno un confortevole calore. Le vaste pareti della sala, scrostate dal tempo, sono occupate da alti scaffali, colmi di libri. Gli allievi del parroco, ragazzi dai dieci ai sedici anni, siedono intorno a tanti piccoli tavoli traballanti, attenti a ciò che dice don Donato il quale dà lezioni di storia, di geografia, di letteratura, di latino, di greco, di francese, di tedesco, di inglese e via dicendo.
Quella del parroco di Miglionico è una scuola sui generis. Anzitutto non costa niente a coloro che la frequentano; in un secondo luogo, va avanti, ormai da moltissimi lustri, senza ricevere alcuni contributo da chicchessia, soltanto perchè colui che l'ha creata e la sostiene ne ha fatto il motivo dominante della sua grande battaglia per la redenzione morale di questa gente, tuttora dominata da assurde superstizioni, tuttora portata a credere nelle fascinazioni, nelle magie, negli incantesimi, negli scongiuri.
I cosiddetti benefici della riforma fondiaria e quelli derivati dalla scoperta del metano a Ferrandina, qui non sono ancora arrivati e no si sa se e quando arriveranno. La terra dà poco olio e poco vino. Il reddito medio giornaliero per abitante non supera le trecento lire ed è il più basso di tutto il Paese. Alla povertà si accompagna l'ignoranza, perhè difettano le scuole. "Di fronte alla scuola d'obbligo - si legge in una relazione elaborata dal professor Gallicchio,  per il Comitato del Piano Regionale - la Basilicata è nelle stesse condizioni in cui era quando, le 1860 fu istituita nel Sud la scuola elementare". Nelle province di Potenza e Matera sono stati spesi, di recente, più di tre miliardi per la costruzione di edifici scolastici. Tuttavia, la carenza di aule è spaventosa. Su un fabbisogno di oltre quattromila aule se ne hanno meno di duemila. Si ha la notizia di edifici scolastici - come quelli, ad esempio, di Trivigno per dieci aule e per Stigliano per dodici aule - completati a distanza di più di vent'anni dalla "posa della prima pietra".

Questa impressionante situazione spiega la scelta di don Donato Gallucci.Don Donato Gallucci
Dotto com'è, egli avrebbe potuto tenere assai degnamente un'alta cattedra universitaria, che gli avrebbe procurato benessere e fama in Italia e nel mondo. Invece, ha preferito vivere da povere tra i poveri (il mantello che gli ricopre le spalle è l'unico di cui dispone ed è tutto liso e rammendato da ogni parte), per la gioia di fare del bene a quanti mostrano di averne maggiore bisogno.
Discendete di un'antica famiglia di Pietragalla, un minuscolo centro rurale del Potentino, don Donato ereditò dallo zio Domenico - un monsignore che parlava il francese e si intendeva di astronomia - l'amore per la cultura. Compiuti gli studi ginnasiali a Firenze e quelli liceali a Roma, si addottorò giovanissimo in filosofia. A Friburgo, poi, mentre maturava in lui la vocazione religiosa, , conseguì anche la laurea in lettere e si specializzò in storia e lingue orientali. In brevissimo tempo, imparò a parlare correntemente il francese, l'inglese, il tedesco, lo spagnolo, l'arabo ed a conoscere alla perfezione il latino, il greco antico e l'ebraico. Ordinato sacerdote, compì molto viaggi in Europa e nel Vicino Oriente, accrescendo le sue esperienze e le sue cognizioni.
Lo scoppio del primo conflitto mondiale sottrasse don Donato dagli studi e alle sue meditazioni. Il maestro illuminato di centinaia di sacerdoti, il collaboratore più apprezzato delle più autorevoli riviste internazionali cattoliche e laiche, l'autore elogiato di alcuni originalissimi studi sulla filosofia ebraica e sul "Libro dei Proverbi" di Salomone, partì per il fronte come cappellano militare.
Quando, a guerra conclusa, riprese la sua opera nei seminari e nelle biblioteche avvertì che troppe cose erano cambiate, che gli stessi sentimenti degli uomini avevano subito profondi mutamenti. La coscienza gli suggerì che era tempo di abbandonare le cattedre ed i libri, per rivolgersi ad una missione umile ed oscura, ma certo più importante e più urgente: quella di tendere una mano ai più sprovveduti, di raccogliere intorno a sè quanti si mostravano desiderosi di uscire dall'ignoranza e dall'isolamento, di liberarsi dai miti e dalle superstizioni, ma non potevano badare alla propria cultura perchè inchiodati dalla sorte in paesi dove l'istruzione pubblica terminava con quella "primaria", nelle cui classi, tra l'altro, non c'era posto per tutti.

L'arrivo di don Donato a Miglionico, in veste di parroco, rivoluzionò l'ambiente. Egli aprì subito la canonica ai figli dei braccianti e dei contadini che volevano apprendere qualcosa di più delle scarse nozioni acquisite frequentando sino alla terza o, al massimo, sino alla quarta elementare. Don Donato acquistò carta, quaderni e testi scolastici; tempestò di lettere le case editrici perchè gli mandassero libri nuovi; scisse ad amici e colleghi perchè gli facessero avere quelli vecchi che potevano ancora servire. Una ventata di aria fresca e tonificante penetrò nelle case di Miglionico, insieme con la parola di quel dotto prete, che intendeva dare un'istruzione a tutti i giovani del paese.
Così, di anno in anno, di successo in successo, la scuola crebbe di proporzioni e don Donato ne fu felice. Non respingeva nessuno e, quando si avvide che nella canonica si cominciava a stare stretti, organizzò vari turni di lezioni e persino corsi accelerati di lingue per coloro che intendevano recarsi all'estero, in America o in Germania.
"Un vostro collega, il dottor Grazzini, ha avuto l'amabilità di definirmi il prete che fa laureare i manovali...Faccio quello che posso, e non soltanto perchè questa gente lo merita, ma anche perchè è un modo come un altro di servire il Signore", ci ha detto don Donato al termine della conversazione che abbiamo avuto con lui.
"Con quell'incredibile prete abbiamo studiato tutti e quasi tutti siamo riusciti", ci ha, poi, confermato un avvocato che esercita a Matera, aggiungendo: "Guardate gli albi dei professionisti, insegnanti, medici, ingegneri, avvocati, magistrati: molti sono miglionichesi, uomini che, oggi, hanno trenta o quant'anni e sono passati tutti di lì, dalla canonica di don Donato"
Ed è la verità.

Orazio Carratelli

Don Donato Antonio Gallucci fu Gaetano nacque a Pietragalla (Pz) nel 1882 e morì a Miglionico l'11 ottobre 1965 ed è sepolto nel locale Cimitero.

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 " l'11 ottobre 1965 moriva nell'ospedale civile di Matera il nostro amatissimo
Don Donato Gallucci. Dopo cinquantasei anni dalla sua morte. Mimmo Sarli mette a disposizione dei lettori di Miglioncoweb questa esclusiva testimonianza."


 

Ringrazio per la ricerca di questo articolo l'ins. Giuseppe De Bellis di Pietragalla. 


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