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 UOMINI E FATTI DI MIGLIONICO
ECCELLENZE
VINCENZO CONSOLI
Biografia
 
Vincenzo Consoli (Foto: Corriere.it )Vincenzo Consoli è nato a Miglionico, in provincia di Matera, il 21 novembre 1949, è sposato e ha due figli.
Diplomato in ragioneria, inizia la sua carriera al Credito Italiano, diventando funzionario nel 1977. Entra in Veneto Banca nel 1989, ricoprendo il ruolo di capo area. In breve tempo assume posizioni di crescente responsabilità (da Dirigente fino a Vice Direttore Generale) diventando Direttore Generale dell’Istituto nel 1997. Attualmente ricopre la carica di Amministratore Delegato di Veneto Banca Holding.
Nel giugno 2005 Consoli ha ricevuto dalla Facoltà di Economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia la laurea specialistica in Amministrazione e controllo honoris causa.
Tratto da http://www.repubblica.it/supplementi/af/2010/04/12/personaggio/009potone.html

 
  Comune di Montebelluna (Treviso): conferimento della cittadinanza onoraria a Vincenzo Consoli
Comune di Montebelluna (Treviso): conferimento della cittadinanza onoraria a Vincenzo Consoli

Prof.Avv. Luigi Fumagalli * Presidente
Dott. Vincenzo Consoli * Vice Presidente
Dott. Marcellino Bortolomiol Consigliere
Dott.ssa Anna Belfiore Consigliere
Sig. Francesco Biasia * Consigliere
Rag. Fausto Bocciolone Consigliere
Dott. Roberto D’Imperio ** Consigliere
Dott. Innocente Nardi Consigliere
Dott. Alessandro Gallina Consigliere
Dott. Davide Ferruccio Parodi Consigliere
Dott. Diego Carraro ** Consigliere
Dott. Cesare Ponti Consigliere
Dott. Flavio Trinca * Consigliere
Sig. Carlo Alfredo Zucchetti Consigliere
* Componenti del Comitato Esecutivo


CURRICULUM DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA E
PROFESSIONALE DI VINCENZO CONSOLI

Consoli dott. Vincenzo

Personale

- Nato a Miglionico, il 21 Novembre 1949.
- Residente a Vicenza


Curriculum personale

Laurea ad honorem in Amministrazione e Controllo conseguita il 10 giugno 2005 presso l'Università Cà Foscari di Venezia
Diploma in ragioneria
Funzionario presso il Credito Italiano dal 1977 al 31 Dicembre 1988


C
arica attuale ricoperta presso Veneto Banca

Direttore Generale dal 16 Dicembre 1997


C
ariche precedenti presso Veneto Banca

Vice Direttore Generale dal 24 Marzo 1997 al 15 Dicembre 1997
Dirigente dall'01 Giugno 1994 al 23 Marzo 1997
Data di assunzione come Funzionario (prov. Credit) dall'01 Gennaio 1989

Principali posizioni di lavoro ricoperte:

Responsabile Direzione Crediti dal 09 Settembre 1996 al 23 Marzo 1997
Responsabile Divisione Affari dal 01 Gennaio 1993 all'08 Settembre 1996
Responsabile Filiale Autonoma dall'01 Settembre 1991 al 31 Dicembre 1992
Responsabile di Zona dall'01 Marzo 1989 al 31 Agosto 1991
Addetto Area Affari dall'01 Gennaio 1989 al 28 Febbraio 1989


C
ariche attualmente ricoperte presso società controllate da Veneto Banca

Vice Presidente di Banca di Bergamo spa dal 27 Luglio 2001
Amministratore di Claris Leasing spa dall'11 Gennaio 2001
Amministratore Banca Italo-Romena spa dal 21 Settembre 2000
Amministratore di Veneto Ireland F.S. Ltd. dal 21 Ottobre 1999
Vice Presidente di Banca Meridiana dal 04 Maggio 2002
Amministratore di Banca del Garda spa dal 31 Maggio 2005
Vice Presidente di B.C. Eximbank s.a. - Chisinau (Moldavia) dal 26 Aprile 2007


C
ariche precedenti ricoperte presso società controllate da Veneto Banca

Amministratore di Meridiana Assicurazioni Vita SPA dal 12 Aprile 2001 al 22 Giugno 2002
Vice Presidente del Consiglio di Claris Ass.ni srl dal 23 Aprile 1998 al 17 Aprile 2002
Amministratore di Claris Factor spa dal 15 Giugno 1993 al 21 Aprile 2002
Amministratore Eximbank sa - Chisinau (Moldavia) dal 17 Agosto 2006 al 25 Aprile 2007


Altri incarichi presso società collegate e/o partecipate da Veneto Banca

Amministratore di Alcedo SGR spa dal 27 Aprile 2006
Amministratore di Palladio Finanziaria spa dal 24 Giugno 2004
Amministratore di Uniqa previdenza spa (prima Claris Vita spa) dal 12 Aprile 2001
Vice Presidente Consiglio Amm. di SEC Servizi di Padova dal 03 Aprile 1997
Amministratore di MGP srl dal 14 Luglio 2006
Amministratore di VENICE SPA dal 22 Dicembre 2006
Amministratore di FERAX SPA dal 06 Marzo 2007
Amministratore di Intra Private Bank spa dal 19 Aprile 2007


Incarichi precedenti presso società collegate e/o partecipate da Veneto Banca


Amministratore di Tecnica spa dal 18 Marzo 2003 al 10 Ottobre 2005
Amministratore di Arca SGR spa dal 22 Aprile 2002 al 28 Aprile 2004
Amministratore di Unione Fiduciaria spa dal 30 Aprile 1999 al 19 Aprile 2004
Amministratore di Palladio Finanziaria spa dal 23 Maggio 2000 al 30 Giugno 2004
Amministratore di Atene srl dal 19 Maggio 2000 al 27 Maggio 2003
Vice Presidente Consiglio di Sorv. di Ljudska Banka dal 18 Settembre 1998 al 2001
Amministratore di Supernet spa dal 02 Dicembre 1998 al 20 Giugno 2001
Amministratore di Centrosim spa dal 17 Settembre 1997 al Maggio 2002
Amministratore di Nuova Banca Mediterranea spa dal 24 Gennaio 2002 al 31 Ottobre 2002

Tratto da:  www.ipo.it/intra/general/show_man.cfm?menu=1&arg=7&idarg=9728 

Credito e industria/2 La popolare ha corso troppo? «Siamo patrimonializzati e cresciamo nella parte sana del Paese», dice l' a.d. del gruppo
La campagna d' Italia del ragionier Consoli
Con Veneto Banca 11 acquisizioni in dieci anni. Più gli sportelli di Intesa e il 20% di Banca Intermobi

MONTEBELLUNA (TV). Può Montebelluna, fin qui capitale dello scarpone da sci e della calzatura sportiva, diventare anche capitale dell' Italia del credito? La risposta, negativa per i più, suona sorprendente se a darla è Vincenzo Consoli, amministratore delegato di Veneto banca, che di questo singolare progetto è l' estensore. A patto - sia chiaro - che si eviti il gigantismo aziendale, si mantenga il contatto con il territorio, si stia lontano dalla Borsa e non si perda di vista il cliente. Se i prerequisiti sono fatti salvi, allora la campagna d' Italia può prendere corpo, «ed è quello che stiamo facendo - dice Consoli -, da Torino a Trieste e da qui fino alla Puglia seguendo la dorsale adriatica... Noi ci siamo». Undici acquisizioni aziendali in dieci anni, più un pugno di sportelli rilevati da Intesa Sanpaolo, sono serviti a portare l' ex Popolare di Asolo e Montebelluna in giro per l' Italia. Da dicembre a oggi, due colpi: la Cassa di risparmio di Fabriano e Cupramontana (Carifac) e Banca Apulia. Al netto di questi due accordi, gli sportelli oggi sono 426. Quando verrà definita Banca Apulia saliranno a 478 e fra tre anni, quando sarà possibile esercitare un diritto di opzione per salire al 51 per cento di Carifac, potrebbero diventare 537, salvo nuove aperture. «Niente - dice - rispetto ai 6.500 sportelli di Intesa». Ottimista Il sospetto è lecito: Veneto Banca, una popolare non quotata, ha corso troppo. «Noi - assicura Consoli - siamo sempre stati prudenti. Abbiamo 2,2 miliardi di patrimonio netto, togliendo anche l' utile di periodo che non considero. Seicento milioni più dell' anno precedente. Il nostro patrimonio evidenzia un Core tier 1 al 7,2%, il Core Tier 1 ratio all' 8,34% e il total risk al 12,23% (sono i principali indicatori della patrimonializzazione bancaria, nda ). Quindi non direi che abbiamo corso. Inoltre, non abbiamo impegni di scadenze sul fronte internazionale: su 16 miliardi di raccolta, 450 milioni arrivano dai mercati. Ritengo ci sia motivo per essere moderatamente ottimisti». Diversi La ricetta appare semplice: poca finanza, molte imprese. E attenzione ai soci anche in tempo di crisi («Una banca popolare non può non pagare il dividendo», chiosa guardando alla prossima assemblea). Cosicché, lo sottolineano anche gli osservatori di settore, la stretta del credito è, nel Nordest, meno severa che altrove. E il tessuto connettivo delle pmi resiste meglio di altri modelli industriali. «Chiariamo - dice Consoli -: che il momento sia difficile è indubbio. Ma che sia così terribile come viene dipinto è solo parzialmente vero. C' è preoccupazione, è chiaro. Basta vedere quello che è successo nel mondo della finanza e ai grandi gruppi industriali. Sono loro che hanno sofferto di più. Ma quando incontro gli imprenditori che mi chiedono "voi cosa fate per le imprese?", dico che ci comportiamo esattamente come nel gennaio 2008. Cioè non stiamo assumendo atteggiamenti negativi. L' attenzione al rischio c' è. Ma noi abbiamo l' 80-90% del nostro attivo composto da credito alle imprese: è chiaro che se registriamo una morìa di aziende, anche noi portiamo i nostri libri in tribunale, ma deve essere un fatto davvero terribile, crolla il mondo-Italia e crolla Veneto Banca. Ma se c' è la crisi finanziaria e c' è la caduta dei corsi dei titoli, beh la cosa allora è diversa. E se le imprese sono sane, i soldi me li restituiranno più avanti...». Ragioniere Consoli appare diretto. Divide il grano dal loglio, le entrate dalle uscite, i diplomati dai laureati. «Io sono ragioniere. E ci tengo. La laurea è arrivata honoris causa da Venezia, nel 2005: controllo di gestione e pianificazione strategica». Ma la sua strada è stata altra. Nasce a Miglionico, in provincia di Matera, 59 anni fa, poi la famiglia si trasferisce in Piemonte («erano anni in cui la Fiat assumeva...»). Inizia a lavorare a Biella, filiale del Credito Italiano: lana, riso, un po' di meccanica, i rubinetti della Val Sesia. Era il 1970. «Ho lasciato il Credito Italiano dopo 18 anni, ne ero innamorato. Ero vicedirettore della sede di Vicenza. Mi cercò questa popolare per aprire l' agenzia di Torri di Quartesolo. Mi davano un pacca di soldi. M' avessero dato una pacca sulle spalle sarei rimasto al Credito. M' avessero detto "dai, resta con noi", sarei rimasto. Sono andato via a malincuore». Barricate Quattro anni dopo Consoli è in sede. Quando nel ' 97 l' allora direttore generale Cremonesi è pronto a sottoporre all' assemblea un accordo stringente con il Sanpaolo di Torino, Consoli arma la resistenza al grido «salviamo l' autonomia». All' assemblea il ticket titolare Cremonesi-Tartini si scontra con gli sfidanti Consoli-Antiga (oggi vicepresidente) e perde. Era il 1997. Esattamente il 22 marzo, giorno conclusivo delle Cinque giornate di Milano, che a Montebelluna sancisce un altro risorgimento. «La nostra storia inizia allora», spiega Consoli e la data è ricordata dalla grande fontana davanti alla sede della holding. Salottini buoni Da allora la popolare di Montebelluna inizia lo shopping. Apre sportelli anche all' estero, il primo in Romania per stare vicino ai clienti che delocalizzano, poi va in Irlanda, dove apre Veneto Ireland financial services , che gestisce parte del portafoglio mobiliare del gruppo. Il colpo grosso è del 2007, quando si aggiudica la Popolare di Intra, devastata dalla vicenda Finpart. Un' acquisizione pagata tanto. «Tanto - ammette -. Col senno di oggi, nel pieno della crisi, tantissimo. Col senno di ieri l' abbiamo pagata il giusto. Noi abbiamo speso 850 milioni per il 100%, c' erano 250 milioni di mezzi propri, abbiamo pagato 600 milioni di avviamento. Su un' ottantina di sportelli abbiamo pagato 7 milioni a sportello che erano i valori di quel momento». L' altro colpo è dello scorso anno: il 40 per cento di Cofito, che vale il 20 per cento di Banca Intermobiliare. Un' operazione carta contro carta, che porta Veneto Banca a essere socia delle famiglie Segre, D' Aguì, Scanferlin e Giovannone a cui vanno - tra l' altro - il 25 per cento della Banca Italo-Romena. «Per noi è l' occasione per fare meglio la gestione delle ricchezze, il private banking e i fondi. Un' opportunità industriale». Come natura industriale hanno gli accordi con Palladio Finanziaria (20%) e Ferak (20%). «Palladio è un ottimo partner: tutto quello che è private equity o necessità di finanza straordinaria della nostra clientela l' appoggiamo a loro. Ferak nasce da Palladio, che stava impostando con Finanziaria Internazionale e con gli Amenduni dell' acciaio una società per partecipare all' attività di Borsa. Ci ha chiesto di partecipare». I numeri «Abbiamo chiuso il 2008 con crescite attorno al 15% nella raccolta e negli impieghi. Nel conto economico siamo lievemente sotto al budget, ma sopra al consuntivo 2007. Per noi ha influito la Robin Tax, che pesa, sul netto, circa 14 milioni di euro. Avevamo come obiettivo 125 milioni di utile, 14 li ha portati via la Robin Tax, una decina la crisi dei mercati, siamo attorno ai cento milioni. Nel 2007 chiudemmo a 92 milioni di utile netto». E quasi non c' era la crisi. Le tappe di una crescita Bcc Piave e Livenza, Banca Italo Romena, Banca di Bergamo, Banca Meridiana, Banca del Garda, Eximbank (Rep. Moldova), Gospodarsko Creditna (Croazia), Banca Popolare di Intra, Intesa Sanpaolo, Banza Italiana di Sviluppo (Albania), Carifac, Apulia, Banca Mediterranea

Righi Stefano
Pagina 7
(26 gennaio 2009) - Corriere Economia
D
al sito web
http://archiviostorico.corriere.it/2009/gennaio/26/campagna_Italia_del_ragionier_Consoli_ce_0_090126012.shtml


VINCENZO CONSOLI - PERSONAGGIO 12 Aprile 2010

Consoli, arriva da Matera il banchiere al centro degli affari del NordEst Con la conquista di Bim si consolida l’ascesa di Veneto Banca Una lunga serie di acquisizioni ha dato vita ad un istituto potente, fortemente radicato sul territorio e crocevia delle operazioni delle grandi famiglie

di PAOLO POSSAMAI

Il più nordestino dei nordestini è nato a [Miglionico] Matera nel 1949. Si chiama Vincenzo Consoli, e al sabato e alla domenica non va mai in ufficio. Lavora nello studio di casa. Senza frequentare salotti e disdegnando i riflettori, nel segno del massimo understatement, pezzo dopo pezzo ha montato il decimo gruppo bancario italiano.
Dopo le elezioni il concetto di "banca federale" va per la maggiore, ma lui lo pratica da anni sotto il cappello generale di Veneto Banca e in effetti disponendo di un ventaglio di una dozzina di marchi/aziende. L’ultimo colpo, maturato nei giorni scorsi, consiste nella conquista del santuario della finanza torinese chiamato Banca Intermobiliare (Bim).
Non male, tenendo conto che tanta strada è stata compiuta partendo da Montebelluna, patria dello scarpone da sci e dello sport system, cittadina della pedemontana trevigiana incredibilmente governata da una sindachessa del partito democratico, Laura Puppato, annegata nel mare verde della Lega Nord.
L’amministratore delegato del decimo gruppo creditizio italiano di politica non si intriga. Troppo preso dal suo meccano. Il suo ufficio a Montebelluna è diventato un crocevia, la sua firma compare in tutte le principali operazioni made in Nordest, nel libro soci di Veneto Banca holding (Vbh) leggiamo i cognomi Amenduni, Benetton, Folco, Moretti Polegato, Zoppas. Molti di questi nomi ricorrono poi pure nella trama di relazioni/affari perseguita da Palladio Finanziaria, partecipata da Vbh e titolare del 4% di Generali tramite le scatole finanziarie Ferak e Effeti. E dal Nordest la sfera di influenza si va allargando, mano a mano che procedono le integrazioni e che tra i soci entrano pugliesi, marchigiani, lombardi, piemontesi.
Tutto ha origine dalla Banca Popolare di Asolo e Montebelluna, dove il ragionier Consoli inizia a lavorare nel 1989 per aprire la filiale di Torri di Quartesolo, alle porte di Vicenza e – manco a dirlo – esattamente di fronte alla direzione generale della Banca Cattolica del Veneto e poi del Banco Ambrosiano Veneto. Quasi un guanto di sfida all’istituto leader sul territorio, sfida riuscita venti anni dopo.
Lui in effetti aveva avuto prima un solo grande amore: era stato assunto nel 1977 al Credito Italiano, alla filiale di Biella. Quella è la sua scuola, tanto che – a chi gli chiede il nome del suo maestro – Consoli dice che il suo mentore fu Danilo Danielis, allora condirettore centrale del Credito Italiano ("penso che se ci legge sarà contento"). Lascia l’ex Bin da vicedirettore della filiale di Vicenza, inizia alla popolare di Asolo e Montebelluna da capoarea. Ma dopo nemmeno 8 anni, nel 1997 veste i panni di direttore generale.
Dipende anche dal fatto che in quell’anno, assieme all’industriale Franco Antiga, nell’assemblea dei soci capeggia la linea di resistenza sul Piave contro il SanPaolo di Torino che voleva annettersi la allora piccola banca. La parola d’ordine è "autonomia", i soci rigettano l’accordo con i torinesi e parte la campagna delle acquisizioni. Che in questi giorni, dopo la traversata della pianura padana e dopo la cavalcata lungo la dorsale adriatica, trova compimento proprio a Torino con Bim.
Infatti, il gruppo Veneto Banca è l’esito di una dozzina di acquisizioni, i cui capitoli principali sono la Banca Popolare di Intra e poi BancApulia e Carifac.
Dal montaggio di questi tasselli emerge una sorta di grande "T", dove il braccio più corto consiste in una capillare presenza sulla fascia pedemontana delle regioni padane e l’asta più lunga si affaccia all’Adriatico fino in Puglia. Ne deriva una rete di circa 570 sportelli con oltre 6.500 dipendenti.
L’ultimo tassello completa il disegno di un gruppo presente nel retail, nel private equity e nel merchant (Palladio), nella bancassurance, nell’asset management e con una ramificata presenza nell’Est europeo. Entro l’anno l’acquisizione del controllo di Bim dovrebbe andare in porto e con questa la messa in rete di servizi di private banking e consulenza finanziaria per la clientela più facoltosa del gruppo. "Non ci sono altri fini, non esiste proprio l’ipotesi di una quotazione di Vbh usando Bim. Bim resterà quotata", avverte Consoli. Alla fine del percorso, la famiglia Segre eserciterà il diritto di recesso e lascerà la scena, le famiglie Scanferlin e Giovannone dovrebbero concambiare le loro azioni Bim in quote Vbh, mentre Pietro d’Aguì si è riservato di trattenere il 10% dell’istituto torinese di cui è e resterà amministratore delegato. Le famiglie con matrice Bim alla fine del processo avranno tutte assieme il 3,2% del capitale di Vbh, ovviamente frazionato in modo tale che nessun intestatario superi la soglia dello 0,5% di legge.
"L’idea di questo incrocio di esperienze è venuta parecchi anni fa proprio a D’Aguì – ricorda Consoli – poi per far maturare i frutti occorre tempo. E non sempre maturano e non sempre sono buoni…". Tra i frutti acerbi, anzi aspri della semina realizzata nell’ultimo decennio mettiamo in conto l’acquisizione della croata Gospodarsko Kreditna Banka. Lo dice apertamente lo stesso Consoli, che rileggendo l’itinerario compiuto sostiene che "sarebbe stato meglio non andare in Croazia, mercato con regole assurdamente complicate. Ci stiamo perdendo soldi, pochi ma ne perdiamo".
Il verbo "perdere" lo pronuncia con difficoltà. Non ci è abituato. Il gruppo fa utili anche con le banche create in Romania, Moldova, Albania seguendo cioè le piste dell’internazionalizzazione delle aziende venete. La Croazia è l’eccezione e, proprio per evitare repliche, la programmata apertura di attività in Serbia e Bulgaria è oggi in standby. "Ma resto convinto che l’area balcanica e in generale la Nuova Europa possa essere un’ancora di salvezza per l’economia italiana e nordestina in particolare. La grande crisi è alle spalle, penso che i nostri imprenditori così abituati alla battaglia sapranno trovare vie di sviluppo proprio a Est" dice Consoli.
Il rapporto con l’imprenditoria è una delle chiavi del successo di Vbh, che compare quando passano di mano le quote di Nordica verso Tecnica piuttosto che di Diadora verso Geox, o nel management buy out di Andrea Tomat su Lotto. Ma Consoli si schermisce se gli viene proposto il parallelo con Silvano Pontello, che da artefice di banca Antonveneta era anche il baricentro delle strategie di sviluppo di tante aziende nordestine ("io sono piccino, gioco a pallone e però non per questo penso di diventare Maradona. Metafora che è pure faticosa, visto che sono interista").
Fondamentali per i rapporti con il sistema imprenditoriale, e più in generale nella costruzione del gruppo, sono anche le relazioni portate dal presidente Flavio Trinca (commercialista, già assessore a Montebelluna, già deputato Udc) e dal vice Franco Antiga (che tra l’altro siede nel direttivo di Unindustria Treviso e della Fondazione Nord Est). Non per caso la scadenza dei mandati dei tre sono sfalsate: quest’anno in assemblea è atteso il rinnovo di Antiga, l’anno venturo di Consoli (che tra l’altro è socio rilevante della banca) e poi nel 2012 toccherà al presidente Trinca. Un trio che riassume in pieno il controllo del gruppo.
Consoli dice che adesso per un paio di anni le operazioni straordinarie sono bandite e che si deve consolidare, ma occorre pur dire che lo ha detto ogni anno nell’ultimo decennio. Vedremo. Di sicuro non gli fanno difetto fantasia e determinazione.
Il suo primo lavoro lo ha avuto a 18 anni, alla Rolex. Non c’entrano gli orologi, la fabbrica in questione a Borgosesia produceva rubinetti. Ma a lui, figlio di un operaio edile, non piaceva controllare gli operai. Suo padre in effetti a Miglionico faceva il calzolaio, mestiere abbandonato quando per campare nel 1959 si è trasferito in Piemonte. Anni duri per i meridionali al Nord, ricorda Consoli. Esperienza di vita che non ha dimenticato, se sottolinea che "i terroni di oggi sono gli extracomunitari" e senza giri di parole pronostica che "qui un giorno siederà magari un altro migrante, di diverso colore". Formula questo vaticinio nel suo ufficio <\n>alla direzione generale di Veneto Banca. Alle pareti un paesaggio di Guglielmo Ciardi, un ritratto di Virgilio Guidi, una fanciulla al bagno di Federico Zandomeneghi. Maestri della pittura veneta che il <\n>lucano Consoli ha voluto entras sero nelle collezioni della banca. Si chiama integrazione.

Dal sito web:
http://www.repubblica.it/supplementi/af/2010/04/12/personaggio/009pesona.html


Intervista del mensile Banca Finanza a Vincenzo Consoli

Conferimento della cittadinanza onoraria a Vincenzo Consoli dal comune di Montebelluna in provincia di Treviso (vedi)

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375