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MARGHERITA LOPERGOLO
2 Novembre 2014

Miglionico
Presentazione della raccolta poetica 'L'élisir della vita' di Giuseppe Ambrosecchia
di M. Lopergolo

MIGLIONICO. Sabato 1 novembre nell'auditorium del Castello del Malconsiglio si e ' svolta la presentazione della raccolta poetica 'L'élisir della vita' del poeta materano Giuseppe Ambrosecchia . La presentatrice Margherita Lopergolo ha dato il via,con questo reading poetico,al progetto 'I Tre Confini della letteratura' della casa editrice 'Amico libro' di Montescaglioso,che vedra' coinvolti i paesi della provincia di Matera in diverse iniziative culturali. L'ambizioso progetto, afferma il presidente della casa editrice,Giuseppe Bellone,avra' come obiettivo finale la pubblicazione dell'opera vincitrice del festival della parola.
Oggi, in un'epoca caratterizzata dalla fretta, dalla disattenzione,dal vuoto c'e' ancora posto per la poesia? Noi possiamo affermare di si, sostiene la Lopergolo, proprio grazie alla poesia di Ambrosecchia, coinvolgente, nobile,elevata,rassicurante,che e' per noi uno scrigno prezioso di memoria storica della comunita' materana e di acquisizioni di cose vissute. Le innumerevoli tematiche della sua poesia ci propongono una visione di un mondo autentico dell'infanzia che rimane vivo anche in eta' adulta,senza perdere mai il contatto con le sue radici. Il carattere fondamentale della poesia di Ambrosecchia e' una lingua molto elaborata in cui termini ricercati si uniscono a quelli piu' comuni,a parole antiche e a espressioni del dialetto materano, aperto a ogni tipo di fantasia,fino a raggiungere effetti sorprendenti. Le poesie dell'autore sono state recitate con maestria da Emanuele Canterino, Nunzia Dimarsico, Carmelo Caldone, Annalisa Marinaro, Lucia Frescura. Un'interessante lettura dell'opera e' stata data dalla dott.ssa Rosa Fioriniello, consulente educativa per la comunicazione alternativa, che ha sviscerato le tematiche predominanti dell'opera. Con grande successo di pubblico la serata si e' conclusa con i salutiste della presidentessa dell' 'Associazione Matera poesia 1995' e l'intervento musicale di Teo Comanda. Margherita Lopergolo


 

Vedi album fotografico della manifestazione

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L’ ELISIR DELLA VITA
Di GIUSEPPE AMBROSECCHIA

I momenti difficili, nell’apparenza del modernismo, non producono solo format televisivi dal sapore discutibile, films mediocri e libri di gastronomia, ma anche versi di poesia.
Avete mai pensato di regalare un libro di poesia, come un rametto di nespole? No, eh? Potrebbe sembrare un’un analogia strana, un regalo insolito, ma questi, poesia e nespole, come gli antichi usi ci insegnano, regalano la conoscenza. Che di questi tempi è davvero rara, nonché preziosa.
La poesia non andrebbe accantonata, esige rispetto, delicatezza, pazienza. Nel frenetico mondo contemporaneo andrebbero riscoperte le nespole della saggezza poetica. E noi cogliamo questo sublime invito nella raccolta in versi di Giuseppe Ambrosecchia, che analizza, esalta, sviscera, questa faccenda della scoperta e riscoperta dell’elisir della vita, come fondamento di ogni azione rivolta verso l’esterno, ma che trova il suo compimento nell’interno, solo ritrovando ed amando prima se stessi.
Nei suoi versi, impregna il suo essere, le sue emozioni, riportando alla luce quei valori antichi del focolare familiare, oggi dimenticati, sotterrati, negati, quei principi arcaici ed istintivi degli abbracci, dei sorrisi, delle corse a piedi scalzi tra i fili d’erba, delle scoppia di risa intorno al profumo del pane appena sformato, dell’incanto suscitato dall’ascoltare fabule antiche, quasi fosse qualcosa di onirico e magico. Donandoci un’altra chiave di lettura della vita: quella seconda la quale dobbiamo accettare ed accogliere ogni dolore, ogni aberrazione, ogni affanno, come occasione di riflessione e crescita, in grado di temprarci come persone e svilupparci al meglio come essere umani, nella felicità della vita, nella voce, nelle parole, nei gesti, nei comportamenti, assaporando ed inebriandoci dell’unicità ed irripetibilità che la vita, la nostra, ci offre, come fosse un perpetuo e lirico “inno alla gioia“.
Ambrosecchia, si descrive e ci descrive come creature del creato, di madre terra, di madre cielo, di madre acqua, di madre fuoco, di Iddio, che ogni giorno devono far qualcosa per questo mondo, da cui, di dice, non usciremo vivi. E allora, perché farlo? Perché tentare di capire, di darci da fare per comprendere e, poi, agire? Semplice. Perché insieme a noi, in questo creato, ci sono gli atri, che un giorno potremmo esser noi. (Se qualcosa non ci tocca, non ci segna, non ci affonda con i suoi artigli, non è detto che non esista. Esiste eccome).
Così, lui, uomo, marito, padre, nonno, parla a suo nipote, alla sua compagna, ai suoi figli, non dimentico di esser stato, a sua volta, anch’egli figlio, di quel padre e di quella madre, di cui delinea e disegna i contorni, tuttavia non sbiaditi dal tempo che passa, galoppa, lacera, tentando di portar via, perché ancora e sempre presenti nella sua memoria, nei suoi ricordi.
Ambrosecchia, uomo e maestro di vita, insegna, racconta, modella, come uno scultore con il suo marmo, dona, questa possibilità, rammentandoci che solo tenendo presente tutto ciò, possiamo raggiungere l’elisir di un’esistenza degna e felice, libera dai sensi di colpa, in cui ogni cosa torna dove deve essere, nel posto esatto. Dove è viva ogni gioia, così come ogni pena; dove si ride, ma si piange ancora; dove si fanno i conti con il dolore, ma da grandi, come un campo di grano maturo. Consci che sia meglio viverla questa vita. Intensamente. Lunga, quella che sia. E che nonostante tutto dev’essere, come sia, come se fossimo “Uccelli senz’ali”. Miglionico, 01/11/2014
A cura di
Dr.ssa Fioriniello Rosa

 

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