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DOMENICO LASCARO
15.12.2014

Miglionico
Mi oppongo. Quindi esisto
di Domenico Lascaro

MIGLIONICO. I quesiti non finiscono mai. Tra i tanti che questa volta il prof. Amati mi sottopone, uno è piuttosto complicato: Perché l’Italia è sempre più un paese da “cortocircuito”? Caro Giacomo, mi hai attribuito competenze da “politologo”, prima, e da “ideologo”, poi. Ora pretendi che sia anche un esperto elettricista. Troppa grazia! Il quesito in questione è davvero ad “alta tensione”; basta un minimo contatto e tutto rischia di “scaricarsi a massa”.
Esso intende accertare se il dialogo tra i partiti è davvero finito; purtroppo sembra proprio di sì; quando si trattava di dividersi il potere, spesso si accordavano tra di loro, dando l’impressione di privilegiare il bene comune. Ora che la pacchia è finita, è scoppiata la guerra fratricida. Ma il fenomeno si è vieppiù accentuato: si è esteso all’interno stesso dei partiti. Ciascuno si ritrova nel suo seno una nutrita minoranza battagliera che minaccia l’integrità stessa del partito. I motivi sono molteplici. Spesso sussistono ragioni di merito rispetto ai problemi da affrontare. Ed è giusto che sia così, altrimenti avremmo organismi totalmente asserviti ai capi.
Dietro al merito, però, si nascondono il più delle volte calcoli individuali, finalizzati al mantenimento dello status quo e a difesa delle posizioni conquistate. In Forza Italia, una buona fetta di parlamentari, guidati da Raffaele Fitto, si oppone a Berlusconi per timore di essere “fattafuori” nel prossimo restyling. Il resto del centro destra è diviso in mille rivoli e nessuno è in grado di capirne le differenze. Il M5S è sul punto di implodere, perché diviso tra chi vuole dare al movimento un carattere stabile e organizzato, e chi ha tutto l’interesse a lasciarlo allo stato brado.
Da SEL è già iniziata la transumanza. Fa eccezione solo la Lega, ma è solo l’inizio euforico di un’azione furbesca e truffaldina del neo segretario. Nel PD il fenomeno è più complesso. Sussiste gran parte delle cause che si riscontrano negli altri partiti, ma altre sono esclusivamente di sua pertinenza. Lo scontento della minoranza - l’ho già evidenziato in analoghe circostanze – ha dalla sua parte molte valide ragioni; moltissime altre non giustificano il duro contrasto in atto, perché basate sulla paura della “rottamazione”, derivante dal naturale conflitto generazionale che minaccia i futuri assetti di partito.
Ma la causa che determina la maggior parte della crisi è una sola: la mancanza di norme chiare e condivise che regolino la vita interna degli organismi.L’ho scritto e lo ripeto fino all’esasperazione: in qualsiasi sodalizio umano, se le regole del gioco sono confuse o, addirittura assenti, si rischia la completa anarchia. Inutile fare appello alla libertà di coscienza ogni volta che si vuole far valere le proprie opinioni; la democrazia richiede sì il rispetto delle minoranze ma, nello stesso tempo, l’adesione alle decisioni della maggioranza.
Sapranno darsi i partiti statuti e regolamenti tali da evitare le discordanze sempre in agguato? Secondo me è doveroso stabilire per legge statuti e norme che disciplinino la gestione interna degli stessi; solo in questo modo potranno essere garantiti tutti, parlamentari e iscritti; ma soprattutto i cittadini che avessero voglia e competenze di aspirare, almeno in teoria, a candidarsi per rappresentare il popolo nelle istituzioni. E la domanda nasce…, a chi toccherà emanare la legge? Agli stessi soggetti che si vorrebbe disciplinare? Quiscustdiet ipsos custodes? Chi controllerà i controllori? Come vedi, caro Giacomo, si ritorna al “cortocircuito”.
Quale provetto “elettricista” potrà mai dipanare una matassa simile? Potrà il Presidente Napolitano - mi chiedi - costituire ancora una volta l’ancora di salvezza? Temo proprio di no; ha dato tutto quello che ha potuto in questi nove anni di mandato. Il compito si è fatto oltremodo gravoso e le forze fisiche e la pazienza esaurita non gli consentono di provarci ancora. Non ci resta che confidare nel senso di responsabilità di tutti e nel soccorso dello Spirito Santo. Domenico Lascaro (d.lascaro@libero.it)

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