Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

2.10.2015

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MIGLIONICO
 Campagna vitivinicola, si prevede un raccolto di qualità e quantità
 

MIGLIONICO. Cantine vinicole aperte in paese. Da alcuni giorni, con una settimana d’anticipo sui normali tempi previsti dalla vendemmia (prima settimana d’ottobre), nelle contrade miglionichesi è cominciata la raccolta dell’uva, sia di quella bianca che dei grappoli di colore nero. Per le strade del centro cittadino si sente già il delizioso profumo del mosto. Nella comunità è ancora diffusa la tradizionale usanza di produrre il vino per il fabbisogno familiare. Solitamente, da un quintale di uva, il cui prezzo d’acquisto si aggira intorno ai quaranta euro, è possibile ricavare circa settanta litri di vino che, quest’anno, è di ottima qualità.
«L’uva prodotta è integra - spiega Giovanni Matera, 72 anni, esperto vignaiolo miglionichese - perché non è stata attaccata da alcuna malattia grazie alla favorevoli condizioni climatiche. Il caldo eccezionale dell’estate ha accelerato il processo di maturazione dell’uva». Quali ne sono le modalità di raccolta? «Nelle nostre contrade - spiega Matera - la vendemmia avviene ancora in modo tradizionale, cioè manualmente perché i vigneti sono strutturati per lo più a ceppo o a spalliera; ce ne sono pochi a pergola ed a tendoni. Di solito, si coltivano piccole vigne, costituite al massimo da due o tre mila viti». Si pratica una viticoltura biologica, che esclude l’utilizzo di sostanze chimiche, anticrittogamiche? «Nei nostri terreni - puntualizza l’esperto vignaiolo - per contrastare la diffusione delle muffe e gli attacchi dei parassiti, si usa proteggere l’uva soltanto con l’uso del rame e dello zolfo che non incidono negativamente sulla qualità del prodotto». Il vino che si ottiene è quello definito “d’annata”, cioè privo di denominazione, perché scaturisce dalla spremitura non di un solo tipo di uva, ma dalla pigiatura di una varietà mista di uve. Il vino che viene prodotto in maggiore quantità è il “novello” che, non trattato con sostanze stabilizzanti, va consumato subito, entro i primi mesi dell’anno, altrimenti rischia di diventare aceto. Si tratta, in pratica, di un vino definito “ordinario” che viene bevuto dopo aver subito un solo processo di vinificazione (la fermentazione naturale), senza interventi di aggiunte di altri componenti chimici. Il vino più utilizzato è quello di colore rosso; in misura minore vengono prodotti anche quello bianco (di colore giallo) e il rosato (di colore rosa tenue). Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375