Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

9.10.2015

Home

Index stampa locale e nazionale

Stampa pagina

MIGLIONICO
"Oltre l'amore" dei fratelli Finamore
 

MIGLIONICO. L’amore, la speranza, l’amicizia, la sofferenza, l’inquietudine, la gioia, la fede. In una parola: la vita. Nella poesia dei fratelli Rino, Anita e Margherita Finamore c’è la testimonianza dei sentimenti che connotano l’animo dell’uomo. Sono sentimenti forti: si alternano e sono espressi nei versi delle 117 poesie che compongono la raccolta, “Oltre l’amore”, ed. “Amico Libro”, Giuseppe Bellone, Montescaglioso (2015), per complessive 145 pagine. Gli autori sono legati dal vincolo familiare della fratellanza: Margherita, purtroppo, s’è spenta nel 2013, a soli 31anni: è volata in cielo a seguito di una improvvisa malattia, lasciando a quanti l’hanno conosciuta un segno indelebile del suo passaggio terreno: un sorriso, simbolo d’amore e di speranza. Rino, il fratello maggiore (43 anni), è docente universitario presso l’ateneo di Bari, ove insegna psico-pedagogia; Anita (32 anni), laurea in Lingue e Letterature straniere, è insegnante di scuola primaria. Con le loro liriche raccontano al lettore la vita dell’uomo: lo fanno, esprimendo un “arcobaleno” di sentimenti: i sogni, le illusioni, le speranze, i tormenti, le ansie, le gioie e i dolori. Il volume, impreziosita da una copertina elaborata dall’estro creativo dell’artista miglionichese, Ciccio Cinnella, raccoglie 50 poesie di Margherita; 49, invece, sono le liriche firmate da Rino; 18 sono i componimenti poetici creati da Anita. “La poesia dei tre autori – spiega la professoressa Margherita Lopergolo – nasce come tentativo di ritrovare un equilibrio emotivo che s’è rotto: vuole conciliare il dolore col desiderio di cogliere le gioie e la bellezza che la vita offre. Il loro canto poetico nasce dal dolore e va verso la luce, ovvero, verso l’amore, anzi oltre l’amore: svolge una funzione catartica, purificatrice. Per questa ragione, le loro liriche rappresentano un inno alla vita, all’amore”. In altre parole, è una poesia che descrive le molteplici esperienze della vita umana; è uno “sguardo” sull’esistenza dell’uomo. Una poesia scandita da pensieri profondi, da riflessioni che spingono il lettore a capire il significato della vita. “E’ una poesia sublimante – sottolinea la dottoressa Rosa Fioriniello – che esorta il lettore a parlare la stessa lingua di san Francesco, fino a spingersi a chiamare la sofferenza, il dolore con il termine di fratello. Non è, ovviamente, un fratello da cercare, perché è difficile tollerarlo e capirlo. E’ difficile da portare con sé, accettandolo come un compagno di viaggio. Ma, i fratelli Finamore, con la loro poesia, ci fanno capire che l’uomo dovrà essere bravo a trasformare il dolore in una energia vitale: nella forza dell’amore”. Conclusione: cosa comunica questa imperdibile poesia dei fratelli Finamore? Trasmette un messaggio di speranza: è una lirica contro gli aspetti decadenti della società odierna. Propone visioni alternative all’odio, all’indifferenza; è caratterizzata dai valori della solidarietà, della fratellanza, dell’accoglienza e dell’accettazione del prossimo. Trasmette pensieri virtuosi. Il primo: pur soffrendo per ciò che gli manca, l’uomo è chiamato a donare, a chi gli sta accanto, il meglio di sé; il secondo: il modo più autentico per essere felice consiste nel rendere felice il prossimo; il terzo: se vuole essere libero, l’essere umano è chiamato a scegliere il bene. Sempre. Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375