Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

11.10.2015

Home

Index stampa locale e nazionale

Stampa pagina

MIGLIONICO
PROPOSTA AL SINDACO PER I 50 ANNI DALLA SCOMPARSA DEL PRETE
Un premio letterario per ricordare la figura di don Donato Gallucci

 

MIGLIONICO. Povertà, solidarietà e cultura. Sono stati questi gli aspetti fondamentali della straordinaria vita sacerdotale di don Donato Gallucci, arciprete di Miglionico per 29 anni, dal 1936 fino all’anno della sua morte, che avvenne, a 78 anni, nell’ospedale civile di Matera, l’11 ottobre 1965. Oggi, nella ricorrenza del cinquantenario della sua morte, un suo alunno, Mimmo Sarli (67 anni) propone al sindaco Angelo Buono (Pd) e a tutto il Consiglio comunale di Miglionico di istituire, con il patrocinio della regione Basilicata, il premio letterario “Don Donato Gallucci” destinato agli studenti, ai poeti, agli scrittori, giornalisti e a tutti i rappresentanti del mondo della cultura, di cui don Gallucci seppe essere un protagonista di primo piano. Nato a Pietragalla (Potenza) il 5 dicembre 1887, il giovane Gallucci si mette subito in luce per le sue spiccate doti d’intelligenza, tanto che suo zio, Domenico Gallucci, monsignore di Pietragalla, lo incoraggia negli studi. Dopo aver conseguito la maturità presso il liceo classico “Ennio Quirino Visconti” di Roma, il giovane Donato prosegue i suoi studi universitari nella città tedesca di Friburgo (Germania), ove consegue due lauree, in Filosofia e in Lettere, e la padronanza di ben sette lingue: tedesco, inglese, francese, spagnolo, arabo, latino e greco. Sembra destinato alla carriera universitaria, ma sia l’influsso dello zio religioso sia quello del filosofo cattolico Martin Haidegger lo inducono ad intraprendere la vita religiosa e, nel 1912, nella cattedrale di Friburgo, viene ordinato sacerdote. Cappellano militare nel corso della prima guerra mondiale (1915/18). Insegnante nei seminari per i futuri sacerdoti e poi, dal 1936, parroco della Chiesa Madre di Miglionico, ove si mette subito in luce non solo per le sue doti di religioso, ma anche per quelle culturali ed umanitarie. Si prende cura soprattutto dei poveri, cui dona i suoi averi, e diventa protagonista assoluto nella lotta alla piaga dell’analfabetismo, aiutando al massimo negli studi i ragazzi capaci e meritevoli, ma bisognosi. Grazie a don Gallucci, oggi, sono tantissime le persone che si sono affermate nella loro vita professionale e sociale. Come testimonianza della sua straordinaria personalità e della sua encomiabile vita, dal 2010, il locale istituto scolastico comprensivo porta il suo nome. Oggi, a distanza di cinquant’anni dalla sua morte, don Gallucci viene ancora ricordato per le sue eccezionali doti umanitarie. E’ testimone di valori cristiani e di vita sociale, tra cui, ne spiccano tre: l’altruismo, la carità e la capacità di prendersi cura degli altri. A chi gli chiedeva perché facesse tanto bene al prossimo, rispondeva semplicemente: “E’ un modo come un altro per servire il Signore”. Aveva a cuore i bisogni di tutti, viveva in funzione dell’altro. Teneva lezioni ovunque: in chiesa, a casa degli alunni ed anche per strada. “E’ ancora vivo il mio ricordo – racconta con commozione Mimmo Sarli – di quando, negli anni Cinquanta, nelle calde sere d’estate, era seduto davanti al piazzale della chiesa Madre e impartiva a noi giovani studenti le sue lezioni di Italiano e Latino. Ricordo anche che negli ultimi anni della sua vita, non stava bene in salute, viveva in una condizione di assoluta miseria, si nutriva con un piatto di riso e, durante le fredde giornate d’inverno, per riscaldarsi, possedeva soltanto un vecchio mantello”. Un testimone encomiabile di una vita virtuosa, francescana: don Donato Gallucci sarà ricordato, per sempre, come simbolo di cultura e d’amore. Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375