Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

25.01.2016

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MIGLIONICO
E' giusto formare le classi secondo il criterio elitario?
 

MIGLIONICO. “Non tutti gli alunni sono uguali e i migliori sono da sostenere”. In virtù di questo principio, la nuova circolare ministeriale riguardante la formazione delle classi, in vista del nuovo anno scolastico (2016/17), prevede di costituirle tenendo conto del criterio della flessibilità didattica. In pratica, viene data al dirigente scolastico la possibilità di formare le classi degli alunni per “gruppi di livello”, sulla base del loro profitto. Ciò significa che si potrebbe costituire una classe solo di alunni “bravi” ed un’altra solo di alunni “meno bravi”. Potrebbe, quindi, sparire la classe eterogenea, cioè, costituita da alunni con un livello diverso di competenze. Da qui, due domande. La prima: esiste l’alunno bravo in tutto? La seconda: chi è veramente l’alunno meno bravo? Ovviamente, ci sono studenti che eccellono in tutte le discipline di studio. Però sono una minoranza. La maggioranza dei bambini, invece, è costituita da chi si distingue in una materia (ad esempio, in matematica) e da chi denota talento in altre discipline ( italiano, storia, eccetera). Ne discende che uno stesso alunno può essere bravo in una materia e meno bravo in un’altra disciplina di studio. Ciò significa che il dirigente scolastico incontrerebbe, obiettivamente, delle grosse difficoltà a costituire classi omogenee per “gruppi di livello”. Bisogna considerare, poi, altri due aspetti del problema. Il primo: a scuola non si va solo per apprendere l’alfabetizzazione culturale, ma per imparare anche ad “essere”, a “fare” ed a sapersi relazionare. Il secondo: la scienza pedagogica afferma già l’importanza del principio delle “classi aperte”: è quello che dà all’insegnante l’opportunità di lavorare tenendo conto degli interessi e dei bisogni dei singoli alunni. Annotazione finale: la scuola come “comunità educante” si fonda sui principi della democrazia, dell’uguaglianza e dell’integrazione sociale. L’idea di formare le classi degli alunni secondo il modello “elitario” mi sembra un criterio poco coerente con la scuola concepita quale “comunità educante”. Un caro saluto. Giacomo Amati

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