Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

6.03.2016

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MIGLIONICO - “Io, morto per dovere” presentato nel circolo culturale "La Fucina"
La vera storia di Roberto Mancini, il poliziotto che ha scoperto la "Terra dei fuochi"

MIGLIONICO. Il tema dell’inquinamento ambientale, ovvero, di una vera e propria “catastrofe ambientale”, costituisce l’argomento di fondo del libro, “Io, morto per dovere” (la vera storia di Roberto Mancini, il poliziotto che ha scoperto la “Terra dei Fuochi”), ed. Nuovo Istituto d’Arti Grafiche, Bergamo, (febbraio 2016) di Luca Ferrari e Nello Trecchia, entrambi giornalisti. Il volume, che è strutturato in sei capitoli, con prefazione di Giuseppe Fiorello e postfazione di Monika Dobrowolka (moglie del poliziotto), per complessive 150 pagine, è stato presentato ieri sera (sabato 5 marzo), con la consueta bravura, dal prof. Domenico Lascaro, nella sede del locale circolo culturale, “La Fucina”.
Il relatore ha ricostruito la vicenda, delineandone, prima, l’inquadramento storico: in particolare, ha osservato come la data iniziale del deposito illegale dei rifiuti tossici, in una vasta zona compresa tra le province di Caserta e Napoli, sia riconducibile agli anni Settanta;  poi, ne ha riassunto gli aspetti più significativi e drammatici. “In tale area – ha precisato Lascaro – furono interrati molteplici rifiuti tossici (industriali e nucleari), causa indiretta di un alto tasso di tumori su numerosi abitanti ivi residenti”. L’inquinamento da diossina dei terreni cominciò subito ad avere un impatto negativo nella catena alimentare. “A far emergere i primi sospetti sull’attività illegale dello smaltimento dei rifiuti velenosi – ha raccontato Lascaro – furono le indagini condotte da un ispettore della Criminalpol della Polizia di Stato, Roberto Mancini. Inizialmente, però, la sua informativa sui possibili reati e i presunti autori, non ebbe uno sviluppo significativo, fino al 2011, quando venne ripresa dal magistrato Alessandro Milita che approfondì le indagini sul deposito illegale dei rifiuti”. Quindi, Lascaro ha illustrato la figura dell’eroe della vicenda, il super poliziotto Roberto Mancini, “un comunista convinto, accanito lettore del quotidiano Il Manifesto, ex studente del Liceo romano Cesare Augusto”. In modo particolare, Lascaro ha evidenziato la figura di Roberto Mancini “uomo” convinto che, entrando ancora giovane in polizia, “bisognava provare a cambiare il sistema dall’interno”.
Nel corso del dibattito che ne è seguito, Giovanni Finamore, vigile urbano in pensione, ha osservato con amarezza, come Roberto Mancini non ci sia più (è morto di tumore il 30 aprile 2015) mentre i presunti responsabili del disastro ambientale si stiano difendendo dalle accuse (il maggiore imputato è Cipriano Chianese). Infine, il dott. Tommaso Ditaranto ha sottolineato come il super poliziotto Mancini sia stato un uomo dotato di uno straordinario senso civico, capace di battersi per il bene comune, fino al punto da sacrificare la sua vita nel tentativo di portare giustizia nella “Terra dei Fuochi”, un luogo ormai “avvelenato” da innumerevoli rifiuti tossici, diventati strumento di corruzione (prima) e poi causa di morte di tante persone innocenti. Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375