GIACOMO AMATI

17 LUGLIO 2018

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Povera Italia combatte la ricchezza non la povertà

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MIGLIONICO. “Povera Italia combatte la ricchezza non la povertà”. Il calcolo elettorale è semplice. “Se la stragrande maggioranza di chi vota riceve una pensione minima – scrive il direttore Giuseppe De Tommaso su La Gazzetta Del Mezzogiorno del 15 luglio 2018 – è sufficiente tagliare gli assegni più corposi per rimpinguare quelli più modesti. Così il gioco è fatto: i consensi nell’urna, per i livellatori, saliranno alle stelle. Che, poi, molti tra coloro riscuotono una pensione bassa, non abbiano versato contributi previdenziali o abbiano versato cifre irrisorie o, nella vita, si siano distinti nell’opera di beffare il fisco, poco importa”. E’ la somma che fa il totale, direbbe il grande Totò (1898-1967). “Uno vale uno. Tutti uguali. Capaci e incapaci. Colti e ignoranti. Laboriosi e sfaticati. Il messaggio indiretto lanciato da chi, come il ministro Luigi Di Maio, vuole colpire gli assegni previdenziali sopra i 4 mila euro mensili (anche quelli calcolati con il metodo contributivo) per trovare risorse da destinare al reddito di cittadinanza. Non conviene sgobbare sul lavoro, non conviene migliorare la propria condizione sociale. Tanto, provvederà lo Stato con i suoi programmi assistenzialistici a garantire una paga a tutti”. Perché darsi da fare? Con la prospettiva, ancora più beffarda, di correre in soccorso della “Razza Furbona”, che risulta povera all’erario, ma ricca per le concessionarie d’auto e le località di vacanza. Bisogna far pagare gli “invisibili al fisco”. Colpendo chi è riuscito a “garantirsi una vecchiaia più serena attraverso una giovinezza più sacrificata, si aggiunge ingiustizia a ingiustizia. Penalizzando i più attivi, si disincentiva il merito, che costituisce la precondizione dello sviluppo socio-economico”. Il premier socialdemocratico svedese Olof Palme (1927-1986) diceva: “Il nostro dovere è combattere la povertà, non la ricchezza”. Traduzione: bisogna portare i poveri a essere ricchi, anziché portare i ricchi a essere poveri. Bisogna guardare alla crescita ed all’eguaglianza verso l’alto e non alla decrescita e all’egualitarismo verso il basso. “Prima di redistribuire è indispensabile produrre”.

Created by Antonio Labriola-Mail - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375