Da Matera a Sofia: solidarietà alle mamme con figli disabili

SOFIA. Sofia è la capitale e la più grande città della Bulgaria. È il principale centro amministrativo, industriale, culturale e dei trasporti di tutto il Paese, di cui costituisce un distretto a sé stante. Con una popolazione di 1.270.000 abitanti, a cui se ne aggiungono altrettanti considerando l'area metropolitana, è anche la città più estesa e densamente popolata della Bulgaria.
Il primo decennio della transizione della Bulgaria a un'economia di mercato è stato caratterizzato da turbolenze politiche, sociali ed economiche. L'economia è effettivamente crollata nel 1996 sotto un'inflazione massiccia e un sistema bancario fallito, e il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 16,9%.
Nel 1997 nasce il programma Beautiful Bulgaria , al culmine di questo tumulto. Ha affrontato diverse sfide, in particolare la disoccupazione. Il programma ha contribuito alla trasformazione della Bulgaria: entro il 2007, la Bulgaria era avviata verso un'economia di mercato democratica ed è stata ammessa nell'Unione europea.
Con i finanziamenti dell'Unione Europea, il programma si è esteso a cinque città. Entro il 2003, ha operato su tutto il territorio nazionale, con finanziamenti provenienti da budget nazionali e comunali.
Il programma si è inizialmente incentrato sulla formazione professionale per i disoccupati, mirando alla ricostruzione nei centri urbani. Ha, inoltre, fornito corsi di formazione a piccole e medie imprese e finanziamenti per start-up per le piccole imprese. Nei primi anni 2000, il programma si è esteso alla ristrutturazione di siti turistici, impianti sportivi. Sebbene sia difficile da misurare, questo è considerato il più importante effetto di trasformazione della Bella Bulgaria. Il 1997 è stato un punto di svolta per il paese, quando - dopo un periodo tumultuoso - le persone hanno iniziato a credere che si sarebbero potuti avere veri miglioramenti. La bella Bulgaria ha contribuito a questo cambiamento.
Ma la rigenerazione nazionale è un processo a lungo termine e la bella Bulgaria rimane un work in progress, con un calcolo finanziario a breve termine ormai insufficiente. L'impatto del progetto è stato particolarmente forte nei suoi primi anni, quando il paese si stava riprendendo dalla crisi finanziaria del 1997.
Essere disabile è sempre una sfida grande ma immaginate in Bulgaria dove molti dei servizi a portata di mano in tanti altri Paesi europei sono carenti o mancano oppure sono costosi. Per questo è stata organizzata la protesta che ha visto scendere in piazza i genitori con figli portatori di handicap.
Palloni neri e una “panichida”, cioè liturgia funebre si è svolta nel centro storico di Sofia il 30 luglio. Molti dei disabili in Bulgaria sono stanchi di lottare per avere una vita “normale”. Anche se dopo la caduta del comunismo molte cose sono cambiate, la loro sopravvivenza rimane una sfida tutta in salita. Il primo impedimento é poter uscire di casa perchè la maggior parte dei palazzi nel Paese sono inacessibili per persone che hanno difficoltà a camminare, ci sono palazzi di 15-16 piani costruiti nel primo sviluppo dopoguerra, senza ascensore. Poi ti imbatti nel marciapiede che è troppo alto e arrivi alla metropolitana, dove l’ascensore è guasto”.Lenti progressi. Comunque le cose stanno cambiando, anche se lentamente. Un esempio sono i centri diurni per disabili, finanziati dai comuni, ma affidati a organizzazioni non governative come la Caritas.
Le autorità dal canto loro sostengono di fare il possibile e che il problema sono i soldi, visto che la Bulgara è il Paese più povero dell’Ue. Questo però non soddisfa i disabili. E la protesta dei genitori si svolge per l'ottavo anno consecutivo. Le mamme sostengono che “i mezzi ci sono, bisogna suddividerli meglio tenendo presente i bisogni individuali delle persone disabili e portando avanti alcune riforme necessarie”. Sicuramente è un cammino difficile che richiederà impegno e grandi modifiche a livello internazionale e alla voce delle mamme bulgare si unisce la mia per le aree marginali europee condividendo le stesse problematiche per garantire ai nostri figli i loro diritti e soprattutto dignità. Da Sofia Margherita Lopergolo

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