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MARIA ANNA PICCINNI
GEA ART

Gennaio-Febbraio 2015

Un futuro per Matera. Si riparte da qui
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di Maria Anna Piccinni

MATERA. Il destino di Matera sembrava segnato definitivamente quando la città è stata definita "vergogna nazionale". Con la vittoria di questo ambito titolo, il destino sembra essersi capovolto: da capitale del mondo contadino a capitale della cultura."Futuro" è la parola chiave su cui si basa il progetto. I giovani devono impadronirsi della cultura.»
Parla con orgoglio e fiducia Salvatore Adduce, sindaco di Matera, città europea della cultura del 2019. Non è stato facile sbaragliare la concorrenza di città come Siena, Lecce, Cagliari, Ravenna, ma Matera ce l'ha fatta e tutto ciò è stato possibile grazie alla stretta colla-borazione che si è creata tra il sindaco, il comitato di promozione di Matera 2019 ed i cittadini tutti. È stata una vittoria meritata quella di Matera, che ha colpito la giuria in un modo eccezionale, tanto che uno dei giurati, lo spagnolo Pardo, ha affermato che, comunque fosse andata, Matera sarebbe stata riconosciuta come "capitale dell'acco-glienza". L'idea di ospitare la commissione della giuria nelle case dei cittadini, infatti, è piaciuta molto e ha sottolineato ancora una volta l'impegno e la perseveranza della popolazione di voler conseguire un risultato molto ambito.
Una volta acquisito il titolo, però, bisogna puntare a costruire qual-cosa di concreto e Adduce ha le idee molto chiare: si deve puntare a garantire ai giovani lucani la possibilità di formarsi e soprattutto di cercare un'occupazione nella propria terra d'origine. Si devono creare sbocchi lavorativi non solo nell'ambito turistico, ma anche in campo artigianale, per ripristinare gli antichi mestieri.
Abbiamo chiesto al sindaco perché, a suo parere, Matera abbia vinto è la risposta è stata sorprendentemente toccante: «Non si è stati valutati per quello che la città è, ma per quello che la città propone di divenire».
A tal proposito si possono citare i tre progetti ai quali il sindaco tiene molto: l'idea di un istitutoMaria Anna Piccinni demoetnoantropologico, infrastruttura culturale, attrattiva costituita da un archivio materiale della storia di Matera; l'idea della scu ola del design, risposta alla crisi economica e industriale; l'idea di un teatro semovente. Forte ancoraggio alla storia e notevole riferimento al futuro costituiscono i progetti che si ha in mente di attuare. Secondo Adduce «la cultura deve corrispondere ad un progetto di grande impegno creativo affinché si possano realizzare nuove idee per poter definire nuovi prodotti».
Adduce ritiene, inoltre, che la vittoria non è soltanto di Matera, ma dell'intero mezzogiorno, che ha la possibilità di riscattarsi e l'opportunità di poter garantire un futuro migliore ai giovani lucani e delle regioni limitrofe. Basti pensare che il progetto di candidatura, oltre che da Matera, è stato sostenuto anche dalla provincia di Potenza, dalla vicina Puglia e anche dalla Campania. La città di Matera, dunque, deve cominciare a mettere a disposizione di tutti le proprie forze e ambire, così, alla costruzione di qualcosa di concreto che possa modificare radicalmente la situazione precaria che vige tuttora in Basilicata. Spesso si parla del mezzogiorno come di una parte del tutto estranea all'Italia: occorre eliminare questi pregiudizi e far sì che si cominci a pensare come un unicum l'Italia intera.
Il professor Massimo Bignardi, docente di storia dell'arte contem-poranea all'Università degli studi di Siena, in un'intervista dichiara che la vittoria di Matera può essere paragonata al film di Pasolini, Il Vangelo secondo Matteo: come, infatti, si passa dalla passione di Cristo alla sua risurrezione, così dalla passione del popolo meridionale, da sempre considerato subalterno e contadino, esattamente cinquant'anni dopo si passa alla risurrezione dei meridionali. La città di Matera più volte si è trovata a dover fronteggiare situazioni di grande difficoltà e ha saputo reagire con determinazione e farsi portatrice dell'idea di non arrendersi. A questo proposito, si possono citare ancora una volta le parole del sindaco, che spiega il significato di un motto latino preso in considerazione per il logo di Matera 2019: «Bos lassus firmius figit pedem: come il bue stanco affonda la zampa più fermamente, così Matera, con le proprie forze, deve trovare in se stessa la convinzione di proseguire il suo cammino».
Inoltre sottolinea anche che all'inizio, nel lontano 2009, anno in cui è stato proposto a Matera di cominciare il suo percorso, nessuno sapeva quali fossero i benefici di raggiungere un risultato di tale calibro. È stato solamente quando le città candidate sono diventate sei che tutti hanno cominciato a crederci e a far sì che si costruisse qualcosa di notevole. Dice ancora Adduce: «Il sindaco deve sintonizzarsi perfettamente con il percorso di Matera. Si avverte un grandissimo orgoglio non solo per il titolo che si è conquistato, ma per il percorso che si è fatto. La politica italiana sta dando il peggio di sé. Io sono felice di aver restituito alla politica il suo valore vero. Questo è quello che dovrebbe fare la politica: collaborare con la cittadinanza e offrire alternative, costruendole insieme».
Il secondo dossier di presentazione di Matera esplica l'obiettivo della città: si deve lavorare per il futuro dei giovani. Già a partire dal titolo Open future, il dossier si propone di dare forma ai sogni dei giovani lucani, che sperano in un futuro che non lasci allo sbaraglio le loro aspettative.
Notevole anche il lavoro di alcuni giovani lucani, che hanno colla-borato concretamente per rendere la città di Matera una città degna di concorrere con città del suo stesso calibro o addirittura maggiore.
«Non nego che ci sia stata competizione tra le città candidate - dice ancora il sindaco - ma dato che nessuna delle città aveva la cer¬tezza di vincere, insieme si è proposto al governo un percorso che portasse il titolo di Italia 2019, per far sì che anche le altre città candidate potessero proporre progetti da seguire e da attuare. Il concorso pre-vedeva la proclamazione di una sola città, ma le altre candidate hanno il diritto e il dovere di non disperdere il patrimonio di progettualità che è stato pensato per la candidatura».
A proposito dell'istruzione e della formazione dei giovani, ancora una volta il sindaco dice che le università devono svolgere il compito di occuparsi professionalmente dei ragazzi e devono offrire la possibilità di scegliere indirizzi formativi che consentano loro una preparazione completa. L'Università della Basilicata è una delle più giovani e soffre di problemi legati anche alla sua dimensione. Ultimamente, però, c'è un grande lavoro da parte dell'ateneo lucano che mira a garantire una preparazione notevole.
È importante sottolineare ancora una volta l'impegno profuso dall'intera popolazione materana e dai comuni limitrofi che hanno aderito pienamente al progetto, riportando il logo di "Matera 2019" sulle brochures di ogni evento culturale organizzato. Particolare rilevo hanno assunto eventi di calibro nazionale: tra tutti, la mostra inerente a Pasolini e al suo Il Vangelo secondo Matteo, girato anche nei Sassi di Matera. A questo punto, è necessario dire altresì che la città di Matera aveva tutte le potenzialità per vincere una così dura battaglia: il pa-trimonio artistico è notevole e la storia della città corrisponde alla storia dell'uomo, dato che il sito abitativo è uno dei primi del mondo; Ma è stato solo grazie al lavoro e alla partecipazione della cittadinanza che si è portato avanti con tenacia il progetto di "Matera 2019", che con-sentirà alla popolazione lucana di prendersi la propria rivincita e di-mostrare che nulla è impossibile. La "vergogna nazionale" diventa così "orgoglio nazionale". Maria Anna Piccinni

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