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DOMENICO LASCARO
21 Febbraio 2015

A domanda, rispondo
di Domenico Lascaro

MIGLIONICO. I quesiti che il prof. Amati mi rivolge questa settimana sono quanto di più difficile si possa immaginare. “Che cosa manca al centro destra di Miglionico per sperare di poter tornare ad essere competitiva con il centro sinistra? Qual è il merito dei grillini nel ruolo di opposizione in consiglio comunale?”

         In primo luogo perché io, essendo schierato da tutt’altra parte, non ho la competenza e la legittimità di interferire nelle questioni altrui. Ci vorrebbe, inoltre,  la competenza di un sociologo per rispondere ai quesiti sopraindicati. Comunque  non intendo sottrarmi alla sfida che mi lancia Amati e un parere personale vorrò pure esprimere.

         Non v’è dubbio che il centro destra di Miglionico sta vivendo un periodo di crisi mai registrata sinora. Sembra quasi impossibile individuare le persone che vi appartengono; quelli che in passato hanno avuto ruoli e responsabilità amministrative non fanno più sentire la propria voce, né pare  vogliano averne  in futuro. Insomma c’è aria di dissoluzione  totale di una componente che in passato ha agito da vera protagonista. Quali le cause?

         Azzardo una risposta. Si sentono ormai “orfani” di una politica che ha tradito le loro aspettative. Berlusconi, sceso in campo per “rivoltare l’Italia come un calzino”, ha cercato di risolvere solo i suoi affari personali; a cominciare dalle leggi ad personam, dalla difesa delle proprie aziende, fino all’ostentata prodezza del tombeur de femmes. Prima o poi il  fallimento  politico e l’esempio non certo lodevole dei suoi comportamenti doveva pur lasciare il segno in coloro che gli hanno creduto e lo hanno osannato.

         Il risultato, non solo a livello locale, è sotto gli occhi di tutti. Il cosiddetto popolo delle libertà, si è frantumato in mille fazioni: una parte è tornata alla vecchia Fi, altri col NCD di Alfano, passando per Fratelli d’Italia. Fini e Casini si erano già dileguati; Scelta Civica aveva preso in tempo le distanze e Tabacci, annusata la disfatta, ha pensato di inventarsi il “Centro Democratico”.

         Non è che la sinistra possa vivere sugli allori da questo punto di vista; ma è avvantaggiata perché al governo. A quale settore della destra  il “povero” cittadino italiano, e nella fattispecie di Miglionico, deve far riferimento?  Che cosa gli manca? Si chiede Amati. Gli manca un leader autorevole, una politica credibile e condivisa; un partito organizzato con regole democratiche, un disegno unitario di cambiamento del paese; in altre parole, una visione globale del futuro e dei problemi universali.

         Chi glieli potrà offrire, allora? Forza Italia?  Non è più in grado di proporre alcunché, se non aggrapparsi all’astro nascente di Salvini; il quale  da vero politico,  ha capito che da quel versante può attingere molti voti. Una via d’uscita può venire da Fitto che mostra di avere idee chiare e coraggio. Da solo, però, non potrà mai farcela, almeno in tempi brevi. Occorre uno stravolgimento totale delle strategie di piccolo cabotaggio messe in campo dalle ramificazioni della destra;  occorre realizzare  quel disegno unitario cui ho di sopra accennato.

         Oltre a quelle su menzionate, un ruolo fondamentale potrebbe svolgere la componente di Fitto che, abbandonato Berlusconi alla mercé del populista Salvini , unitamente  alla nuova formazione – Italia Unica – di Corrado Passera, potrà farsi promotore di un’area autenticamente democratica, comprendente tutte le sigle enunciate. Si costituirebbe una vera Destra Democratica, capace di rappresentare l’alternativa alla sinistra riformista di Matteo Renzi, quando sarà esaurita  l’energia riformatrice messa in campo dal giovane toscano.      

         Non solo è possibile realizzare un tale disegno,  ma sarebbe auspicabile per il Paese fare chiarezza nell’aggrovigliato panorama della politica nostrana. Si configurerebbero in tal modo due aree alternative  di governo, ciascuna con le proprie caratteristiche, ma ugualmente accreditate sul piano democratico. L’alternanza tanto auspicata  sarebbe a portata di mano.

         Ecco il  terreno di azione che potrebbe coinvolgere gli “orfani” del centro destra di Miglionico. Ritroverebbero  l’interesse e la passione per la politica. Un reale e civile confronto politico, una dialettica rispettosa dei ruoli di ciascuno non possono che apportare un salutare beneficio nei rapporti interpersonali e collettivi, di cui c’è sempre tanto bisogno. La via da seguire è tracciata; occorrono impegno e sacrificio. I risultati non si farebbero  attendere.

         Un ultimo accenno al secondo quesito riguardante l’attività dei “grillini” in consiglio comunale e nel paese. Svolgono mirabilmente  il ruolo  di opposizione in consiglio, anche se talvolta sono presi dalla foga di opporsi a prescindere. Non guasterebbe un atteggiamento più costruttivo. Se abbandonassero il velleitarismo di Grillo e assumessero comportamenti propositivi, potrebbero davvero guadagnarsi la stima e il consenso dei miglionichesi.  Occorrono serietà, impegno, dedizione continua. Saranno in grado di attuarli? Domenico Lascaro (d.lascaro@libero.it )

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