MATERA
Compagnia...dietro, front!

MATERA. In qualità di iscritto al Pd, non posso esimermi dal fare un breve commento sul ballottaggio, avvenuto ieri a Matera, tra il sindaco uscente, Adduce, e il nuovo, Raffaello De Ruggieri. Faccio subito gli auguri all’amico De Ruggieri per la vittoria conseguita, ed esprimo il mio profondo rammarico a Salvatore Adduce per il successo mancato. I numeri sono incontestabili: il 54,5% per De Ruggieri, il 45,5% per Adduce. Gli stessi protagonisti, data la durissima campagna elettorale condotta tra le forze in campo,non si aspettavano un simile distacco. Il primo aveva il “timore di perdere, ma la speranza di vincere”. Il secondo temeva, sì uno scrutinio al cardiopalma, ma non con questi risultati.
Perché, dunque, questa incertezza prima di mettere a frutto il lavoro propedeuticoal voto? Il motivo, secondo me , è duplice: nessuna delle forze in campo potevapresentarsi al popolo con la coscienza di dover meritare appieno il consenso dei cittadini. Senza togliere meriti al sindaco Adduce per l’operosità e la passione che ha profuso nel dare a Matera un volto più degno e accattivante a una città candidata a “Capitale Europea della Cultura”; soprattutto per essere riuscito alla fine a farle raggiungere tale obiettivo, i motivi della sconfitta vanno cercati altrove: nelle controversie interne al suo partito, iniziate subito dopo il precedente insediamento, fino agli ultimi giorni prima della presentazione delle nuove liste. Non entro, né sono in grado di entrare nel merito delle diatribe che hanno segnato il suo mandato. Da semplice osservatore non posso non denunciare i continui cambi della sua giunta e le ultime lotte interne che hanno portato l’ex capogruppo della maggioranzaad appoggiare, platealmente, la lista avversa. Un altro caso clamoroso è stato il disinvolto voltafaccia di un ex consigliere regionale che, qualche giorno prima delle elezioni, si è schierato senza ritegno con gli avversari di una vita.
I motivi veri di tali inauditi comportamenti , ripeto, non li conosco. Quello che è emerso agli occhi dei cittadini , e che ha influito non poco sulle scelte elettorali, è la sensazione di una lotta, senza esclusione di colpi, tra i maggiorenti del partito. A queste condizioni, sperare di vincere era pura follia. Il merito, pertanto, è tutto di De Ruggieri? Per niente. Pur riconoscendo all’amico Raffaello grandi capacità culturali e organizzative, una vita dedita al servizio della sua città, sia come consigliere regionale, sia come fondatore e animatore di associazioni e fondazioni, finalizzate a diffondere la cultura materana nel mondo, la sua vittoria non è dovuta solo alla sua bella persona o alla sua fama di uomo onesto e incorruttibile.
Ha vinto una moltitudine di piccoli “agglomerati politici” con interessi distinti e contrastanti, col solo obiettivo di sconfiggere un Pd “spaccato e arrogante”. Nella compagine vincente c’è di tutto: socialisti,( ma non stanno al governo con Renzi? ) ex dipietristi divenuti ex neo- popolari, schegge di Fratelli D’Italia, apparentati con quel che rimane di Fi; residui di una lista civica e qualche centrista che tiene un piede nella maggioranza del consiglio regionale; dulcis in fundo, i già citati “mezzi-fuorusciti” dal Pd. Perché una forza politica possa considerarsi degna vincitrice di un confronto elettorale, si presuppone che, anche se dall’opposizione, abbia condotto una battaglia di proposte e di idee da sottoporre al giudizio degli elettori nel momento delle elezioni. Tutto questo non è avvenuto. All’ultimo momento si sono messi insieme col solo scopo di battere la sinistra.
L’auspicio è che De Ruggieri sappia amalgamare un rassemblement così variopinto e portare indenne Matera all’appuntamento del 2019. Come si può notare non è De Ruggieri che ha vinto, è Adduce, o chi per lui, che ha perso. Speriamo che questa ulteriore e amara sconfitta sia di lezione e di ammonimento al Pd. Insisto nel dire che è ora di definire regole certe di gestione interna; non lasciare che le decisioni più importanti le prenda solo un gruppo ristretto di “capi bastone”; inevitabilmente si arriva allo scontro personale. Sono gli iscritti i veri “padroni” del partito. Gli si dia più spazio e potere e le cose potranno cambiare. Meditate, genti, meditate! Miglionico 15.06. 2015 Domenico Lascaro (d.lascaro@libero.it)
 

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